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martedì 29 gennaio 2013

Salviamo il made in Italy!

Cari amici ed amiche.

Torno a parlare di un argomento di cui avevo parlato tempo fa, il "made in Italy".
L'articolo in questione è intitolato "Una proposta per salvare i prodotti made in Italy".

L'idea mi è venuta guardando la pagina di Facebook del candidato del Popolo della Libertà in Europa Simone Billi, a cui ho dato il sostegno.
Ora, il made in Italy è spesso copiato.
Io vorrei lanciare un'idea.
Si sa, il made in Italy copiato causa a noi un grave danno economico, un danno pari a 50.000.000.000 Euro.
Il prodotto "made in Italy" va salvato.
Per farlo, io vedo una due soluzioni.
La prima è il marketing sul territorio.
Questo, per esempio, si può fare qui in Italia, attraverso le sagre e le feste paesane.
Ad esempio, qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova, si tiene ogni anno la "Festa del Pesce".
Questo evento si tiene nel mese di maggio.
Durante la festa si potrebbe fare venire una persona della Coldiretti.
Ella potrebbe allestire uno stand con dei prodotti e spiegare ai cittadini la differenze che ci sono tra  un vero prodotto "Made in Italy" ed uno falso.
Un discorso del genere si potrebbe fare anche all'estero.
Le comunità italiane che organizzano eventi nelle città estere potrebbero chiamare un esponente della Coldiretti che spieghi la differenza che c'è tra un vero prodotto "made in Italy" ed uno falso.
L'altra soluzione è quella politica.
Il nostro Presidente del Consiglio deve andare presso i capi di Stato e di governo esteri a fare delle convenzioni.
Queste convenzioni si dovrebbe fare in modo che i governi dei vari Stati controllino l'autenticità dei prodotti "made in Italy", in cambio di aiuti nel commercio qui in Italia.
Ergo, i governi esteri dovrebbero vigilare e fare in modo che siano sanzionati coloro che falsificano i nostri prodotti e in cambio noi favoriremmo il commercio di quelli dei loro Paesi qui in Italia.
Per esempio, noi potremmo metterci d'accordo con il governo canadese.
Il governo canadese inizierebbe a sanzionare coloro che falsificano i nostri prodotti (ossia coloro che producono imitazioni dei nostri prodotti senza specificare che essi sono stati fatti in Canada e non qui Italia) e noi potremmo favorire il commercio dei prodotti canadesi qui in Italia, come lo zucchero d'acero o lo sciroppo d'acero.
Ci guadagneremmo noi e ci guadagnerebbero anche i canadesi.
Io incomincio da subito, facendo pubblicità al sito della "FCPC-Food and Products of Canada".
Il discorso vale per tutti i Paesi.
Cordiali saluti.



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