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martedì 8 gennaio 2013

Famiglia, la parola a Francesco Agnoli

Francesco Agnoli
Cari amici ed amiche.

Sul suo libro "Intervista ai maestri", l'amica Irene Bertoglio ha riportato queste parole di Francesco Agnoli:


«La vita famigliare (non solo quella a cui appartieni, ma anche quella a cui dai vita con il matrimonio) è un continuo esercizio, perché si entra in contatto con altre persone e veramente devi lottare ogni giorno contro il tuo egoismo, metterlo in disparte, per avere uno sguardo d' insieme più grande»

Agnoli ha detto una cosa sacrosanta.
La famiglia è la cellula viva della società.
Essa è Chiesa domestica e società.
Ora, la crisi della nostra società è anche prodotto della crisi della famiglia.
Nella nostra società stanno crescendo sempre più l'individualismo, le invidie e gli egoismi.
La crisi della famiglia porta anche questo.
Vi sono mariti e mogli che litigano e figli che restano soli e diventano sempre più incapaci di relazionarsi in modo serio con gli altri.
Questo innesca un circolo vizioso.
Una volta grandi, questi figli avranno grossi problemi.
Il primo è sicuramente quello di una superficialità nei rapporti.
In pratica, per riscattare il fallimento del matrimonio dei genitori, i figli si sposano senza tenere conto di quello che l'istituto del matrimonio comporta.
In pratica ci si sposa con l'innamoramento e non con l'amore.
Tra l'amore e l'innamoramento c'è una differenza abissale.
L'innamoramento è quel sentimento di passione che si trova all'inizio di una relazione.
L'amore è qualcosa di assai più profondo e duraturo.
Non sempre l'innamoramento sfocia in amore.
Così, ci si sposa con l'innamoramento ma poi succede quello che si teme.
Quando finisce l'innamoramento, il matrimonio finisce.
A ciò, si unisce anche un'incapacità di avere anche le relazioni amicali.
Una persona incapace di amare non è nemmeno in grado di stabilire veri rapporti di amicizia.
In fondo anche l'amicizia è una forma di amore.
I  Greci la chiamavano "philia".
Basti pensare al rapporto che c'era tra Gesù Cristo ed i suoi apostoli (che lui chiamò amici) o a quello tra i Santi Paolo e Barnaba.
Del resto, per contro, posso citare un esempio storico, quello tra re Enrico VIII e San Tommaso Moro.
Questi, infatti, erano profondamente amici.
Enrico andava spesso da Tommaso (che si trovava nel quartiere londinese di Chelsea) a parlare di filosofia e di cultura.
Tuttavia, il divorzio del re contro il parere della Chiesa cattolica,  il suo matrimonio con Anna Bolena, lo scisma anglicano (1534) ed il rifiuto di Tommaso di giurare nelle mani del re come Capo della Chiesa anglicana fecero precipitare gli eventi.
Tommaso fu messo in carcere e condannato a morte per alto tradimento il 6 luglio 1535.
Ora, la situazione della famiglia del re non fu buona.
Suo padre, re Enrico VII (1457-1509), non lo vedeva di buon occhio (mentre stravedeva per Arturo, il suo fratello maggiore) e soffrì sempre per questo.
Tutto ciò alterò la personalità di re Enrico VIII.
Nella famiglia c'è tutto il patrimonio di valori di un uomo e, di conseguenza, della società.
Cordiali saluti.




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Ringrazio un caro amico di questa foto.