Su "Italia chiama Italia" , ho letto questo articolo intitolato "Italiani all’estero, Barilla punta sulla pasta e sbarca negli Usa con catena di ristoranti":
"Barilla punta la sua strategia sulla pasta, in tutte le sue declinazioni, sughi compresi, e prevede di sbarcare negli Stati Uniti con una catena di ristoranti (la prima apertura dovrebbe essere a New York, a fine 2013), secondo quanto anticipato dal Wall Street Journal. Ma il gruppo alimentare di Parma guarda con interesse anche al mercato sudamericano, ed in particolare alla sua locomotiva economica, il Brasile, mentre vuole disfarsi di asset che non hanno piena attinenza col core-business, cosi' come avviene con la messa in vendita della consociata tedesca Lieken (pane e prodotti da forno), e con la recente cessione della controllata Number One al gruppo distributivo Fisi.
A riprova della rinnovata vocazione per la pasta, dopo anni di merendine, biscotti e succhi di frutta, Barilla inaugurera' anche uno stabilimento a Rubbiano di Solignano (Parma), l'8 ottobre, occasione a cui e' prevista la partecipazione del premier Mario Monti. Una struttura che a regime impieghera' 120 addetti, per un investimento di 40 milioni di euro, e che avra' due linee di lavorazione di sughi pronti, a base di basilico e pomodoro, tutti rigorosamente di produzione italiana.
Insomma, la nuova ricetta di crescita della brand leader punta a far mangiare piu' carboidrati a tutti, in primis agli americani, e per questo si e' fatto ricorso anche alla creazione di 'ready-meals', tanto popolari nel Paese a stelle e strisce. La linea di pasti gia' pronti, da riscaldare nel forno a microonde, e' stata lanciata nel febbraio scorso, con un totale di 4 miliardi di confezioni vendute tra febbraio e giugno. Un risultato promettente, anche se occorre almeno un anno per valutare l'effettivo successo dell'iniziativa.
Ma la nuova rotta scelta dalla Barilla riflette anche un cambiamento degli usi dei consumatori europei, che alle prese con la crisi economica cercano di risparmiare sul carrello della spesa. Non a caso la Grecia, uno dei Paesi piu' colpiti, ha fatto registrare l'aumento piu' alto del consumo di pasta in Europa, pari al 3,5%, nel primo trimestre 2012 (dati Nielsen). Barilla ha chiuso il 2011 con un fatturato di 3.916 milioni. Gli Usa hanno contribuito per 365 milioni di euro, ben al di sopra dei 220 milioni del 2006, ma con un grande potenziale ancora da sviluppare.".
Anche trasmissioni come "Hell's Kitchen" (la trasmissione Gordon Ramsay) usa i prodotti "Barilla".
Guardate questo video qui sotto.
Di sicuro, la pasta è un prodotto che va forte all'estero ma c'è altro.
Noi abbiamo prodotti di alto livello qualitativo.
Pensiamo, ad esempio, alle Mele della Val di Non , al Grana Padano, al Prosciutto di Parma, il Riso Vialone nano mantovano, il Pecorino toscano, il Pecorino romano, la Soppressata calabra o l'Arancia rossa di Sicilia.
Servono politiche atte a valorizzare il nostro prodotto agroalimentare.
A livello europeo, noi non ci siamo fatti valere.
Il caso delle "Quote latte" o delle politiche europee che penalizzano i coltivatori di agrumi in Calabria e in Sicilia, lo dimostrano.
Servono delle politiche nuove.
Ora, la "Barilla" è sicuramente una pioniera in questo.
Bisogna fare in modo che anche gli altri imprenditori facciano altrettanto.
Lo Stato potrebbe dare gli start up per fare ciò ma poi gli imprenditori dovrebbero progetti veri, progetti in funzione del quali lo Stato darebbe gli start up.
Il futuro sta anche nell'export dei nostri prodotti.
Da ciò si potrebbe creare lavoro anche per noi giovani.
Cordiali saluti.
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