Cari amici ed amiche.
In alcuni borghi dell'Italia centro-meridionale si parla albanese.
Questi borghi sono abitati da popolazioni di origine albanese ma non vennero qui nel XXI secolo.
Queste sono le popolazioni arbreshe.
Gli arbreshe sono popolazioni di origini albanesi che vivono in alcuni borghi dell'Italia centro-meridionale da secoli.
Il loro arrivo risale al XV secolo.
L'Albania, infatti, faceva parte dell'Impero Romano d'Oriente.
Dopo essere stato distrutto dalle guerre civili del XIV secolo, quest'ultimo fu conquistato dai Turchi Ottomani.
Molti serbi, croati, greci ed albanesi scapparono da quelle terre, poiché subivano vessazioni.
Ad esempio loro figli venivano tolti alle loro famiglie, convertiti all'Islam con la forza ed addestrati a diventare Giannizzeri, i soldati che facevano parte della fanteria dell'Impero Ottomano, il cui corpo risale all'epoca del sultano Orkhan. nel XIV secolo.
Gli esuli di quelle terre furono di varie tipologie.
Infatti, ci furono i dotti bizantini ( che contribuirono a fare conoscere la cultura greca che caratterizzò il Rinascimento), gli artigiani serbi e croati, i contadini albanesi ed i nobili di tutte queste etnie.
Numerosi villaggi spopolati dell'Italia centro-meridionale tornarono a nuova vita.
Pensiamo, per esempio, a Villa Badessa (una frazione di Rosciano, in Abruzzo) ad Ururi e a Campomarino (in Molise) o a Spezzano Albanese, a Cavallarizzo e a San Benedetto Ullano (in Calabria) oppure a Contessa Entellina (in Sicilia).
Riguardo agli albanesi, tra di loro ci furono anche militari Giorgio Castriota Skanderg (1405-1468), l'eroe nazionale albanese che, dopo essersi convertito all'Islam (per i motivi prima citati), tornò alla fede cristiana e combatté i Turchi.
Anche questi fu legato all'Italia.
La sua famiglia, infatti, ebbe il possesso di Soleto (un paese della Provincia di Lecce).
Suo figlio Giovanni sposò Irene Paleologo, una parente stretta dell'imperatore Costantino XI, l'ultimo imperatore bizantino e martire cristiano che morì a Costantinopoli, il 29 maggio 1453, durante lo scontro con i Turchi.
Quindi, qui in Italia potrebbero esserci anche i discendenti della famiglia imperiale di Costantinopoli.
Tuttavia, questi arbreshe furono molto importanti per l'Italia e per i cristiani.
Dopo avere conquistato Costantinopoli (ed averla trasformata in Istanbul) il sultano Mehmet II Fatih volle fare lo stesso anche con Roma.
Già il sultano diede a Roma il nome turco, che fu Kizil Elma (che in italiano significa "Mela Rossa"), e ebbe il progetto di trasformare la basilica di San Pietro in moschea.
Il progetto rischiò di concretarsi nel 1480.
In quell'anno, una flotta turca capitanata da Gedik Ahmet Pascià (noto come Giacometto, un albanese convertito all'Islam che fu anche governatore del sangiaccato di Valona) attaccò la città di Otranto.
I Turchi entrarono nella città pugliese e massacrarono il vescovo Stefano Agricoli e parte dei cittadini che erano asserragliati in chiesa, dopo che questi rifiutarono di convertirsi all'Islam.
I Turchi vollero imporre agli otrantini la conversione all'Islam.
Questi ultimi rifiutarono e furono trucidati.
Durante questi massacri un soldato turco decapitò un otrantino.
Il corpo decapitato rimase in piedi e la storia vuole che il carnefice si convertisse al Cristianesimo.
I Turchi non accettarono ciò ed uccisero anche lui.
Nei piani di Mehmet II, Otranto sarebbe dovuta essere la base da cui fare partire la conquista dell'Italia e di Roma.
Il duca Alfonso d'Aragona riuscì a riprendere il controllo della situazione.
Tra il 03 e ed 04 maggio 1481, il sultano Mehmet II morì.
Il duca di Calabria Alfonso d'Aragona riprese il controllo della situazione e l'assedio turco fallì.
Tanta parte del lavoro, però, fu fatto dalle milizie albanesi che erano al servizio di Alfonso d'Aragona.
In pratica gli albanesi d'Italia furono organizzati come le compagnie di ventura che furono capitanate da Demetrio Reres e che nel 1448 combatterono per re Alfonso I D'Aragona.
Quindi, questi albanesi contribuirono a salvare l'Italia e la cristianità.
Questi albanesi mantennero le peculiarità che li contraddistinsero.
Infatti, conservarono la lingua ed i riti ortodossi.
Questi ultimi però vennero organizzati in una chiesa cattolica di rito greco-bizantino.
Oggi vi sono due eparchie (diocesi di rito bizantino) che sono quella di Lungro (per l'Italia meridionale) e quella di Piana degli Albanesi (per la Sicilia).
Questi sono i paesi italiani in cui vi sono ancora le comunità Arbreshe:
- Abruzzo
- Provincia di Pescara
- Villa Badessa (frazione di Rosciano): Badhesa
- Provincia di Pescara
- Molise
- Provincia di Campobasso
- Campomarino: Këmarini
- Montecilfone: Munxhufuni
- Portocannone: Portkanuni
- Ururi: Rùri
- Provincia di Campobasso
- Campania
- Provincia di Avellino
- Greci: Katundi
- Provincia di Avellino
- Puglia
- Provincia di Foggia
- Casalvecchio di Puglia: Kazallveqi
- Chieuti: Qefti
- Provincia di Taranto
- San Marzano di San Giuseppe: Shën Marcani
- Provincia di Foggia
- Basilicata
- Provincia di Potenza
- Barile: Barilli
- Ginestra: Zhura
- Maschito: Mashqiti
- San Costantino Albanese: Shën Kostandini
- San Paolo Albanese: Shën Pali
- Provincia di Potenza
- Calabria
- Provincia di Catanzaro
- Andali: Andalli
- Caraffa di Catanzaro: Garafa
- Marcedusa: Marçëdhuza
- Vena di Maida (frazione di Maida): Vina
- Provincia di Cosenza
- Acquaformosa: Firmoza
- Cantinella (frazione di Corigliano Calabro): Kantinela
- Cerzeto: Qana
- Castroregio: Kastërnexhi
- Cavallerizzo (frazione di Cerzeto): Kajverici
- Civita: Çifti
- Eianina (frazione di Frascineto): Purçìll
- Falconara Albanese: Fullkunara
- Farneta (frazione di Castroregio): Farneta
- Firmo: Ferma
- Frascineto: Frasnita
- Lungro: Ungra
- Macchia Albanese (frazione di San Demetrio Corone): Maqi
- Marri (frazione di San Benedetto Ullano): Allimarri
- Plataci: Pllatëni
- San Basile: Shën Vasili
- San Benedetto Ullano: Shën Benedhiti
- Santa Caterina Albanese: Picilia
- San Cosmo Albanese: Strihàri
- San Demetrio Corone: Shën Mitri
- San Giorgio Albanese: Mbuzati
- San Giacomo di Cerzeto (frazione di Cerzeto): Shën Japku
- San Martino di Finita: Shën Mërtiri
- Santa Sofia d'Epiro: Shën Sofia
- Spezzano Albanese: Spixana
- Vaccarizzo Albanese: Vakarici
- Provincia di Crotone
- Carfizzi: Karfici
- Pallagorio: Puhëriu
- San Nicola dell'Alto: Shën Kolli
- Provincia di Catanzaro
- Sicilia
- Provincia di Palermo
- Contessa Entellina: Kundisa
- Piana degli Albanesi: Hora e Arbëreshëvet
- Santa Cristina Gela: Sëndahstina
- Provincia di Palermo
Tra l'altro, vi è anche una curiosità.
Pare che il cannolo siciliano fosse nato nella zona di Piana degli Albanesi.
Quindi, il noto dolce siciliano potrebbe essere di origine albanese o greca.
Cordiali saluti.
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