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venerdì 13 gennaio 2012

2000 anni di storia dell’ebraismo in Italia. Convegno in Israele dal titolo “Dentro e fuori: gli ebrei in Italia nel corso dei secoli”

Cari amici ed amiche.

Sul sito della Comunità ebraica romana (il cui link sarà nella voce "Link preferiti" vdi questo blog) è comparso questo articolo molto interessante che è intitolato "2000 anni di storia dell’ebraismo in Italia. Convegno in Israele dal titolo “Dentro e fuori: gli ebrei in Italia nel corso dei secoli”".
Esso parla di un convegno che si è tenuto in Israele, presso l'università Ben Gurion di Beer Sheva, in Neghev.
In questo articolo si parla della storia dell'Ebraismo in Italia e dell'influenza che diede alla cultura italiana.
In realtà, l'articolo si è soffermato molto sul Risorgimento.
Personalmente, ho un'opinione critica verso quel periodo storico.
Tuttavia, va riconosciuto il fatto che l'Ebraismo avesse dato un forte contributo all'Italia e alla sua cultura.
Voglio incominciare a fare ciò citando un pezzo della relazione che mi è stata inviata dall'amico Morris Sonnino:

"L'ente rappresentativo dell'ebraismo italiano è l'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, alla quale, fra l'altro, è affidato il compito di coordinare e integrare l'attività
di ventuno comunità. Di queste, la più rilevante dal punto di vista statistico è quella di
Roma - con circa quindicimila iscritti -, che è peraltro antecedente alla nascita del
cristianesimo nonché la più antica in Occidente. Seguono, per consistenza di numero
dei fedeli, le comunità di Milano (circa diecimila iscritti), Firenze, Livorno, Torino,
Trieste, Venezia, Genova, con un numero di iscritti fra i cinquecento e le poche
migliaia. Altre comunità italiane, pur se di dimensioni ridotte, hanno grande rilievo
dal punto di vista storico e culturale: fra di esse Ancona, Casale Monferrato, Ferrara e
Mantova. Complessivamente, la popolazione ebraica in Italia si aggira attorno alle
29.000 unità. Sotto il profilo religioso, nell'ebraismo italiano coesistono, accanto
all'antica tradizione autoctona (“rito italiano”, considerato il più vicino a quello
praticato in terra d’Israele prima della diaspora e tuttora in uso in diverse comunità
italiane, fra le quali Roma, Milano, Torino, Ferrara), quella sefardita e ashkenazita,
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frutto delle varie correnti migratorie via via stabilitesi in Italia. Le comunità ebraiche
italiane, pur definendosi ortodosse - all'interno della tripartizione di origine
statunitense, che distingue fra ebraismo ortodosso, conservative e riformato -, lo sono
in realtà dal punto di vista delle opinioni dei membri solo in minima parte, pur
delineandosi un generale ritorno verso il recupero della piena ortodossia religiosa.".

Ringrazio Morris, che è una bravissima persona, per il materiale che mi ha dato.
L'Ebraismo diede un forte contributo alla cultura italiana.
A Mantova, che è la mia città, gli ebrei lasciarono una profonda impronta.
Pensate, nel periodo della signoria dei Gonzaga, circa l'8% di tutta la produzione culturale proveniva dagli ebrei.
Nella città esistevano cinque sinagoghe, di cui una di rito tedesco.
Quindi, gli ebrei erano preziosi anche per mettere in contatto per mettere in contatto la cultura latina con quella germanica e slava.
Possiamo dire che nella Mantova del XV e del XVI secolo si fosse fatta l'Europa, con le radici giudaico-cristiane propriamente dette, esssendo esistita questa importante comunità ebraica ed essendoci anche una reliquia importante per il Cristianesimo (che è la mia religione).
Infatti, a Mantova vi era e vi è il Preziosissimo Sangue di Cristo.
Già nel Medio Evo, il Mantovano era una terra d'incontro tra ebrei e cristiani.
Ne parlai negli articoli dedicati a Roncoferraro (il mio Comune), gli ebrei ed i catari.
Certamente, gli ebrei lasciarono molto in vari campi.
Pensate alla cucina.
Nella tradizione romana si presenti piatti come i carciofi alla giudia o il baccalà fritto.
La tecnica di cottura di questi piatti, una frittura con l'olio fondo, fu portata a Roma dagli ebrei.
Lo stesso discorso vale per la sfogliata di Finale Emilia.
La ricetta di questa pietanza era della comunità ebraica di Finale Emilia, un Comune della Provincia di Modena, ed intorno ad essa vi è una storia d'amore tra un fornaio ebreo ed una donna cattolica.
I due si sposarono. Si disse che lui fu poi ripudiato dalla sua comunità. Si convertì al cattolicesimo e decise di "sdoganare" questo piatto alla comunità cristiana di Finale Emilia.
Gli ebrei portarono anche conoscenze scientifiche importanti.
Forse, anche importanti uomini di cultura (come Leonardo da Vinci) potrebbero avere attinto dal bagaglio culturale ebraico.
Pare che a Mantova il corpo di Sant'Anselmo (il Santo Patrono della città) fosse stato mummificato da scienziati ebrei che pare avessero imparato la tecnica in Egitto.
Anche la stessa religione cristiana deve molto all'Ebraismo, se non altro per il fatto che gli ebrei fossero stati i primi a cui Dio si rivelò e che il popolo ebraico fosse stato la culla del Salvatore, Gesù Cristo.
Per questo, vanno condannati atti come lo sfregio contro le pietre poste in Memoria della Shoah o il negazionismo della stessa.
Papa Pio XI diceva che l'antisemitismo è incompatibile con la tradizione cattolica perché ognuno di noi (cristiani) è per certi versi semita.
Qualcuno impari!
Cordiali saluti.

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