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lunedì 23 gennaio 2012

CROAZIA NELL'UNIONE EUROPEA


Cari amici ed amiche.

Leggete questa nota che l'amico Marco Stella mi ha inoltrato sui Facebook:

"La Croazia, già parte della Jugoslavia, fu teatro tra il 1943 ed il 1947 (circa) di un'atroce pulizia etnica ai danni di cittadini Italiani. Infoibati o costretti all'esilio gli italiani d'Istria, fiume e Dalmazia (territori oggi croati), lasciarono nelle terre d'origine terre, case, risparmi, molti dei quali nazionalizzati dallo stato comunista del maresciallo Tito. L'ideale sarebbe che lo Stato Italiano approvi l'adesione della Croazia all'Unione Europea solo nel caso in cui tutti i beni fossero restituiti e tutti i crimini risarciti. Aver abbandonato un lembo di Patria al proprio triste destino fu già un grave errore, non esigere giustizia sarebbe un'altro gravissimo errore. Se oggi l'irredentismo non va più di moda e di fatto ogni pretesa territoriale annullata nella grande "Patria" sovranazionale europea, che non si voglia metter una pietra sopra a danno delle migliaia di italiani d'Istria Fiume e Dalmazia che soffrirono gli orrori del comunismo.".

Sono perfettamente d'accordo con Stella ma voglio aggiungere qualcos'altro.
Stando agli scrutini del referendum che ratifica l'entrata della Croazia nell'Unione Europea, circa il 66% degli elettori si è mostrato favorevole, se pur con forti contrasti ed una forte astensione.
Ora, la questione degli esuli istriani e dalmati mi è stata (e mi sta) particolarmente a cuore, tanto da venire quasi accusato di "apologia di fascismo".
Tuttavia, vi è anche un'altra questione importante e riguarda proprio lo Stato croato e la concorrenza con l'Italia.
Lo Stato croato è un nostro concorrente diretto per ciò che riguarda il turismo.
Quest'ultimo, però, ha costi minori.
Quindi, noi rischiamo di pesare ancora meno in ambito europeo.
Inoltre, vi è anche una questione che riguarda la Croazia ed il rapporto con la sua storia.
Negli anni '90, la Croazia combatté contro il regime comunista jugoslavo per difendere la sua identità culturale.
Ora, questa Unione Europea, che pretende di imporre una moneta anomala (come l'Euro) e che va ad attaccare certi Stati che vogliono proporre certi valori (come l'Ungheria) tende ad andare verso una direzione opposta.
Tra l'altro, bisogna tenere conto anche del fatto che anche la Serbia voglia entrare nell'Unione Europea.
Ora, Serbi e Croati hanno la stessa lingua, che in Serbia si scrive con l'alfabeto cirillico (dialetto štokavo) e in Croazia con quello latino, e la stessa religione cristiana (se pur ortodossa in Serbia e cattolica in Croazia) ma sono due popoli che, bene che vada, si ignorano.
Per l'amor di Dio non ho nulla di personale contro i Serbi e contro i Croati ma voglio solo fare notare che c'è un problema.
Se anche la Serbia dovesse entrare nell'Unione Europea e se dovessero esserci dei problemi con la Croazia, l'Unione Europea avrebbe un'altra grossa grana, come se non ne avesse altre.
Serbi e Croati non si amano.
Un mio professore mi raccontò di avere incontrato delle ragazze croate.
Lui fece leggere la parola "serbo" su un dizionario.
Una di queste ragazze prese una matita e cancellò la parola con un livore molto forte.
Serbi e Croati tengono molto alla loro identità.
L'Europa non può non tenere conto di ciò.
Cordiali saluti.

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