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mercoledì 25 gennaio 2012

I GIOVANI ED IL RUMORE

Cari amici ed amiche.


Prendo spunto da un articolo sul blog "Fede e cultura" che è intitolato "Il canto di Satana".
Esso parla del rapporto tra satanismo e musica che, purtroppo, è sempre più stretto.
Ora, sfruttando questo articolo, voglio fare una riflessione sul rapporto tra i giovani ed il rumore.
La voglio fare anche partendo da una riflessione dell'amica Irene Bertoglio che su Facebook ha condiviso un video con me ed altri amici in cui parlava del rapporto tra giovani e rumore.
Irene ha citato Carl Jung, adducendo al fatto che il silenzio faccia paura all'uomo, perché esso lo mette di fronte a sé stesso.
Ha poi parlato di quello che è l'eccesso di rumore e l'ha fatto parlando di una sua esperienza personale, una festa organizzata da un ragazzo e in cui è stata invitata.
Mentre gli altri si divertivano, facendo chiasso e con discorsi frivoli, lei seguiva tranquillamente la festa.
Poi, una ragazza si è avvicinata a lei e le ha chiesto come facesse a divertirsi senza bere.
Irene è rimasta commossa ed inquieta.
Io capisco perfettamente quanto ha provato Irene.
Io ho un fratello minore, coetanaeo di Irene.
Intendiamoci, non voglio attaccare mio fratello, perché gli voglio bene. Però, siamo completamente diversi.
A lui piacciono le discoteche e le spiagge, a me piace visitare musei, castelli e chiese.
A lui piace la musica hard core e balla country, a me piacciono la scienza, la poesia, la collezione di monete, la cucina e la lettura.
Lui non può vedere i politici e non ama molto il presidente Berlusconi, io faccio politica e sono un "berlusconiano" convinto.
Lui è critico verso i preti, io vado a Messa e frequento la chiesa.
Lui è estroverso, io sono un po' più selettivo, ombroso ed anche un po' permaloso.
Pensate un po', lui è anglofobo, io sono anglofilo.
Io tifo Milan, lui tifa Juventus.
Persino a tavola siamo diversi.
Lui odia il minestrone, io ne sono ghiotto.
Voglio bene a mio fratello, perché è leale, onesto, altruista ed è anche un gran lavoratore, ma siamo due persone diverse.
Forse, non gli ho mai detto che gli voglio bene. Lo faccio ora.
Una volta, mi aveva invitato ad andare in discoteca con lui, a Rimini.
Io avevo accettato e, con lui e ad un suo amico, eravamo andati a Rimini.
Arrivati alla discoteca, mio fratello ed il suo amico sembravano due animali in mezzo ad una mandria.
Chi conosce la musica hard core sa di cosa parlo.
Io mi sentivo come un pesce fuori dall'acqua.
Non riuscivo a capire cosa ci fosse di tanto divertente nel "pogo" e in quella musica così rimbombante.
Ogni tanto, c'erano i buttafuori che fermavano i ragazzi più scalmanati.
Sembra quasi che quella musica così assordante fosse un "richiamo tribale" e che io non facessi parte di quella tribù.
Così, ragazzi, che nella vita normale sono tranquilli, in quel luogo così affollato e con quella musica assordante, diventano delle "belve".
Si spintonano (facendo il classico "pogo") e sembra che parlino un "codice tutto loro", un codice che non comprendo.
In questo caso, il rumore fa questo effetto.
Diventa una forza aggregante e disinibente, purtroppo, insieme agli alcolici ed agli stupefacenti.
Intendiamoci, mio fratello non si droga né si ubriaca. E' solo un ragionamento generico.
Di sicuro, al giorno d'oggi, i giovani sono lasciati a sé.
La famiglia vive un momento di crisi, come la scuola che ha perso ogni criterio di meritocrazia.
Questo ed il chiasso della televisione, dei giornali, della radio e di internet, che spesso danno messaggi forti e di competizione fanno sì che i giovani tirino fuori il peggio di loro stessi.
Da qui nascono situazioni brutte.
Ad esempio, un giovane viene escluso e visto come "scemo" o senza soldi se non fa determinate cose o se non indossa determinati abiti.
A me, specie qui a Roncoferraro, una cosa del genere è capitata.
E' da qui che nasce, ad esempio, il bullismo.
Io penso che oggi ci si debba dare una calmata.
Forse, il silenzio potrebbe essere necessario.
Cordiali saluti.

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