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mercoledì 18 gennaio 2012

Cattolici-Ebrei: oggi la Giornata di dialogo nelle diocesi italiane sul tema "Non uccidere" (Izzo)

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del blog degli amici di Papa Ratzinger che recita:

"La Chiesa in Italia celebra domani la "Giornata dell'Ebraismo", che offre un'opportunita' particolare per ricordare le radici ebraiche della fede cristiana, per guardare con gratitudine al dialogo sistematico in corso con l'ebraismo dal concilio Vaticano II e per promuoverlo ulteriormente nella situazione attuale attraverso azioni concrete.
L'iniziativa della "Giornata dell'Ebraismo" e' stata finora accolta dalle Conferenze episcopali di Austria, Polonia, Paesi Bassi e Svizzera; in altri Paesi si sta al momento riflettendo sull'opportunita' di seguire questo esempio.
"Il presidente della Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo, il cardinale Kurt Koch, dietro incarico di Benedetto XVI, ha sollecitato alcuni Paesi, in cui ebrei e cattolici vivono fianco a fianco e sono in dialogo da molto tempo, a prendere in considerazione - scrive l'Osservatore Romano - l'introduzione di tale giornata commemorativa".
Decine le diocesi italiane che hanno raccolto l'invito a celebrare la Giornata del 17 gennaio. Molti sono gli incontri nei quali si propone una riflessione biblica a due voci: tra questi alcuni vedono la partecipazione del vescovo locale, come ad Ancona, dove la riflessione e' affidata a monsignor Edoardo Menichelli, e al ministro di culto Nahmiel Ahronee, e a Fiesole, dove nell'auditorium di Loppiano parlano il vescovo Mario Meini e il rabbino Joseph Levi, della comunita' ebraica di Firenze. Sono previsti inoltre momenti di approfondimento, come quello promosso dalla diocesi di Assisi, con un convegno, ospitato in vescovado, sullo stato del dialogo ebraico-cristiano (sempre a partire dal passo biblico della Giornata), con la partecipazione del padre francescano Giulio Michelini e di Lisa Palmieri Billig, rappresentante in Italia e presso la Santa Sede dell'American Jewish Committee. Tra gli incontri a due voci l'Osservatore cita quelli di Milano, all'Universita' Cattolica, con il rabbino Giuseppe Laras e don Gianantonio Borgonovo, di Genova, con il rabbino Giuseppe Momigliano e don Davide Bernini, e di Roma, dove si avranno due momenti distinti: uno promosso dall'Ufficio diocesano per l'ecumenismo e il dialogo e presieduto dal vescovo ausiliare Benedetto Tuzia, saranno presenti il rabbino Riccardo Di Segni e don Mauro Cozzoli, e l'altro organizzato dall'Amicizia ebraico-cristiana di Roma, con una riflessione del rabbino Robert Colombo e del gesuita Joseph Sievers. In molti casi la Giornata e' l'occasione per favorire la conoscenza del patrimonio teologico-spirituale del popolo ebraico attraverso l'incontro con un rabbino, come accade a Firenze con Joseph Levi introdotto da monsignor Timothy Verdon, a Brescia con il rabbino Ariel Finzi, a Ivrea con Alberto M. Somekh, a Perugia con Cesare Moscati, a Seveso con Alfonso Arbib, a Vicenza con Aaron Locci. In una prospettiva ecumenica si colloca l'incontro di Palermo, non solo per la presenza del rabbino Gadi Piperno e del pastore valdese Peter Ciaccio ma proprio per la pluralita' di Chiese e comunita' ecclesiali che lo promuovono. Cosi' come avviene a Milano per opera del Consiglio delle Chiese cristiane; a Bergamo l'intervento di Elena Lea Bartolini e' seguito da una riflessione della pastora evangelica Janique Perrin, mentre a Como le comunita' cristiane locali promuovono un incontro per un approfondimento ecumenico sul significato del passo biblico "Non uccidere". A Reggio Calabria, il 27 gennaio, la riflessione sul passo biblico sara' affidata a Claudia Milani, coordinatrice del gruppo ecumenico "Teshuva'" per il dialogo ebraico-cristiano dell'arcidiocesi di Milano; l'introduzione sara' invece tenuta da monsignor Vittorio Luigi Mondello, arcivescovo di Reggio Calabria - Bova.

© Copyright (AGI)

CATTOLICI-EBREI: "NON UCCIDERE" E' TEMA DELLA GIORNATA DIALOGO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 16 gen.

La permanente validita' universale della parola di Dio "Non uccidere!" e' il tema della XXIII Giornata per l'approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici e ebrei che sara' celebrata domani in tutte le diocesi italiane.
Il comandamento biblico, con tutte le sue implicazioni nella situazione di oggi, e' presentato per l'occasione da un testo comune firmato da monsignor Mansueto Bianchi, presidente della Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana e vescovo di Pistoia, e dal rabbino Elia Enrico Richetti, presidente dell'Assemblea dei rabbini d'Italia e rabbino di Venezia. Cristiani ed ebrei, si legge nel documento, rifiutano "decisamente l'idea di un dominio umano sulla vita, e del diritto di decidere del suo valore o della sua durata da parte di qualsiasi persona o gruppo umano, e il concetto di eutanasia attiva in quanto illegittima pretesa dell'uomo sull'esclusiva autorita' divina nel determinare il momento della morte della persona umana".
Il documento, sottolinea l'Osservatore Romano, invita le due comunita' alla riflessione, ricordando loro che, anche quest'anno, prosegue il comune confronto sulle Dieci Parole, le quali "tracciano una via luminosa di comportamento non solo per il popolo ebraico, ma per tutti i popoli, in particolare per la Chiesa che in Gesu' Cristo partecipa dell'eredita' dei Padri e accoglie la rivelazione biblica". Monsignor Bianchi e il rabbino Richetti segnalano nel testo "i risultati dei molti incontri di dialogo e collaborazione che si sono piu' di recente susseguiti sia in Italia sia a livello internazionale, specialmente ad opera delle Commissioni miste ebraico-cattoliche, alle quali partecipano ufficialmente delegati ed esperti delle due comunita' di fede". Tra questi risultati, esortano vescovo e rabbino, "particolare attenzione deve essere rivolta a una comune riflessione sulla sacralita' della vita, dono di Dio". ".

Noi cristiani e gli ebrei abbiamo un dovere verso noi stessi e verso gli altri.
Questo dovere è vivere in amicizia.
Senza gli ebrei, noi non saremmo cristiani.
Biologicamente parlando, nostro Signore Gesù Cristo non era mica una ebreo?
Anzi, egli discese dalla famiglia di re Davide, quel re che fondò lo Stato di Israele.
Quindi, chi si dice cristiano ma poi si mostra antisemita, in primo luogo, è ignorante e, in secondo luogo, è pericoloso.
Infatti, le persone veramente pericolose non sono i malvagi ma gli ignoranti.
Una persona malvagia ma intelligente è sì pericolosa ma capisce che ci sono dei limiti.
Una persona malvagia ed ignorante, invece, tende ad andare oltre e fare dei grossi danni.
Frutto dell'ignoranza, fu il "Cristianesimo positivo", una forma di Cristianesimo sorta durante l'epoca nazista.
In questa forma di Cristianesimo, Gesù era "ariano" , il Vecchio Testamento veniva negato e veniva rifiutata ogni debolezza. Veniva formata una Chiesa nazionale tedesca.
Ora, è chiaro che il "Cristianesimo positivo" fosse una stortura.
Esso fu il frutto dell'ignoranza.
I seguaci di quell'eresia dicevano che Gesù non fu ebreo e negavano il Vecchio Testamento.
Ora, anche nel Nuovo Testamento ci furono riferimenti all'Ebraismo, incominciando dal Tempio di Gerusalemme.
Quindi, essi negavano (di fatto) anche il Nuovo Testamento.
A qualcuno può anche non piacere quello che dico ma noi e gli ebrei siamo legati indissolubilmente, pur con le differenze che ci sono. Un cristiano è altro da un ebreo.
Però, il legame c'è.
Quindi, è giusto che ci sia il dialogo tra la gente dell'Antica Alleanza, gli ebrei, e quella della Nuova Alleanza, noi.
Vi invito a leggere questa relazione dell'amico Morris Sonnino, che, tra l'altro, me l'aveva anche inviata.
Essa è intitolata "I Simboli dell'Ebraismo".
E' interessante.
Cordiali aluti.

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