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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 30 gennaio 2012

I GIOVANI E DIO


Cariici ed amiche.


Ieri, presso l'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista di Roncoferraro (Mantova) si è tenuto l'incontro intitolato "Ti presento un Grande Amico".
Esso era parte di quel ciclo di incontri intitolato "La famiglia chiede aiuto" ed era stato organizzato dall'Unità pastorale di San Leone Magno e dal Consultorio di Mantova, con il patrocinio del comune di Roncoferraro.
Relatrice della dell'incontro è stata la professoressa Luisa Nattero Gabbi, un'insegnante di religione, che è collega della mia ex professoressa della stessa materia, la professoressa Maria Cerutti, che saluto con stima.
I moderatori sono stati don Giovanni Telò (parroco di Villa Garibaldi di Roncoferraro) e don Alberto Bertozzi, parroco di Roncoferraro, il padrone di casa.
Il tema dell'incontro è il rapporto tra giovani ed il sacro.
La professoressa Nattero Gabbi ha fatto un discorso molto esauriente sulla problematica inerente ai giovani.
Ha parlato del ruolo della famiglia nel rapporto tra i giovani ed il sacro, dall'insegnamento della preghiera alla frequenza della Messa.
Secondo la professoressa, non è giusto costringere i giovani ad andare a Messa.
Infatti, Dio ha creato l'uomo libero e la libertà è un rischio.
Infatti, sempre secondo la professoressa, la Messa non deve essere proposta come un obbligo dettato da un'istituzione ma come l'incontro tra l'uomo e Dio.
Quindi, con i giovani servono la pazienza e la costanza per fare capire che Dio ha un progetto per loro.
Di conseguenza, i cattolici (ed i familiari dei giovani in primis) devono farsi "seminatori della Parola di Dio".
La professoressa Nattero Gabbi ha preseguito affermando che aprirsi a Dio significa aprirsi al prossimo e stabilire con lui una relazione.
Ha spiegato ciò con una metafora interessante, quella della persona che viene messa in cima all'Empire State Building e coperta d'oro.
Una persona in quelle condizioni potrebbe avere il mondo intero ma, se rimanesse sola, sarebbe destinata a morire.
Nel parlare di questo argomento, la professoressa Nattero Gabbi ha parlato della crisi e di due pulsioni che essa sta portando, l'egoismo e l'altruismo.
La professoressa sostiene che l'uomo deve aprirsi agli altri.
Terminato il discorso della professoressa Nattero Gabbi, si è dato spazio agli interventi.
Il primo ad intervenire sono stato io.
Io ho parlato delle mie esperienze personali e ho citato quelle di altre persone con cui mi sono confrontato.
Ad esempio, ho citato l'esperienza del ben noto amico Angelo Fazio, quella dell'amico Samuele Maniscalco e del suo operato nell'ambito di "Tradizione, Famiglia e Proprietà", l'associazione di Plinio Correa de Oliveira, quelle degli amici Stefania Ragaglia e Filippo di Giorgianni, Vittorio Leo e di altri.
Spero che nessuno si offenda se li chiamo amici.
Ovviamente, non ho fatto i nomi.
Ho detto che i giovani cattolici devono farsi "seminatori della Parola di Dio", con qualsiasi mezzo.
Ad esempio, io ho parlato di questo blog.
Inoltre, ho anche detto che ogni uomo è come un equilibrista che cammina su una corda.
Egli si trova in bilico tra l'altruismo e l'egoismo.
Ogni giorno deve vedersela con queste due pulsioni.
Io stesso mi trovo a dovere lottare.
A volte, mi dico: "Ma chi te lo fa fare di dare consigli agli altri, di scrivere su questo blog (condividendo testimonianze e pensieri) o di fare del bene agli altri, che sono pronti a fregarti, come ti hanno fregato in passato? Chi te lo fa fare di impegnarti in politica?".
In realtà, questa domanda me la pongono anche altre persone.
Però, per essere veramente umani, non si deve fare così.
Bisogna andare contro certe pulsioni.
All'inizio si soffre un po' (dato che l'egoismo e la diffidenza duro da combattere, specie dopo avere avuto delle brutte esperienze) ma poi ci si sta bene.
Come ha detto la professoressa Nattero Gabbi, il volere di Dio è anche una croce e l'ha spiegato raccontando la storiella dell'uomo che tagliò la propria croce (per renderla meno pesante) e che poi si trovò al ciglio di un burrone insieme agli altri.
Questo ultimi avevano conservato le loro croci e ne avevano fatto ponti per passare il burrone.
L'uomo che aveva tagliato la priopria croce non poté e cadde nel burrone.
Ci sono stati altri interventi, tutti fondati su esperienze personali e considerazioni.
Questo incontro è stato molto interessante e forse ci ha fatto capire che il giovane va educato nella fede fin dall'inizio.
Cordiali saluti.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.