Cari amici ed amiche.
Leggete questo articolo del "Il Giornale" che è intitolato "Il Pdl sfida Super Mario: "O fa il suo mestiere o voto"":
" Roma- Il Pdl sfida il governo Monti sulla crescita e sulle liberalizzazioni. Il guanto viene lanciato con un seminario a Montecitorio che vuole raccontare ciò che della crisi economica nessuno ha mai davvero raccontato. «Chiediamo a Monti - l’avviso ai naviganti di Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera - di fare la sua parte perché si deve misurare con i nodi emergenziali della crisi finanziaria e occuparsi dei conti dello Stato con metodi non ragionieristici o notarili». Uno smarcamento bello e buono. «Se il governo funziona rispetto ai nodi dell’emergenza economica, che è la missione per cui è nato, noi lo appoggiamo - taglia corto Cicchitto - Se dovessimo vedere invece che in questo campo non funziona, noi prenderemo le distanze».
Secondo Renato Brunetta serve una sorta di operazione verità. Anzi, tre verità: «La prima - elenca l’ex ministro - è che con il governo Monti la media dello spread nei primi 60 giorni di Monti è più alta di 80-100 punti rispetto alla media degli ultimi 60 giorni di Berlusconi». La seconda verità riguarda il pareggio di bilancio: «Il governo Berlusconi ha operato una sostanziosa azione di risanamento dei conti pubblici che consentiva il pareggio di bilancio nel 2013. Il peggioramento della congiuntura economica nell’area euro e l’aumento del costo del servizio del debito pubblico nazionale hanno richiesto un’ulteriore correzione dei conti a cui ha provveduto il governo Monti con il decreto del 6 dicembre, che avrà un impatto complessivo sulle finanze pubbliche, nel triennio 2012-2014, di 63 miliardi di euro». Ed ecco la terza verità: «L’effetto cumulato delle quattro manovre del governo Berlusconi, dal dl 112/2008 alla Legge di Stabilità approvata dall’ultimo consiglio dei ministri del 12 novembre 2011, passando per le due manovre di luglio e agosto, è pari a 265 miliardi di euro contro i 63 miliardi cumulati del primo decreto Monti. Per Brunetta l’orizzonte è chiaramente quello delle urne. «Monti faccia il suo mestiere se è capace di farlo oppure io preferisco la soluzione spagnola e cioè che si vada ad elezioni», conclude Brunetta.
Al seminario c’è anche il segretario del partito, Angelino Alfano, che fa un excursus storico dei primi dieci anni del millennio parlando di «una guerra senza rumore di bombe» e pare ottimista sul futuro del Pdl: «Se continuano a perseguire gli interessi del Paese e una strategia per il Paese, vedrete che continueranno a sostenerci». E le liberalizzazioni? «Più ampie e forti saranno e più il governo otterrà il nostro sostegno. I cittadini dalle liberalizzazioni non devono avere uno slogan ma servizi che costano di meno e anche migliori». Governo avvisato mezzo salvato.".
Sono perfettamente d'accordo con quanto scritto nell'articolo.Il Popolo della Libertà ha dato l'appoggio al governo Monti per fare delle riforme serie e condivise, per sistemare l'economia e delle buone politiche di liberalizzazione.
Ora, non sembra che il governo stia andando in questa direzione.
Lo spread tra i Btp italiani ed i Bund tedeschi è sempre alto, l'economia del Paese non decolla e le tasse sono alte.
Il fatto che con l'avvento di Monti l'economia non sia decollata è la dimostrazione che la situazione difficile del nostro Paese non è stata causata dal governo del presidente Berlusconi.
Non sembra che il governo vada in questa direzione.
Ha fatto la legge sulle liberalizzazioni.
Peccato che questa legge sembri la terapia proposta da un medico che vuole curare un cancro con l'aspirina.
Per liberalizzare, bisogna togliere certi privilegi.
Non mi sembra che Monti ed il suo governo stiano facendo questo.
Ad esempio, avrebbero dovuto togliere i vantaggi fiscali delle cooperative.
Molte di queste sono vere e proprie aziende (e non associazioni no profit) e si trovano in una posizione di vantaggio rispetto alle altre aziende, per via dei vantaggi fiscali.
Ora, se si vuole fare una vera politica di equità, questi privilegi vanno aboliti.
L'attuale premier ha parlato tanto di "equità".
Non abolendo questi privilegi, non ha tradotto le parole in fatti.
Termino, facendo una considerazione sul ruolo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il presidente Napolitano era andato al funerale del cinese ucciso a Roma.
Oggi, ci sono stati i funerali di Niccolò Savarino, il vigile ucciso a Milano lo scorso 12 gennaio.
Se fosse andato alle esequie che sono state celebrate per questo eroe, che è morto mentre faceva il proprio dovere, il presidente Napolitano avrebbe dato un buon segnale.
Invece, le cose sono andate in modo diverso.
Non voglio sembrare razzista ma Savarino era un cittadino italiano ed è morto mentre faceva il suo dovere.
Cordiali saluti.
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