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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 9 gennaio 2012

UNA RIFLESSIONE INTERESSANTE

Cari amici ed amiche.

Nel commentare su Facebook l'articolo intitolato " Il protestantesimo e le ideologie attuali", l'amico Filippo Giorgianni ha fatto questa riflessione, prendendo spunto dal testo di Plinio Correa de Oliveira.
Essa recita:

"Diceva Corrêa de Oliveira ("Rivoluzione e Contro-Rivoluzione"), dopo aver parlato della crisi/autunno della Cristianità "medievale":

Questo nuovo stato d’animo conteneva un desiderio possente, sebbene più o meno inconfessato, d’un ordine di cose fondamentalmente diverso da quello che era giunto al suo apogeo nei secoli XII e XIII. L’ammirazione esagerata, e non di rado delirante, per il mondo antico, servì da mezzo d’espressione a questo desiderio. Cercando molte volte di non urtare frontalmente la vecchia tradizione medioevale, l’Umanesimo e il Rinascimento tesero a relegare in secondo piano la Chiesa, il soprannaturale ed i valori morali della religione. Il tipo umano, ispirato ai moralisti pagani, che quei movimenti introdussero come ideale in Europa, e la cultura e la civiltà coerenti con questo tipo umano, erano soltanto i legittimi precursori dell’uomo avido di guadagni, sensuale, laico e pragmatista dei nostri giorni, della cultura e della civiltà materialistiche in cui ci andiamo immergendo sempre più. Gli sforzi per un Rinascimento cristiano non giunsero a distruggere nel loro germe i fattori dai quali derivò il lento trionfo del neopaganesimo. In alcune parti d’Europa esso si sviluppò senza portare all’apostasia formale. Notevoli resistenze gli si opposero. E anche quando s’insediava nelle anime, non osava chiedere loro — almeno all’inizio — una rottura formale con la fede. Ma in altri paesi attaccò apertamente la Chiesa. L’orgoglio e la sensualità, nel cui soddisfacimento consiste il piacere della vita pagana, suscitarono il protestantesimo. L’orgoglio diede origine allo spirito di dubbio, al libero esame, all’interpretazione naturalistica della Scrittura. Produsse la rivolta contro l’autorità ecclesiastica, espressa in tutte le sette con la negazione del carattere monarchico della Chiesa universale, cioè con la rivolta contro il papato. Alcune, più radicali, negarono anche quella che si potrebbe chiamare l’alta aristocrazia della Chiesa, ossia i vescovi, suoi prìncipi. Altre ancora negarono lo stesso sacerdozio gerarchico, riducendolo a una semplice delegazione da parte del popolo, unico vero detentore del potere sacerdotale. Sul piano morale, il trionfo della sensualità nel protestantesimo si affermò con la soppressione del celibato ecclesiastico e con l’introduzione del divorzio.
L’azione profonda dell’Umanesimo e del Rinascimento fra i cattolici non cessò di estendersi in tutta la Francia, in un crescente concatenamento di conseguenze. Favorita dall’indebolimento della pietà dei fedeli — prodotto dal giansenismo e dagli altri fermenti che il protestantesimo del secolo XVI aveva disgraziatamente lasciato nel Regno Cristianissimo — tale azione produsse nel secolo XVIII una dissoluzione quasi generale dei costumi, un modo frivolo e fatuo di considerare le cose, una deificazione della vita terrena, che preparò il campo alla vittoria graduale dell’irreligione. Dubbi relativi alla Chiesa, negazione della divinità di Cristo, deismo, ateismo incipiente furono le tappe di questa apostasia. Profondamente affine al protestantesimo, erede di esso e del neopaganesimo rinascimentale, la Rivoluzione francese fece un’opera in tutto e per tutto simmetrica a quella della Pseudo-Riforma. La Chiesa Costituzionale che essa, prima di naufragare nel deismo e nell’ateismo, tentò di fondare, era un adattamento della Chiesa di Francia allo spirito del protestantesimo. E l’opera politica della Rivoluzione francese fu soltanto la trasposizione, nell’ambito dello Stato, della “riforma” che le sette protestanti più radicali avevano adottato in materia di organizzazione ecclesiastica:
— Rivolta contro il re, simmetrica alla rivolta contro il Papa;
— Rivolta della plebe contro i nobili, simmetrica alla rivolta della “plebe” ecclesiastica, cioè dei fedeli, contro l’aristocrazia della Chiesa, cioè il clero;
— Affermazione della sovranità popolare, simmetrica al governo di certe sette, esercitato in misura maggiore o minore dai fedeli.
Nel protestantesimo erano nate alcune sette che, trasponendo direttamente le loro tendenze religiose nel campo politico, avevano preparato l’avvento dello spirito repubblicano. San Francesco di Sales, nel secolo XVII, mise in guardia il duca di Savoia contro queste tendenze repubblicane. Altre sette, spingendosi oltre, adottarono princìpi che, se non si possono chiamare comunisti in tutto il senso odierno del termine, sono almeno pre-comunisti. Dalla Rivoluzione francese nacque il movimento comunista di Babeuf. E più tardi, dallo spirito sempre più attivo della Rivoluzione, sorsero le scuole del comunismo utopistico del secolo XIX e il comunismo detto scientifico di Marx. E cosa vi può essere di più logico? Il deismo dà come frutto normale l’ateismo. La sensualità, in rivolta contro i fragili ostacoli del divorzio, tende di per sé stessa al libero amore. L’orgoglio, nemico di ogni superiorità, attaccherà necessariamente l’ultima disuguaglianza, cioè quella economica. E così, ebbro del sogno d’una Repubblica Universale, della soppressione di ogni autorità ecclesiastica e civile, dell’abolizione di qualsiasi Chiesa e, dopo una dittatura operaia di transizione, anche dello stesso Stato, ecco ora il neobarbaro del secolo XX, il più recente e più avanzato prodotto del processo rivoluzionario.
(...)
Come i cataclismi, le cattive passioni hanno una forza immensa, ma volta alla distruzione. Questa forza ha già in potenza, fin dal primo momento delle sue grandi esplosioni, tutta la virulenza che si manifesterà più tardi nei suoi peggiori eccessi. Nelle prime negazioni del protestantesimo, per esempio, erano già impliciti gli aneliti anarchici del comunismo. Se, dal punto di vista della formulazione esplicita, Lutero era soltanto Lutero, tutte le tendenze, tutto lo stato d’animo, tutti gli elementi imponderabili dell’esplosione luterana portavano già in sé, in modo autentico e pieno, sebbene implicito, lo spirito di Voltaire e di Robespierre, di Marx e di Lenin.

Due piccole mie aggiunte: anche i protestanti di Thomas Muentzer arrivarono a esportare le idee protestanti in politica (ma Lutero non ebbe il coraggio di seguirli e anzi li fece perseguitare); e anche in ambito politico alcuni orientamenti giunsero al comunismo effettivo: gli anabattisti della città di Munster. E, come rilevavi tu, non dimentichiamo diggers e levellers inglesi...".

Effettivamente, il protestantesimo contribuì a fare nascere certe ideologie, sconvolgendo anche lo stesso assetto dell'Europa.
Basti guardare solo quello che accadde nel Sacro Romano Impero.
Esso si reggeva sul rapporto tra Papato ed Impero, un rapporto spesso difficoltoso.
Con la crisi della corona imperiale, che avvenne dopo la morte di Federico II di Svevia nel 1250, e quella del Papato (che avvenne dopo l'oltraggio di Anagni, nel 1306, la "Cattività avignonese", tra il 1309 ed il 1377, e lo Scisma d'Occidente, tra il 1378 ed il 1417), il Sacro Romano Impero vide una fase di declino.
Benché non fosse sempre stato idilliaco, il rapporto tra Papa ed imperatore garantiva la stabilità dell'Impero.
Con l'avvento della Riforma protestante, la crisi fu conclamata e, di fatto, l'Impero cessò di esistere.
L'Impero vide una sempre più forte frammentazione.
Ora, ciò deve essere esteso a tutta l'Europa.
Inoltre, senza più un'unica Chiesa in grado di morigerare e di moderare certe tendenze ideologiche, gli Europei entrarono in una situazione di scontro sempre più radicale.
Ci furono scontri sia tra cattolici e protestanti e sia tra le stesse Chiese riformate.
Inoltre, ci fu un maggiore radicalismo politico.
Ciò spiega quanto fece Thomas Muntzer (nella foto), i fatti di Munster (1534) e ciò che fecero i diggers ed levellers in Inghilterra.
Da questo radicalismo politico nacquero le ideologie come nazionalismo, comunismo, relativismo, nichilismo, disobbedienza civile ed individualismo.
Per capire il presente, bisogna conoscere il passato.
Cordiali saluti.






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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.