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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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lunedì 9 gennaio 2012

LA CHIESA DEL CONCILIO, PARLA DON GIOVANNI TELO', PARROCO DI VILLA GARIBALDI




Cari amici ed amiche.

Ieri sera, qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova), si è tenuto un incontro che ha avuto come tema centrale il Concilio Vaticano II.
L'evento è stato organizzato dall'Unità Pastorale di San Leone Magno, di cui fa parte anche la parrocchia di Roncoferraro. Qui sopra vi è la scaletta dell'incontro.
L'incontro si è tenuto presso l'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista.
Ospite della serata è stato don Giovanni Telò, parroco di Villa Garibaldi, una frazione di Roncoferraro.
Moderatore della serata è stato il parroco di Roncoferraro, don Alberto Bertozzi, che ha iniziato l'evento con dei salmi cantati.
Don Giovanni ha illustrato quello che fu il Concilio Vaticano II e, in particolare, ha parlato del ruolo che devono avere oggi i sacerdoti, i religiosi ed i laici cattolici nella Chiesa e nella società.
Il presule ha affermato che grazie al concilio la Chiesa cessò di essere "clericale" ed arroccata su sé stessa ma si è aperta al mondo.
Tuttavia, egli ha affermato che il percorso iniziato dal concilio con è ancora completo.
Infatti, non basta concedere spazi al laicato cattolico dentro la Chiesa ma bisogna fare sì che la comunità cristiana assimili quello che è il significato teologico ed eccelsiologico della missione dei laici poiché se non vi è un laicato maturo non potrà esservi una Chiesa matura.
Così, don Giovanni si è riallacciato alla Costituzione dogmatica "Lumen Gentium" , cercando di riassumerla nei seguenti punti:

  1. Il mistero della Chiesa.
  2. Il popolo di Dio.
  3. Costituzione gerarchica della Chiesa e in particolare dell'episcopato.
  4. I laici.
  5. Universale vocazione alla santità della Chiesa.
  6. I religiosi.
  7. Indole escatologica della Chiesa peregrinante e la sua unione con la Chiesa celeste.
  8. La Beata Vergine Maria Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa.
Da tutto ciò emerge la comunione dentro la Chiesa.
Essa è il mistico corpo di Cristo ed il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi ed i laici sono membra vive di questo corpo, ciascuna con il suo ruolo.
Il clero ha la funzione sacramentale mentre i laici ne hanno altre.
Questo ultimi sono chiamati alla santità attriverso le opere nel mondo, dalla politica al lavoro, arrivando alla cultura e alla famiglia.
La Chiesa, tuttavia, deve valorizzare il laico cattolico, tenendo conto della sua identità.
Infatti, la laicità non è sinonimo di "rifiuto di Dio o della Chiesa".
La laicità è l'appartenenza al "laos", il popolo.
Don Giovanni ha citato l'esortazione apostolica del Beato Giovanni Paolo II "Christifideles laici".
Il laico ha il dovere di partecipare attivamente nel mondo, attraverso il proprio lavoro, la politica, il volontariato, la cultura e la famiglia.
Il presule ha poi affermato che Cristo morì per tutta l'umanità.
Quindi, il laico cattolico è missionario nel mondo ma non deve costringere la gente ad entrare nelle chiese. Infatti, deve prima portare Cristo nel mondo, deve farsi testimone di lui.
Don Giovanni ha poi concluso con una preghiera di monsignor Tonino Bello che recita:

"Spirito Santo, donaci il gusto di essere estroversi. Rivolti, cioè, al mondo, che non è una specie di Chiesa mancata, ma l'oggetto ultimo di quell'incontenibile amore per il quale la Chiesa stessa è stata costituita. Se dobbiamo attraversare i mari che ci distanziano dalle altre culture, soffia nelle vele perché sciolte le gomene (corde) che ci legano agli ormeggi del nostro piccolo mondo antico, un più generoso impegno missionario ci solleciti a partire.Se dobbiamo camminare sull'asciutto, mettici le ali ai piedi perché, come Maria, raggiungiamo in fretta la città. La città terrena. Che tu ami appassionatamente. Che non il ripostiglio dei nostri rifiuti, ma il partner agonizzante con cui dobbiamo agonizzare perché giunga a compimento l'opera di redenzione.".

Poi c'è stato lo spazio del confronto tra don Giovanni ed i presenti nella sala.
Il primo ad intervenire sono stato io e ho posto un problema molto recente.
Ho affermato che il Concilio Vaticano II ha teso ad aprire la Chiesa al mondo ma ha anche fatto sì che il mondo entrasse dentro la Chiesa.
Ho citato i concili precedenti (come quelli di Efeso e di Trento) e ho fatto notare che nel Concilio Vaticano II non vi furono condanne verso certe idee, idee che oggi, purtroppo, influenzano sia parte del laicato cattolico e sia parte del clero.
Nello specifico, ho citato certi casi di preti che non fanno bene il proprio mestieri, influenzando negativamente i laici. Ho parlato, ad esempio, del caso di don Giorgio De Capitani, parroco di Rovagnate (Lecco), che ha fatto delle affermazioni gravi contro il proprio vescovo e la Chiesa.
Un altro prete lì presente è intervenuto dicendo che la politica non deve entrare nella Chiesa e ha posto il problema del rapporto tra fede e denaro, citando il caso dell'Ospedale San Raffaele di Milano.
Don Giovanni ha risposto dicendo che i preti possono non condividere l'idea dei vescovi o del Papa ma è tenuto ad obbedire ad essi e non può esternare il proprio dissenso in modo così plateale.
Il prete deve tenere unito il mistico corpo di Cristo.
Quanto all'Ospedale San Raffaele, don Giovanni ha affermato di essere molto dispiaciuto per quanto è successo.
Il compito del cristiano è quello di testimoniare Gesù Cristo anche nelle opere.
E' intervenuto anche Antonio Menegazzo (membro dell'Unità Pastorale ed iscritto all'Associazione Civica Mantovana) che ha affermato di essere un "dito senza un corpo".
Egli, infatti, ha denunciato la carenza di comunicazione sia tra clero e laici e sia tra i laici stessi.
Don Giovanni ha condiviso la sua preoccupazione e ha ribadito quanto ha detto prima.
Il laicato deve maturare e deve essere conscio del ruolo che può avere dentro la Chiesa.
E' intervenuta una signora che ha posto il problema del sacro che troppo spesso si sente avulso anche rispetto alla dimensione sacramentale.
In poche parole, il laico non ha ancora delle responsabilità.
Don Giovanni ha affermato che il punto è proprio questo.
Il Concilio Vaticano II fu fatto per aprire la Chiesa ai laici e fare in modo che essi abbiano un ruolo importante in essa.
Oggi, il cammino è rimasto incompleto.
L'evento è terminato con una preghiera diretta da don Alberto e con la benedizione impartita dallo stesso.
Sono stati poi offerti thè e biscotti.
Concludo esprimendo il mio pensiero.
Io penso che l'idea del Concilio Vaticano II sia stata buona ma penso anche che tale idea sia stata male applicata.
Questo è dovuto d un vulnus del concilio stesso.
Il concilio, infatti, avrebbe dovuto condannare certe idee (come comunismo e relativismo), idee che oggi, purtroppo, sono dentro la Chiesa.
Don Giovanni ha fatto un'affermazione forte dicendo che Cristo morì anche per i comunisti.
Io gli potrei rispondere dicendo che Cristo morì anche per i massoni o per altri.
Effettivamente, Cristo morì per salvare tutti, anche i massoni, i comunisti ed altri.
Tuttavia, se è giusto non condannare l'errante, ossia il comunista, il massone o qualasiasi altra persona, è giusto, invece, condannare l'errore, ossia le idee che hanno il comunista, il massone o qualsiasi altra persona che abbia delle idee incompatibili con il Cristianesimo.
Come in ogni cosa, serve equilibrio.
Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. Lei, che si fa chiamare "maestro eretico", non faccia lo spiritoso!
    Ci furono cose ben peggiori della Santa Inquisizione!
    Eppure, di esse si dice molto meno.

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