Concordo con il titolo di un articolo de "La Nuova Bussola Quotidiana" che è intitolato "Covid e scuola, ripartire è d’obbligo".
Riporto uno stralcio del succitato articolo, scritto da Giovanni Fighera:
Cambiano i nomi negli anni: si chiamavano esami a settembre, sono stati poi ribattezzati debiti formativi, quest’anno PIA (piani di apprendimento individualizzato) per l’occasione dell’emergenza da Coronavirus, ovvero lacune da sanare da parte degli studenti che in ogni caso sono già stati promossi (e questo si sapeva già dall’inizio di aprile).
Intanto, trovano spazio tra le notizie dei quotidiani, dei telegiornali e dei talk show i dibattiti sull’opportunità dell’apertura delle scuole, sulla sicurezza, sui banchi a rotelle che verranno consegnati alle scuole entro ottobre, sui trasporti, sull’inizio delle lezioni che in alcune regioni potrebbe slittare dopo il voto, sui protocolli da seguire nel caso vi fossero contagi tra studenti o personale della scuola, sulle eventuali responsabilità penali dei dirigenti scolastici.
Tante preoccupazioni e tante questioni purtroppo confermano i dubbi che sorsero alla fine dello scorso anno scolastico: verranno utilizzati i mesi estivi per riflettere con serietà sulla riapertura delle scuole? Saranno dettate subito delle agende con appuntamenti inderogabili per arrivare pronti alla data del rientro? Oltre a compilare schede su quanto non è stato svolto o dovrà essere effettuato sarà condotta una riflessione seria non solo su quanto i ragazzi hanno imparato, ma anche su quanto a loro è mancato? Che cosa è davvero essenziale in un rapporto educativo? Che cosa non può mancare a settembre perché adulti e ragazzi possano davvero respirare a scuola e non vivere in trincea, anche senza lockdown, negli istituti scolastici?".
La scuola ripartirà il 14 settembre...forse.
Tutto è in alto mare.
Non ci sono i banchi appositi, non c'è nessuna certezza riguardo ai mezzi pubblici di trasporto e (mi si passi il termine) la disposizione in aula è un casino.
Inoltre, il lockdown ha danneggiato la scuola paritaria.
Con l'anno scolastico finito in anticipo, tutti sono stati promossi.
Dunque, anche il principio della meritocrazia è andato in vacca.
La scuola deve ripartire...per tutti.
Questo è l'unico dato di fatto.
Addirittura, si teorizza di fare frequentare a turno le aule scolastiche.
Ergo, un giorno entra uno scaglione di studenti ed un giorno ne entra un altro.
Ci si vuole rendere conto del fatto che la scuola è il futuro della nostra società.
Questo principio vale oggi più che mai.
Un ragazzo bene istruito sarà poi un membro della comunità che produce capace di fare progredire anche quest'ultima.
Un ragazzo male istruito o non istruito non sarà mai in grado di fare ciò.
Certo, nel secondo caso, il ragazzo potrà fare l'operaio ma non potrà aspirare ad altro.
Per esempio, per dirigere un'azienda, servono delle basi e per avere queste ultime serve l'istruzione.
Inoltre, servono anche figure con titoli importanti, come i medici.
Dunque, noi rischiamo di giocarci il futuro.
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