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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 18 settembre 2020

Non mi chiamo Eberhard von Holle!


Rispondo a chi mi attacca per le mie idee, facendo un paragone storico.

A tale proposito, cito un personaggio storico.
Il personaggio in questione è Eberhard von Holle.
Vissuto tra il 1531 o 1532 ed il 5 luglio 1586, Eberhard von Holle fu l'ultimo vescovo-principe approvato dalla Santa Sede nella Diocesi di Lubecca.
In realtà, dal 1531, il luteranesimo era già ampiamente diffuso nel principato vescovile.
Dalla morte del vescovo Heirich Bockholt (avvenuta nel 1535), la Santa Sede approvò i vescovi cattolici successivi che furono eletti dal capitolo delle cattedrale.
Questo avveniva perché il protestantesimo era ancora agli albori e non si poteva distinguere chi era protestante da chi non lo era.
Certamente, alcuni di questi vescovi erano protestanti.
Uno di questi fu Detlev von Reventlow (1485-12 maggio 1536).
Questi fu il primo vescovo evangelico.
Capitava, infatti, che il vescovo dichiarasse la sua fede protestante dopo la conferma papale.
In alcuni casi, invece, la conferma non arrivò.
Fu il caso del vescovo Andreas von Barby (24 giugno 1508-3 augusto 1559).
Questi non fu confermato dal Papa per la sua vicinanza al re di Danimarca Cristiano III (12 agosto 1503-1 gennaio 1559).
Invece, von Holle dissimulò la sua idea religiosa.
Così, ottenne la conferma papale nel 1562.
Il capitolo della cattedrale di Lubecca lo elesse il 16 maggio 1561.
Tuttavia, nel 1577 firmò la Formula di Concordia, un'importante dichiarazione di fede luterana (chiamata una confessione, Credo religioso o "simbolo") che, nelle sue due parti (Epitome e Dichiarazione di Solidarietà), costituisce la sezione finale del Corpus Doctrinae luterano o del "Corpo della dottrina", conosciuto come il Liber Concordiae (Libro di Concordia) (la maggior parte dei riferimenti a questi testi sono dell'edizione originale del 1580).
Inoltre, nel 1566 divenne anche amministratore della Diocesi di Verden senza avere chiesto la conferma papale e la Curia lo definì "il mostro più feroce".
Ora, io non sono una persona che dissimula le sue idee. 
Anzi, io le ostento e le rivendico.
Le mie idee non hanno mai ucciso nessuno.
Perché mai dovrei nasconderle?
Qualcuno mi dice: "Non esprimerti perché rischi di non trovare lavoro e di avere guai".
Ora, mi pare che la Costituzione dica da qualche parte che "tutti i cittadini hanno pari diritti per sesso, razza, religione e convinzioni personali". 
Perché mai dovrei nascondere certe posizioni critiche nei confronti di Papa Francesco o dovrei nascondere le mie simpatie per il presidente USA Donald Trump, per quello brasiliano Jair Bolsonaro o o per Raffaele Fitto, candidato presidente della Puglia?
Perché mai dovrei nascondere le mie idee in favore del capitalismo o quelle contro l'immigrazione clandestina?
Perché mai dovrei nascondere le mie posizioni pro-famiglia e pro-vita?
Io ho sempre pensato che i rapporti umani e l'amicizia prescindano dalle idee politiche e personali.
Io ho sempre pensato che anche il lavoro prescinda dalle idee e che si basi sul merito.
Chi ha investito in me non ha mai fatto nessuna brutta figura.
Io non desidero certo che il premier Giuseppe Conte sia messo al muro come il dittatore romeno Ceausecu.
Lo vorrei vedere lontano da Palazzo Chigi ma di certo non ne desidero la morte. 
Anzi, gli auguro di campare a lungo, ovviamente, fuori dalle istituzioni. 
Invece, ci sono coloro che vorrebbero vedere la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ed il leader della Lega Matteo Salvini "a testa in giù".
Dunque, chi mi è amico mi accetti per quello che sono e chi mi vorrà assumere mi valuti solo per il mio operato.
Questo è un pensiero civile. 

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Ringrazio un caro amico di questa foto.