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lunedì 7 settembre 2020

Ci sono dubbi sulla validità della rinuncia di Papa Benedetto XVI?


Riporto questo stralcio dell'articolo di Giuseppe Aloisi su "Il Giornale", il quale è intitolato "Nuovi dubbi sulla sua rinuncia. Ma Benedetto è ancora Papa?":

"Pochi giorni fa, Joseph Ratzinger ha battuto ogni record di longevità per un pontefice. In questo caso più unico che raro, un pontefice emerito. Il teologo tedesco, con i suoi 93 anni, è infatti divenuto il papa più anziano della storia della Chiesa cattolica. La notizia è rimbalzata sui media cattolici e non solo. Il raggiungimento dI quel record è stata l'occasione per tornare indietro nel tempo: siamo sicuri - si sono chiesti i conservatori - che Benedetto XVI abbia davvero rinunciato al suo regno per via dell'avanzare degli anni? La voce che interpella gli ambienti ecclesiastici filtra su internet, ma nel "fronte tradizionale" quella domanda è circolata spesso, con cadenza regolare, in molti luoghi. Basta fare un giro sui social network per avere contezza del tenore dei commenti di questi giorni.

Tralasciamo la questione degli schieramenti interni al Vaticano: è una fonte super partes come Korazym.org a porre qualche quesito. La stessa effettività del "record", intanto, essendo Ratzinger un ex pontefice, risulta dibattuta tra gli addetti ai lavori. Ma sul sito citato si legge quanto segue: "Tra le motivazioni, quella che prende campo con maggiore coerenza è legata ai problemi di salute di Ratzinger (il motivo per cui si è dimesso, ndr). Il tempo però è sempre galantuomo e forse, anche giudice sovrano. Sta di fatto che a distanza di sette anni, il Papa emerito è ancora vivo e vegeto. Certo gli acciacchi legati all’età che avanza sono sotto gli occhi di tutti". E ancora l'articolo prosegue chiedendosi quali caratteristiche debba possedere un pontefice per rimanere sul soglio: "Ma alla fine, cosa è richiesto a un Pontefice in età avanzata: che sia capace di intendere e di volere. Nessuno tra i fedeli avrebbe l’ardire di chiedere ad un Papa in là con gli anni di compiere viaggi apostolici in giro per il mondo. Si può evangelizzare anche da Città del Vaticano, grazie agli strumenti che ormai la tecnologia ci mette a disposizione". La conclusione, sulla scia del ragionamento, appare come del tutto naturale: "Dunque i dubbi non solo aumentano, ma diventano sempre più ingombranti, pesanti come macigni".

Il fatto che Ratzinger abbia superato una certa età, dunque, diviene una sorta di spia. Un elemento attorno cui riflettere per comprendere se Benedetto XVI, al netto delle dichiarazioni ufficiali, abbia davvero rinunciato per l'età, e dunque per l'impossibilità di governare una fase complessa per la Chiesa cattolica come quella odierna. In un'epoca polarizzata, sembra normale dividersi anche attorno all'effettiva causa delle dimissioni dell'ex vescovo di Roma. Utilizzando le parole pronunciate di recente da Francesco e tenendo in considerazione il numero delle volte in cui lo stesso Benedetto XVI ha ribadito l'origine della sua decisione, si direbbe un possibile "chiacchiericcio". Ma i fedeli continuano ad interrogarsi su quella rinuncia"
.

Io non sono esperto in diritto canonico ma qualche cosa la so.
La figura del Papa emerito non è prevista dalla normativa della Chiesa cattolico.
Ora, Papa Benedetto XVI è l'unico Papa ad usare questo titolo dopo la rinuncia all'ufficio di Romano Pontefice.
Il Papa può rinunciare al suo ufficio.
Il canone 332 del Codice di diritto canonico recita:

"§2. Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti".

In passato, ci furono casi di rinuncia al pontificato.
Uno di quelli più eclatanti fu quello della rinuncia di Papa Celestino V (Pietro Angelerio da Morrone, 1215-19 maggio 1296).
Tuttavia, un altro caso particolare fu quello di Papa Pio XII (Eugenio Maria Giovanni Pacelli, 2 marzo 1876-9 ottobre 1958).
Durante la II Guerra Mondiale, i nazisti pianificarono il rapimento del Papa.
Allora, Papa Pio XII ebbe pronta la lettera di rinuncia che avrebbe dovuto essere consegnata ai cardinali in caso di rapimento, cosicché i nazisti avrebbero rapito il cardinale Eugenio Maria Giovanni Pacelli e non il Papa.
Il collegio cardinalizio sarebbe stato evacuato in un Paese neutrale e lì avrebbe eletto il nuovo Pontefice. 
Questo lascia presupporre che un Papa che rinuncia al suo pontificato non sia più Papa.
Quindi, egli non indosserebbe più l'abito talare bianco e non avrebbe più le insegne papali.
Utilizzerebbe il suo nome di battesimo e non più quello papale.
Per contro, però, il Papa emerito ribadisce che il Pontefice è Papa Francesco.
Forse, prima del 2013, noi abbiamo mai vissuto situazioni in cui i Papi che si sono dimessi, cose che vissero coloro che vissero secoli prima. 
Nel Medioevo, capitava che i Pontefici rinunciassero al loro ufficio.
Nell'epoca recente, invece, non è mai capitato. 
Perciò, questa situazione ci risulta nuova.
Un Papa può lasciare il suo ufficio se sente di essere incapace di intendere e di volere ma non è proprio il caso di Papa Benedetto XVI, il quale è lucido, nonostante gli acciacchi dei 93 anni.
Certamente, si deve spiegare meglio la cosa.
Il Papa non è un semplice vescovo.
Egli è il vescovo di Roma, successore di Pietro e Vicario di Cristo.
Può esserci un solo Papa, anche perché la cosa può creare conflitti. 
Infatti, sebbene avesse rinunciato al pontificato, Pietro Angeleri da Morrone (che fu Papa con il nome di Celestino V) il suo successore, Papa Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1230-11 ottobre 1303) lo fece arrestare, temendo uno scisma da parte dei cardinali francesi.
Dunque, è bene dare un chiarimento una volta per tutte, per il bene della Chiesa.
Purtroppo, gli esperti non sembrano concordi tra loro.
Per esempio, agli inizi del marzo 2013, il padre gesuita Gianfranco Ghirlanda, ex-rettore della Pontificia Università Gregoriana di Roma, scrisse su "Civiltà cattolica" che "colui che cessa dal ministero pontificio non a causa di morte, pur evidentemente rimanendo vescovo, non è più papa, in quanto perde tutta la potestà primaziale, perché essa non gli era venuta dalla consacrazione episcopale, ma direttamente da Cristo tramite l'accettazione della legittima elezione". 
Altri esperti, invece, furono di parere diverso.
Questa situazione permane ancora oggi.
Dunque, permane anche il disorientamento.










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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".