Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Africa e convertita all'Islam, è stata assunta dall’Unione Europea per operare nell’ambito di un progetto che si prefigge di combattere l’islamofobia, cioè l’avversione verso l’Islam.Ora, queste task force che a parole servono a combattere le discriminazioni hanno una funzione ben diversa nei fatti.
Infatti, esse servono a tappare la bocca a chi esprime una posizione di dissenso rispetto al "pensiero unico" che si vuole imporre.
Oramai, si tratta di una prassi consolidata.
Una persona dice che nell'Islam vi è un problema di una politica non separata dalla religione e che il Corano è anche un codice giuridico incompatibile con il nostro?
Quella persona è additata come "islamofoba" a prescindere da tutto.
Dunque, Silvia (anzi, Aisha) Romano è diventata lo "strumento" con i quali questo potere europeo vuole zittire i dissenzienti.
Questo è un dato di fatto.
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