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sabato 19 settembre 2020

Padre Roberto, la carità ed il buonismo


Su "La Nuova Bussola Quotidiana", vi è un articolo di Stefano Fontana che è intitolato "Quelli che la carità è meglio senza la verità".
Ne riporto codesto stralcio:

"Sull’assassino di don Malgesini si sono sbagliati in tanti. Lo faccio osservare per dovere di cronaca, consapevole che il problema principale non sta qui. Si è sbagliato anche il Papa che ha detto “Voglio ricordare in questo momento don Roberto Malgesini, sacerdote della diocesi di Como, che ieri mattina è stato ucciso da una persona bisognosa che lui stesso aiutava, persona malata … rendo lode a Dio per la testimonianza di martirio di un testimone della carità per i più poveri. Preghiamo in silenzio per tutti i preti, le suore, i religiosi, i laici che lavorano con le persone bisognose e scartate dalla società”.
Si è sbagliato perché l’assassino non era malato e non era stato scartato. Avrebbe dovuto essere rimpatriato nel suo Paese diversi anni fa ma non lo si è fatto, ospitandolo in Italia come clandestino. Si è sbagliato anche il direttore della Caritas di Como secondo il quale “aveva problemi psichici”, poi smentito dalla Questura. Questi aspetti non sono certo centrali, perché don Malgesini aiutava tanti e tra questi tanti c’erano senz’altro molti bisognosi. Però fanno pensare che molti forse non fossero veramente bisognosi, che essere un immigrato clandestino non è garanzia né di essere bisognoso, né di essere malato, né di essere scartato.
Fa quindi pensare che anche la carità forse ha bisogno di un certo discernimento – come oggi si dice – per non celebrare troppo frettolosamente dei nuovi martiri. Anche la carità ha bisogno di luce. Ecco perché il caso induce a riflettere sul rapporto tra la carità e la verità e sulle nuove mode cattoliche di lodare una carità generica, vissuta solo come presenza accanto all’altro, ma senza la chiarezza concettuale e del cuore di cosa sia veramente il bisogno"
.

Questa idea di omettere il fatto che l'assassino di padre Roberto Malgesini, il prete comasco ucciso qualche giorno fa, sia stato un cittadino tunisino che avrebbe dovuto essere espulso dall'Italia dimostra veramente il livello a basso a cui ci sta portando il buonismo.
L'assassino di padre Malgesini non è malato di mente.
Egli è sano e ha agito consapevolmente.
Inoltre, non si è vista la passerella di politici ed autorità ai funerali del prete.
Dov'erano i vari personaggi come il segretario del Partito Democratico  Nicola Zingaretti ed il premier Giuseppe Conte, i quali sono andati ai funerali di Willy Monteiro Duarte?
Ora, padre Malgesini si occupava di poveri.
Dunque, egli faceva la carità.
Invece, questi politicanti, che tanto accusano gli avversari di "fascismo" e che tanto parlano di "diritto di emigrare" sono solo buonisti.
La loro "carità" è pelosa perché con un secondo fine.
Il buonismo ci porterà alla rovina.
Purtroppo, anche Papa Francesco ha sbagliato a dire che l'assassino di padre Roberto sia una persona malata.
Questo dimostra l'ideologia dell'attuale Papa, un'ideologia che molti (anche nella stessa Chiesa) non condividono e che creano disagio.

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