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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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martedì 10 settembre 2019

La questione della libertà

Prendo spunto da codeste parole dello scrittore abruzzese Ignazio Silone (1° maggio 1900-22 agosto 1978):
"La libertà non è una cosa che si possa ricevere in regalo. Si può vivere anche in paese di dittatura ed essere libero, a una semplice condizione, basta lottare contro la dittatura. L'uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero. L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l'assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi. Questo è il male, non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. La libertà bisogna prendersela, ognuno la porzione che può".

Ringrazio la professoressa Barbara Spadini (direttrice della rivista "La Civetta") che mi ha portato all'attenzione codeste parole su Facebook.
La libertà ci fu donata da Dio.
Infatti, Dio ci amò a tal punto da crearci liberi.
Queste parole rispondono al vero.
Una persona veramente libera deve essere libera nel cuore e nella testa, a prescindere dal Paese in cui si vive.
Certo, in una dittatura totalitaria, la libertà può costare caro.
Una persona libera è tale anche quando un perde la vita per le sue idee.
Mi ricordo dell'umanista e politico inglese San Tommaso Moro (7 febbraio 1478-6 luglio 1635) che fu fatto decapitare dal re Enrico VIII Tudor (28 giugno 1491-28 gennaio 1547) per essersi opposto al riconoscimento del monarca come capo della Chiesa inglese.
San Tommaso Moro non è solo un martire della Chiesa cattolica ma deve essere ricordato come un martire anche da tutte le persone che credono nella libertà.
Lo spettacolo di oggi della nostra politica è veramente deprimente.
La dignità dei cittadini è stata calpestata da interessi che non sono del nostro Paese.
Citando un'intervista fatta da Mauro Caverzan a Roberto D'Agostino su "Panorama", l'esito di codesta crisi di governo che ha portato alla nascita del governo giallo-rosso  è stato deciso fuori dall'Italia.
Citando l'ex-presidente della Repubblica Francesco Cossiga (26 luglio 1928-17 agosto 2010), "contano gli equilibri internazionali".
Questo governo è stato voluto dall'Unione Europea, dalla Francia, dalla Germania e dal Vaticano guidato dall'attuale Papa Francesco, colui che ha paragonato ad Hitler i sovranisti, spaccando di fatto la Chiesa.
Questo pontificato non è quello del grande San Giovanni Paolo II (18 maggio 1920-2 aprile 2005).
Oggi, noi non siamo più politicamente liberi ma possiamo scegliere se accettare questa situazione o opporci ad essa senza se e senza ma.
Chi sceglie di accettare la situazione attuale lo fa per ideologia, per comodità sua o per timore e chi sceglie di fare altrimenti lo fa perché si sente tradito dall'attuale politica.
Qui sta un grande paradosso: l'uomo libero può scegliere di rinunziare alla sua libertà, accettando la situazione attuale.
Ogni uomo è responsabile delle proprie azioni verso sé stesso e verso gli altri.
La libertà vera ammette anche questo.
Dunque, spero di avere dato un'occasione di riflessione.
Termino, con una riflessione personale.
Di recente, per avere criticato una ministra di codesto governo, la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova,  ho ricevuto degli attacchi personali su Facebook.
Io non mi pento di avere fatto queste critiche.
Io non ho offeso la ministra sul piano personale ma ho solo sostenuto che per ricoprire certi ruoli servano delle competenze che (con tutto il rispetto) una licenza media non assicura.
Non mi si tiri fuori la storia dei padri di codesta repubblica che non avevano titoli di studio elevati.
Gli anni '40 erano gli anni '40 e il 2019 è il 2019.
Qualcuno mi ha attaccato personalmente tentando di farmi passare per fannullone, cosa che non sono mai stato.
Quando non si hanno argomenti, si attacca sul personale, anche cose non vere.
Questa è la dimostrazione del fatto che alcune persone non abbiano capito cosa sia la libertà.
La libertà di una persona finisce laddove inizia quella del proprio prossimo.
Chi non vuole capire ciò non è libero.
A chi non è libero non interessa la libertà degli altri.
Basta solo che egli (o ella) abbia la pancia piena e del resto non gliene importa nulla.
Poi, però, quando inizierà ad avere la pancia sempre meno piena sarà la prima persona a lamentarsi, anche se non avrà diritto di fare ciò.


1 commento:

  1. Bellissimo e condivisibilissimo testo, Antonio!

    La libertà comporta anche l'essere responsabili delle proprie azioni, altrimenti c'è bisogno dello stato che ci dica cosa fare.

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