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giovedì 18 ottobre 2018

Come negare la cristianofobia

Ringrazio l'amico e collaboratore Angelo Fazio di questo brano di Giuliano Guzzo che mi ha segnalato:


"Il vademecum per negare la cristianofobia prevede almeno cinque passaggi, cinque sistematiche strategie non necessariamente alternative ma, anzi, spesso complementari. Vediamole in sintesi. La prima è quella di cambiare le carte in tavola presentando la vittima come colui che per primo ha provocato. L’aggredito portava al collo un crocifisso? O forse ha osato rivendicare con orgoglio la propria fede cristiana? Allora il primo vero aggressore è stato lui, perché non ha avuto rispetto delle altre sensibilità religiose. Il politicamente corretto stabilisce infatti che tutti abbiano diritto ad avere una propria fede religiosa inclusi i cristiani i quali, però, farebbero più di altri meglio a non manifestarla con troppa convinzione, altrimenti potrebbero scatenare reazioni per le quali saranno ritenuti corresponsabili.Quando c’è la possibilità, nell’immediatezza della diffusione di una notizia, che in effetti la vittima possa essere divenuta tale per via della propria fede cristiana, un secondo modo per negare la cristianofobia è quello di ricordare che sì, insomma, comunque anche la Chiesa si è resa responsabile di tanti crimini. Segue nell’ordine, di solito, il sommario e originalissimo richiamo al processo di Galileo Galilei (1564-1642), al rogo di Giordano Bruno (1548-1600), alle Crociate, ai pedofili preti e a qualunque cosa sia utile a far apparire quel pugno, quell’oltraggio e quell’offesa poca cosa. Di più: l’insistito sottolineare le responsabilità passate – vere o presunte – di persone ricollegabili al Cristianesimo non solo è finalizzato a ridimensionare ogni nuovo atto d’odio contro i cristiani, ma serve quasi a giustificarlo. Come a dire: chi la fa l’aspetti.
Un terzo trucco per far letteralmente sparire l’odio anticristiano dalla cronaca è quello poi, dinnanzi ad una aggressione che ha per vittima uno o più cristiani, di puntare il dito sulla poca chiarezza delle dinamiche e delle ragioni di simili atti di violenza. Tizio alza le mani su Caio maledicendolo per la propria fede religiosa? Sempronio imbratta di scritte una chiesa o prende a male parole un sacerdote? Guai – è l’ammonimento del nostro immaginario (ma non troppo) vademecum – a dare per scontato qualcosa, perché nulla è mai come sembra. Soprattutto se di mezzo c’è una vittima di fede cristiana. Di qui la fioritura delle ipotesi più disparate e sotterranee, dall’instabilità mentale dall’aggressore al richiamo ad episodi che hanno preceduto l’accaduto e che ne costituiscono le vere ragioni. L’importante, anche qui, è che di odio anticristiano non si parli.
Nell’eventualità l’attacco ai cristiani fosse vibrato tramite un film, uno spettacolo teatrale, una scultura, un dipinto, una canzone o una vignetta, una quarta strategia per negarne l’altrimenti evidente dimensione anticristiana è quella di parlare, se non apertamente di capolavoro, quanto meno di opera d’arte. La produzione artistica diventa così l’intoccabile veicolo di diffusione di contenuti blasfemi e vergognosi dinnanzi ai quali qualsivoglia critica da parte dei cristiani viene subito bollata come liberticida: oltre al danno, la beffa. Per la verità un certo rispetto verso la sensibilità religiosa – specie se di mezzo c’è la religione musulmana – inizia a farsi largo anche in ambito occidentale, ma questo non vale per il Cristianesimo contro cui qualsivoglia aggressione non fisica viene facilmente presentata come legittima satira o, appunto, perfino come arte.
Il quinto ed ultimo modo per ridimensionare ad oltranza la gravità dell’odio anticristiano è quello di negare una relazione tra i fatti. Si verificano più atti contro la sensibilità cristiana? Ammesso e non concesso che la gravità di questi venga riconosciuta e che la genesi degli stessi venga ricondotta effettivamente ad odio anticristiano – cosa assai difficile, per le ragioni sin qui esposte – occorre fare il possibile per evitare che si parli di un collegamento, di un clima. Così, per esempio, basta una battuta infelice o comunque censurabile su persone di diversa etnia o orientamento sessuale per far parlare rispettivamente di allarme razzismo o omofobia, ma decine di aggressioni, non sempre solo verbali, a persone di fede cristiana non sono sufficienti neppure a legittimare il termine cristianofobia, sintesi di un fenomeno che non si vuole ammettere, di una persecuzione che avanza con la miglior alleata possibile: l’indifferenza.
”.

A coloro che, per esempio, attaccano le Crociate, si può rispondere facendo notare che esse furono un atto difensivo a seguito di quanto accadde nel 1071, quando i Bizantini furono sconfitti a Manzicerta (Manziket) dai fanatici Turchi Selgiuchidi capitanati dal sultano Alp Arslan (1030-1073), togliendo all'Impero Romano d'Oriente le terre dell'Anatolia, arrivando a Gerusalemme, ove furono perseguitati i pellegrini cristiani, minacciando la stessa Costantinopoli e l'Europa.
Inoltre, riguardo a Giordano Bruno (1548-17 febbraio 1600), faccio notare che l'episodio deve essere contestualizzato.
Bruno visse in un periodo in cui la Chiesa fu sotto l'attacco del mondo protestante, il quale non fu certo più tenero di quello cattolico con i dissidenti religiosi.
Penso, ad esempio, a Giovanni Calvino (10 luglio 1509-27 maggio 1564) che fece anche morire Michele Serveto (19 settembre 1511-27 ottobre 1553).
Ricordo anche le violenze che ci furono durante la Rivoluzione francese del 1789.
Tanti cristiani furono uccisi, specie nel periodo del Terrore Giacobino (1793-1794).
Dunque, la storia deve essere letta bene.
Inoltre, un certo mondo "intellettuale" vuole presentare la Chiesa ed il Cristianesimo come "ente ed ideologia che negarono il progresso e che mortificano l'iniziativa umana".
In realtà, il Cristianesimo e la Chiesa (che è una sua espressione) contribuirono a valorizzare l'umanità.
Per esempio, se nel Medio Evo non ci fossero stati i monaci amanuensi tante opere classiche sarebbero andate perdute.
Certamente, noi dovremmo essere orgogliosi nel difendere la nostra storia e la nostra cultura, la quale si fonda sulla tradizione giudaico-cristiana.
Invece, tra di noi ci sono coloro che negano il contributo dato dalla tradizione giudaico-cristiana alla nostra storia, per creare una "storiografia più amabile per chi non è cristiano".
Questo apre la strada alla cristianofobia.


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