Riporto questo stralcio dell'articolo:
"Nei suoi Tre dialoghi e il racconto dell’Anticristo, Vladimir Sergeevič Solov’ëv presenta il filus perditionis come un grande filantropo venuto per unificare i popoli e instaurare una Chiesa universale, abbattendo divisioni, particolarismi e settarismi. George Soros, non è, naturalmente, l’Anticristo, ma è, come il protagonista del libro di Solov’ev, un filantropo e come tale si presenta sulla scena nella veste di guerriero del progresso che può plasmare demiurgicamente la realtà, i fatti, in virtù dell’enorme ricchezza di cui dispone. L’uomo, d’altronde, ha di sé una opinione molto alta, “diventare la coscienza del mondo” e non a caso, il suo biografo, ha intitolato il libro a lui dedicato The Life and Times of a Messianic Billionare. Di sicuro il messianismo di Soros è, come tutti i messianismi, improntato a redimere l’umano, se non dalle sue contraddizioni esistenziali sicuramente da quelle storiche sociali. A questo scopo, nel 2017, ha dirottato diciotto miliardi di dollari delle sue sostanze alla Open Society Foundations, la grande organizzazione creata allo scopo di promuovere un futuro più democratico in linea con ciò che per lui significano democrazia e progresso.
“Società aperta” è una definizione prelevata da Karl Popper che, a sua volta l’aveva mutuata da Henri Bergson, ed è, ancora una volta, uno di quegli splendidi trucchi lessicali dal sapore umanitario di cui la nostra epoca va ghiotta. Perché dichiararsi a favore di una società aperta evoca immediatamente un’immagine di maggiore libertà e tolleranza, di circolazione delle idee, di pluralismo, di altruismo, in contrasto con quella di una società chiusa ed egoista, nemica della diversità, razzista.
Solo che poi la teoria deve farsi prassi, l’idea deve incarnarsi nel concreto ed è a questo punto che l’agenda umanitaria e universalista di Soros si rivela essere radicalmente in opposizione con ogni idea di tradizione, di ordinamento consolidato, di consistenza etnica e nazionale. Per il magnate ungherese di origine ebrea nazionalizzato americano, nato Schwartz e poi trasformato in Soros da un padre innamorato dell’Esperanto, totalitario non è solo ogni regime che come quello nazista o comunista, confischi la libertà riducendo gli uomini a meri epifenomeni di un’unica volontà collettiva superiore, ma ogni confine, ogni identità di popolo, ogni rivendicazione culturale forte da parte di una civiltà e di una nazione".
L'idea di una "società aperta", una società priva di identità e di valori mi fa molta paura.
Io non ho paura del diverso.
Ho paura di vivere in una società in cui l'individuo è mortificato in nome della collettività e in cui non vi sono né valori fondanti, né tradizioni, né libertà.
Mi fa paura una società in cui si pensa solo a lavorare, a scapito della famiglia e della vita individuale di una persona.
Sia ben chiaro, il lavoro è dignità ed è una cosa che fonda ogni singola persona ma esistono anche altri aspetti non meno importanti.
Una persona deve lavorare per avere un futuro ed una dignità ma deve anche realizzarsi nella sua identità e nel suo essere individuo, anche attraverso altri aspetti della vita.
Questo è quello che il pensiero di personaggi come Soros vogliono negare.
Del resto, cosa ci si può aspettare da un personaggio che ha cambiato cognome, per rinnegare le sue origini ebraico-ungheresi?
Del resto, cosa ci si può aspettare da un personaggio che ha cambiato cognome, per rinnegare le sue origini ebraico-ungheresi?
Se il buon Dio ci creò tutti diversi tra noi, nessun uomo ha il diritto di negare l'identità degli altri uomini.
Quello che Soros vuole fare è quasi diabolico.
Volere distruggere le identità di ciascun popolo del mondo è quasi diabolico.
Oltretutto, l'idea di Soros è nemica anche del capitalismo, in quanto è contro la concorrenza, in favore dell'oligopolio di alcuni grossi magnati.
Oltretutto, l'idea di Soros è nemica anche del capitalismo, in quanto è contro la concorrenza, in favore dell'oligopolio di alcuni grossi magnati.
In fondo, non è così diverso da altre ideologie malate, come il nazismo.
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