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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 19 ottobre 2018

Ad Sanctum Alexandrum Bergomi/ A Sant'Alessandro di Bergamo

Pirchì sacrifiziu factu...
quandu Bergomi citati...
accussì si difinnìu...

dû santuariu vostru fu...
Alexander...Protector homini...
pirchì cchiù casa nun haiu...
pì mia priati o servu Domini.
Amen.

Italiano:

Perché sacrificio fatto...
quando di Bergamo la città...
così si difese...
del santuario vostro fu...
Alessandro...Protettore d'uomini...
perché più casa non ho...
per me pregate o servo del Signore.
Amen.

Questa mia poesia-preghiera mi è venuta in mente durante la gita a Bergamo di domenica scorsa.
Mentre visitavo la cattedrale, nella quale era appena finita la messa, stavo ascoltando la guida che raccontava la storia.
A dire la verità, ho avuto anche la tentazione di presenziare alla messa.
Dato che (come faccio sempre) sono già andato a messa sabato pomeriggio, presso l'Istituto Geriatrico "Antonio Nuvolari" di Roncoferraro, ho lasciato perdere e (con tutta la comitiva e la guida) ho aspettato la fine della funzione.
Ebbene, il Santo Patrono di Bergamo è Sant'Alessandro, un martire tebano vissuto tra il III secolo DC (o AD) ed il 26 agosto 303.
Egli fu martirizzato nella città lombarda.
Ora, la storia della cattedrale di Bergamo fu molto particolare.
Essa, infatti, non fu dedicata a Sant'Alessandro ma a San Vincenzo di Saragozza.
Le spoglie di Sant'Alessandro erano in un'altra chiesa.
Poi, nel 1561, accadde una cosa importante.
Bergamo era nel dominio veneziano ed i Veneziani vollero cingere di mura quella città, in quanto loro avamposto in Lombardia.
Così, dovettero buttare giù delle case e ben cinque chiese.
Tra queste vi fu anche la basilica di Sant'Alessandro.
Così, nel giorno stesso della demolizione,  i Bergamaschi fecero celebrare l'ultima messa nella chiesa e subito dopo portarono via da lì le reliquie del loro santo.
Le reliquie furono traslate nelle cattedrale, ove convissero le devozioni a San Vincenzo e a Sant'Alessandro.
Fino al 1689, nella cattedrale convissero i due capitoli di San Vincenzo e di Sant'Alessandro.
Nel 1689, il vescovo di Bergamo Daniele Giustiniani unì i due capitoli e dedicò la cattedrale solo a Sant'Alessandro.
A San Vincenzo, che non entrò mai nel cuore dei Bergamaschi, poiché non vi erano sue reliquie, fu dedicata una cappella dell'edificio, cappella che oggi è dedicata a San Giovanni XXIII Papa.
Forse, mi sono sentito in "empatia" con Sant'Alessandro, la cui chiesa a lui dedicata fu demolita per fare posto alle mura.
Questo mi ha indotto a scrivere questa poesia-preghiera, che per me è stata quasi come un tarlo in testa che mi ha turbato fino alla fine della gita.
Io sono mantovano di nascita ma meridionale di origini.
Sento molto questa cosa, specie per ciò che concerne la Sicilia, la terra di mia madre.
Se mi fosse tolta la Sicilia, la cosa non mi farebbe piacere.
Purtroppo, le situazioni avverse possono mettere a rischio ciò.
Significherebbe togliermi una parte della mia identità.






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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.