In poche settimane il governo ha completamente rovesciato anni di politiche andate in senso opposto, vedremo con quanta efficacia, ma senza spiegare al Paese perché i vecchi slogan "non possiamo lasciarli affogare" e "l'accoglienza è un dovere morale" siano stati riposti in soffitta in un baleno. Una causa potrebbe essere questa successione di numeri: 1,3 miliardi, 2,6 miliardi, 3,3 miliardi, 4,2 miliardi. È la spesa annua in euro per l'emergenza migranti sostenuta dal governo italiano negli ultimi quattro anni, una decina di miliardi al netto dei contributi europei. Com'è evidente, l'aumento è costante e in percentuale maggiore rispetto al flusso degli sbarchi, perché la spesa del 2017 non riguarda anche chi è arrivato negli anni precedenti e resta nei centri anche per tre anni.
Adesso, i buonisti, coloro che vogliono gli immigrati clandestini, parlando di "carità" (una "carità" che evidentemente è pelosa, visto il giro di denaro che vi è intorno ad essa) si stracciano le vesti.
Il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana "Avvenire" ha intitolato un articolo in questo modo: "Dio si vergogna del governo".
Io mi sentirei di rispondere scrivendo che questo governo non sarà certo il massimo (dato che ha ancora fatto troppo poco, e deve fare di più, per fermare l'immigrazione clandestina) ma che Dio si vergogna anche di quei prelati che hanno scelto di pensare più agli immigrati che non ai poveri italiani della propria zona.
Piantiamola di dire che accogliere gli immigrati clandestini è un atto di carità quando non c'è nulla di caritatevole in tutto questo, visto il business che è stato messo in piedi tra organizzazioni non governative, cooperative e realtà simili.
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