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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 17 agosto 2017

Ricordiamoci di Otranto

L'amico Aurelio mi ha suggerito di scrivere qualcosa sull'Impero Ottomano.
Ebbene, ringrazio di cuore l'amico e collaboratore Angelo Fazio che mi ha segnalato l'articolo del sito "Santi e Beati" che è dedicato ai Santi Martiri di Otranto.
Dopo essersi preso con la forza Costantinopoli il 29 maggio 1453, il sultano dell'Impero Ottomano Mehmet II (29 marzo 1432-3 maggio 1481) decise di volersi prendere anche Roma, di fare della basilica di San Pietro una moschea e di fare avverare così il sogno degli islamici di conquistare il mondo.
Così, il 28 luglio 1480, una flotta di navi partita dall'Impero Ottomano, precisamente dal porto albanese di Valona, arrivò ad Otranto.
A capo di questa flotta vi fu Gedik Ahmet Pascià (che a noi è noto con il nome di Giacometto, morto il 18 novembre 1482), un greco (o albanese) convertito all'Islam.
Arrivati ad Otranto, i Turchi presero la città, massacrando la gente, ed entrarono nella cattedrale.
L’Arcivescovo, Stefano Pendinelli, stava celebrando il Sacrificio Eucaristico: sacerdoti, frati e molti del popolo furono massacrati mentre pregavano. L’anziano presule, con gli abiti pontificali e la croce in mano, fu ucciso con un colpo di scimitarra che gli staccò di netto il capo.
Poi, agli 813 prigionieri venne imposto di scegliere tra la conversione all'Islam e la morte.
I prigionieri scelsero il martirio.
Il primo ad essere colpito fu il vecchio cimatore di panni Antonio Pezzulla, detto Primaldo.
Primaldo fu decapitato ma (miracolosamente) restò in piedi.
Il carnefice turco, che a noi è noto con il nome di Bernabei, rimase così stupito che si convertì al Cristianesimo.
Anche lui fu ucciso...per impalamento.
Soltanto con la reazione del Regno di Napoli e del Papa, l'11 agosto 1480, i Turchi furono cacciati.
I Turchi volevano prendersi l'Italia e Roma per poi invadere l'Europa.
Ancora oggi, i fanatici islamici sognano di prendersi Roma.
Noi dobbiamo fare sì che il loro resti un sogno.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.