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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 7 gennaio 2017

Primum vivere, deinde philosophari di Vito Schepisi

Cari amici ed amiche,

questa è la nota dell'amico Vito Schepisi:
"Ma come si fa, di questi tempi, ad avere un capo della polizia che dice che "la comunità islamica sta facendo progressivamente una sorta di intelligente passo verso l'integrazione"?Solo in Italia - che tra gli stati europei è il Paese che ha meno popolazione islamica di seconda e terza generazione - abbiamo un apparato di pubblica sicurezza che fa politica, invece di pensare alla sicurezza dei cittadini.
Se potessero, Francia, Inghilterra e Belgio, paesi in cui vivono comunità arabe e mediorientali radicate sul territorio, farebbero più di un passo indietro.
In Italia, invece, questa esperienza ci mancava. E non si dica mai che l’Italia si faccia mancare qualcosa!
A parte i salotti del “politicamente corretto” - irrimediabilmente incapaci di compenetrarsi nella realtà in cui vivono - è così difficile capire che contro l'Occidente ed il suo modo di vivere è in atto una guerra di civiltà?
E' un attacco che si radicalizza giorno per giorno nei centri di accoglienza, nelle comunità, nelle strade, nelle periferie, nelle scuole e nelle carceri italiane.
E' in atto una strategia di attacco che utilizza strumenti e motivazioni impreviste e occasionali per colpire lo stile di vita di chi commette lo sbaglio di portarsi a casa i propri nemici.
Ma a chi tutto questo non è ancora chiaro?
Ma può essere accettabile sentirsi dire dal Capo della Polizia, cioè da chi è responsabile della nostra sicurezza: «Lo dico in maniera molto cruda: anche noi un prezzo lo dovremo pagare»?
E’ probabile che sia così, anzi ne sono quasi certo, ma abbiamo forse fatto mai qualcosa di serio per evitarlo?
Abbiamo per caso mai detto pubblicamente che i profughi, non gli avventurieri che invece non dovrebbero neanche mettere piede in Italia, sono solo provvisoriamente ospiti del nostro Paese - nelle misure concordate con tutti i paesi europei - e che appena saranno terminate le condizioni di difficoltà dei paesi di provenienza è bene che se ne tornino a casa loro, tanto più se non condividono il nostro modo di vivere?
Abbiamo mai messo in atto un controllo sistematico di chi arriva in Italia con lo status di profugo?
Come vive, cosa fa, dove va, come si comporta, chi frequenta, cosa dice?
Ma se una banda di criminali si oppone ad un'altra banda di criminali, le due parti (bande) possono forse definirsi "perseguitate"?
Ed i componenti delle bande possono definirsi vittime?
Incominciamo a sostenere con determinazione che chi non ha titolo per stare in Italia è bene che faccia la valigia e se ne torni da dove è venuto.
Mi accusano d'essere crudo e diretto e che su questo argomento sembro un populista xenofobo e razzista. Forse sarà anche vero, ma non me ne frega niente.
Meglio essere chiari da subito che pentirsene domani.
Ogni comunità nasce attorno a determinate esigenze e si costituisce sulla base di regole comuni e fondamentali. La prima è proprio quella di difendere la propria esistenza, cioè vivere per poi pensare a tutto il resto: primum vivere, deinde philosophari
.".

Ringrazio Vito.
Due anni fa, a Parigi, c'è stato l'attentato alla sede della rivista "Charlie Hebdo".
Commento solo dicendo che qui in Italia si sta prendendo sottogamba la minaccia del terrorismo.
Si continua a fare il "politically correct" e si continua ad eludere il problema.
Si continua anche a fare entrare gente dall'Africa e dal Medio Oriente, esponendo sempre il più il nostro Paese a gravi rischi.
Questa gente "politicamente corretta" sta rischiando di ammazzare il nostro Paese, ridendo e scherzando.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.