per il suo libro intitolato "Gomorra", Roberto Saviano è stato condannato per plagio.
Leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Tre articoli plagiati in "Gomorra". Saviano per la legge è un copione".
Saviano ha sempre minimizzato ma, secondo i giudici, nel suo libro più famoso, "Gomorra "
(10 milioni di copie, cifra incredibile per l'Italia), ci sarebbero plagi evidenti. Il caso ha una lunga storia giudiziaria. Il suo best seller del 2006 rielaborava molti dei casi di cronaca napoletana di quegli anni. Come è ovvio, Saviano aveva pescato questi casi dai giornali. Sulla modalità di questo “copia e incolla” aveva avuto da ridire la società Libra che edita Cronache di Napoli e Corriere di Caserta. La succitata società ha fatto causa, nel 2008, ritenendo che 3 articoli delle sue testate fossero stati riprodotti nel testo senza citarli e senza autorizzazione. La sentenza di primo grado sembrava confermare le ragioni di Saviano: nel 2010 venne assolto e addirittura risarcito con 5.000 Euro. Ma nel 2013, in secondo grado di giudizio, la corte d'Appello di Napoli (sezione specializzata in materia di proprietà intellettuale) aveva ritenuto Saviano e il suo editore di allora, la casa editrice "Mondadori", responsabili di "illecita riproduzione" e li aveva condannati in solido al risarcimento dei danni, patrimoniali e non, per 60.000 Euro.
(10 milioni di copie, cifra incredibile per l'Italia), ci sarebbero plagi evidenti. Il caso ha una lunga storia giudiziaria. Il suo best seller del 2006 rielaborava molti dei casi di cronaca napoletana di quegli anni. Come è ovvio, Saviano aveva pescato questi casi dai giornali. Sulla modalità di questo “copia e incolla” aveva avuto da ridire la società Libra che edita Cronache di Napoli e Corriere di Caserta. La succitata società ha fatto causa, nel 2008, ritenendo che 3 articoli delle sue testate fossero stati riprodotti nel testo senza citarli e senza autorizzazione. La sentenza di primo grado sembrava confermare le ragioni di Saviano: nel 2010 venne assolto e addirittura risarcito con 5.000 Euro. Ma nel 2013, in secondo grado di giudizio, la corte d'Appello di Napoli (sezione specializzata in materia di proprietà intellettuale) aveva ritenuto Saviano e il suo editore di allora, la casa editrice "Mondadori", responsabili di "illecita riproduzione" e li aveva condannati in solido al risarcimento dei danni, patrimoniali e non, per 60.000 Euro.
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna.
Normalmente, io cito le fonti da cui attingo gli spunti per fare gli articoli di questo blog.
Oltre ad essere un fatto legale, la cosa è anche un fatto etico.
Chi fa gli articoli dei giornali è un professionista e come tale merita rispetto e c'è un'azienda che lavora.
Inoltre, un giornale va avanti se vende.
Se la gente inizia a copiare i suoi articoli senza almeno citarlo, il giornale subisce un danno.
Esso ha il diritto di tutelarsi.
Cordiali saluti.
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