Cari amici ed amiche,
leggete l'articolo de "La Gazzetta di Mantova" che è intitolato "Chiesa apre a gay, divorziati e matrimoni civili".
Ora, il quotidiano "La Gazzetta di Mantova" è tendenzialmente su posizioni progressiste.
Nell'articolo in questione si commentano i documenti del Sinodo.
Che gli omosessuali debbano essere trattati con rispetto e non esclusi dalla Chiesa è cosa ovvia.
Però, l'omosessualità è comunque da considerarsi peccaminosa.
Leggete il libro del Levitico o certi scritti di San Paolo.
Va condannato il peccato e non il peccatore.
Se non fosse così non sarebbero da condannare solo gli omosessuali.
Io, per esempio, non sono omosessuale ma posso peccare in altri modi e magari potrei anche commettere peccati più gravi.
Per questo, noi dobbiamo confidare nella misericordia di Dio.
Quando disse: "Chi sono io per giudicare gli omosessuali?", Papa Francesco ci volle fare capire che nessuno di noi è immune dal peccato.
Tuttavia, proprio perché ai sensi della Scrittura l'omosessualità è peccaminosa, la Chiesa non può legittimare le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Riguardo al divorzio, la Chiesa deve avere certamente una comprensione.
Un divorzio è spesso una tragedia famigliare.
Ci sono stati casi di divorzi dovuti un coniuge che ha fatto violenza all'altro coniuge e questi casi ci sono ancora.
Di fronte a casi come questi, il divorzio diventa inevitabile.
E' vero, altresì, che tanti divorzi oggi sono dovuti a "questioni di letto" o "di corna" oppure semplicemente perché un coniuge non ama più l'altro coniuge.
Così il marito tradisce la moglie e viceversa.
Oggi, c'è una cultura molto superficiale.
Basti vedere tanti nostri giovani.
Ci sono ragazzi e ragazze che fanno sesso stanno insieme per un po', poi si lasciano e poi magari rifanno sesso per lasciarsi nuovamente.
Tra mass media ed altro, c'è una cultura molto basata sul sesso e poco su altri principi.
A mio giudizio, i divorziati risposati non sono da escludere dalla Chiesa.
Anzi, anche per loro (come per gli omosessuali) vi è la misericordia di Dio.
Però, riguardo alla Comunione va detto che essa è un sacramento.
Nell'ostia consacrata vi è Gesù Cristo stesso.
Un divorzio non è solo la fine di un contratto civile ma è anche la rottura di un sacramento, nel caso che il matrimonio sia religioso.
Rompere un sacramento è peccato.
Proprio perché nell'ostia consacrata vi è Gesù Cristo diventa un problema dare la Comunione ai divorziati risposati.
Concedere la Comunione ai divorziati risposati o addirittura la possibilità di risposarsi in chiesa ai divorziati (salvo che nei casi in cui è intervenuta la Sacra Rota) significa (in qualche modo) legittimare questa cultura superficiale.
Forse, servirebbe un cambio di cultura.
Oppure, si dovrebbe valutare caso per caso, per esempio distinguendo i casi di divorzi dovuti a mariti violenti o a mogli violente dagli altri.
Il matrimonio comporta delle responsabilità e ai giovani va fatto capire questo.
Ricordo che per un divorzio, noi perdemmo l'Inghilterra nel 1534.
A proposito di Inghilterra, com'è noto, la Chiesa anglicana oggi è in crisi.
Per esempio, essa ha aperto al matrimonio religioso per i divorziati, al sacerdozio femminile, al sacerdozio per gli omosessuali.
Oggi, la Chiesa anglicana ha perso parecchi fedeli.
Tempo fa, avevo scritto un articolo in cui avevo riportato le parole dell'ex-primate anglicano George Leonard Carey.
Lord Carey ha parlato di rischio di estinzione della Chiesa anglicana.
Una Chiesa troppo simile alla società è una Chiesa inutile.
Quello della Chiesa anglicana è un esempio calzante.
Tra l'altro, ci sono rischi anche tra noi.
Il sito "Blitz Quotidiano" riporta un articolo del quotidiano "Libero" che è intitolato "Libero: “Sulla comunione ai divorziati il Papa sta spaccando la Chiesa”".
Io temo che "per accogliere tutti noi rischiamo non solo di non riuscire ad avvicinare gli altri ma di perdere anche molti dei nostri".
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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