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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 3 novembre 2013

Falso Made in Italy e Laogai, dobbiamo stare attenti!

Cari amici ed amiche.

Ieri, ho visto un documento del "Tg1" (RAI 1) che parlava dei falsi prodotti alimentari italiani che vengono prodotti in Cina ed esportati all'estero.
Purtroppo, ci sono aziende italiane che prendono materia prima prodotta in Cina, che la lavorano un po' qui in Italia e che mettono nel mercato (sia qui in Italia e sia all'estero) spacciandola per "Made in Italy".
E' il caso (per esempio) del concentrato di pomodoro.
In pratica, un'azienda italiana compra il triplo concentrato di pomodoro dalla Repubblica Popolare Cinese, quando è qui in Italia, gli aggiunge un po' d'acqua e di sale e poi immette il prodotto nel mercato confezionato come prodotto "Made in Italy".
Questa cosa danneggia tutti.
Sono danneggiati i consumatori, sia qui in Italia e sia all'estero, che credono di consumare un buon prodotto italiano e che invece consumano un prodotto straniero, la cui qualità può essere dubbia.
Sono danneggiati gli agricoltori ed i produttori di materie prime italiani, poiché vedono una concorrenza sleale da parte di produttori esteri che vendono tutto a basso costo.
Quello che è peggio, però, riguardo alla Cina, è il fatto che tanta parte dei falsi prodotti italiani siano prodotti non da semplici aziende ma dai laogai, i campi di lavoro cinesi in cui vengono rinchiusi gli avversari del regime comunista.
Quindi, c'è anche un problema etico.
L'Unione Europea prenda una posizione.
In primo luogo, si obblighino le aziende che mettono nei mercati i prodotti a dare una tracciabilità seria di questi ultimi.
Se una materia prima è stata prodotta all'estero, si indichi lo Stato di provenienza.
In secondo luogo, si condanni chi prende prodotti da realtà laogai, che non sono certamente diversi dai lager nazisti o dai gulag sovietici.
Cordiali saluti. 

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