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lunedì 11 novembre 2013

Dal sito "U Catholic": Pope St Leo the Great

Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo del sito "U Catholic" che è intitolato "Pope St Leo the Great":


"It is regrettable that so little is known about the early life of this man who proved to be such an extraordinary shepherd of the Catholic Church that he came to be known not only as Pope Saint Leo I, but also is one of the only two Popes in two thousand years to be called “the Great.”
What we do know is that as a deacon of the Roman Church, before being elevated to the office of Pope in 440 AD, St. Leo the Great had opposed the heresy of Pelagianism which taught that grace was not necessary for salvation, but was rather a bonus that God granted to those who earned it by their good works.  As Pope, St. Leo the Great was forceful and unambiguous in his Christological teaching which affirmed the full divinity and humanity of Christ.  In fact his most famous writing, commonly known as the Tome of St. Leo (449), was the basis of the Council of Chalcedon’s (451) dogmatic definition of Christ as one Divine Person possessing two complete natures, human and divine.
St. Leo the Great was Pope during the middle of the fifth century, a troubled time when barbarian armies were ravaging the once mighty Roman Empire.  For all intents and purposes, the Western Empire was in total political and military collapse and there was a vacuum of political leadership.  Pope St. Leo filled the void and became the advocate for the temporal as well as spiritual needs of his flock.
He is perhaps most famous for persuading Attila the Hun to abandon his plans to sack the city of Rome and to withdraw his forces beyond the Danube river (452).  St. Leo once again was the spokesperson for the Roman citizenry in 455 when the Vandal barbarians swept into Central Italy, securing concessions from them.
Through both his powerful teaching and his leadership, Pope St. Leo the Great very much strengthened the office of the Papacy and made a strong biblical case for the Divine institution of this ministry by examining the biblical evidence for Peter’s unique role among the apostles.
The writings that survive by St. Leo, besides his famous Tome, consist of 143 letters and 96 sermons.  His sermons cover every season of the liturgical year and are indeed a treasure. St. Leo the Great died in 461 and  is regarded as one of the most important of the Western Fathers of the Church and was declared a “Doctor of the Church” by Pope Benedict XIV.".

San Leone Magno (390-461) visse in un periodo molto difficile ed il suo pontificato fu travagliato.
Egli combatté varie eresie, come il pelagianesimo, un'eresia ispirata da Pelagio, un monaco irlandese vissuto tra il 360 AD ed il 420 AD, in cui si credeva che il peccato originale non avesse macchiato la natura umana e che la volontà del genere umano fosse ancora in grado di scegliere tra bene e male, senza uno speciale aiuto divino. In pratica, il cattivo esempio alla progenie fu dato dal peccato di Adamo ma le sue azioni non ebbero altra conseguenza.
Oltre a ciò, San Leone Magno dovette affrontare gli ariani.
L'arianesimo fu un'eresia cristologica fondata da Ario (256-336) che negava la consustanzialità tra il Padre ed il Figlio nella Trinità.
In pratica, Gesù era "inferiore" rispetto al Padre, pur venendogli riconosciuto l'essere primogenito delle creature.
Ora, l'Italia di quel tempo ebbe a che fare con i Visigoti, un popolo germanico che praticava l'arianesimo, come i Vandali.
Oltre a ciò, San Leone Magno ebbe a che fare anche con Attila,il re degli Unni, un popolo barbaro e pagano che proveniva dall'attuale Russia e che portava morte e distruzione in quell'Impero Romano d'Occidente in disfacimento.
Qui si creò  un enigma.
San Leone Magno e Attila si incontrarono presso il fiume Mincio, nel 452 AD, e lo convinse a non attaccare Roma.
Secondo la tradizione, pare che Attila fosse stato molto superstizioso che qualcuno gli avesse ricordato della fine del visigoto Alarico, che saccheggiò Roma nel 410 e che morì poco dopo in Calabria. 
Per alcuni l'incontro avvenne a Salionze, in Provincia di Verona.
Per altri, avvenne qui a Roncoferraro, in località Governolo.
Per uno studioso mantovano (che ha studiato presso gli scavi del Forcello) Gualberto Storti, l'incontro potrebbe essere avvenuto presso la località Ponteventuno, una frazione di Curtatone, sempre in Provincia di Mantova.
L'incognita sta nel fatto che noi non abbiamo le cartine del fiume Mincio di quegli anni.
I fiumi erano diversi rispetto a quelli che vediamo oggi.
Per esempio, il fiume Taro, un fiume che nasce in Liguria e che sfocia nel Po all'altezza di Gramignazzo, in Provincia di Parma, in origine sfociava nel Po a Coltaro, una frazione del Comune di Sissa, che è sempre in Provincia di Parma. 
Per alcuni, pare che al tempo di San Leone Magno, il Mincio sfociasse nel Po a Governolo.
Tra l'altro, non fu un caso che il Papa avesse scelto di incontrare Attila in quel luogo.
Secondo tradizioni esoteriche, i fiumi e le sorgenti attiravano gli spiriti. 
Secondo queste credenze, le foci erano molto "attive".
Attila era superstizioso ed il Papa sfruttò ciò.
Comunque, grazie a San Leone Magno, si evitò una distruzione totale del nostro patrimonio.
Ricordiamolo.
Cordiali saluti. 



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