Novo Mosè sé far volse...
come 'n Bononia...sì per Carlo di Calabria Duca...
sì d'Ascoli Cecco...per il secolo Stabili mastro Francesco...
et sé a dar pigliò servigio...
ma 'n scientia far...sé fé stregonesco...
qui a l'Ecclesia levò pacenzia...
et contra 'l maestro Danti...negromante de' negromanti...
sé mittìu...et contra fu sentenzia...et poenitentia...
cum l'Acerba 'n foco...et di demone raggia canti!
Sì iusto faci l'omo la scientia...
ma ad essere non havi di Lucifero trista arte...
perché desi Iddio quella per iusto servigio...
a l'omini tutti...et succurrere 'n iusta parte.
La poesia da me composta e riportata qui sopra parla di uno dei personaggi più controversi ed oscuri, Cecco d'Ascoli.
Cecco d'Ascoli (il cui nome vero fu Francesco Stabili) fu un poeta, un medico, un insegnante, un filosofo, un astronomo ed un astrologo vissuto nel Medio Evo.
Egli nacque ad Ancarano (un Comune della Provincia di Teramo che fu legato ad Ascoli Piceno) nel 1269.
A diciotto anni, Francesco entrò nel monastero di Santa Croce ad Templum, uno centri di propulsione dell'esoterismo templare del centro e del sud dell'Italia.
Nel 1314 andò a Firenze e nel 1324 insegnò astronomia nella facoltà di medicina dell'Alma Mater di Bologna.
Qui subì anche la prima condanna da parte dell'Inquisizione per avere espresso idee negative verso la religione cristiana.
Gli furono sequestrati i libri di astronomia e gli fu ordinato di pregare molto.
Nel 1325, grazie all'ammirazione degli studenti, fu riabilitato.
In qualità di medico, Francesco, soggiornò anche ad Avignone, presso la corte di Papa Giovanni XXII.
Nel 1326, tornò a Firenze, ove il duca di Calabria Carlo d'Angiò lo nominò medico di corte.
Contrastato dal cancelliere, fra Raimondo, vescovo di Aversa, cadde in disgrazia presso il duca per un oroscopo negativo su sua figlia e quella sulla prossima discesa di Ludovico il Bavaro, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico.
Questo gli costò il processo dell'Inquisizione e la condanna al rogo di fronte alla Chiesa di Santa Croce a Firenze.
Fu anche un negromante.
Anche questo gli costò la condanna.
Scrisse anche delle opere letterarie.
Tra queste merita di essere citata "L'Acerba".
Si scontrò anche con Dante Alighieri.
Dante sosteneva che l'istinto potesse essere dominato dall'educazione.
Cecco, invece, sosteneva che la natura prevalesse su tutto.
Insomma, Cecco d'Ascoli fu un illuminista ante-litteram, con tutti gli aspetti più controversi oscuri.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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sabato 10 agosto 2013
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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