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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 5 gennaio 2012

Luca Ricolfi, "La Repubblica delle tasse"


Cari amici ed amiche.

Leggete questo testo di Luca Ricolfi che è stato ripreso dall'amici Filippo Giorgianni:

"Da quando nella politica italiana è entrato Berlusconi, ossia dal 1994, la cultura di sinistra ha sviluppato un suo peculiare racconto dell'Italia. Secondo questo racconto chi vota a sinistra sarebbe "la parte migliore del Paese", mentre la parte che sceglie il centro-destra sarebbe la parte peggiore, evidentemente maggioritaria. La teoria delle due Italie scattò subito, nel 1994, allorché la "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto fu inaspettatamente sconfitta dal neonato partito di Berlusconi. E da allora mise radici, costruendo pezzo dopo pezzo una narrazione della storia nazionale al centro della quale vi è l'idea di una vera e propria mutazione antropologica degli italiani, traviati fin dagli anni Ottanta dal consumismo e dalla tv commerciale. Una narrazione che, nel 2001, si arricchirà di un nuovo importante tassello, con la teoria di Umberto Eco secondo cui gli elettori di centro-destra rientrerebbero in due categorie: l'Elettorato Motivato, che vota in base a interessi egoistici e ai propri pregiudizi contro stranieri e meridionali, e l'Elettorato Affascinato "che ha fondato il proprio sistema di valori sull'educazione strisciante impartita da decenni dalle televisioni, e non solo da quelle di Berlusconi". Due elettorati ai quali non avrebbe neppure senso parlare, visto che non si informano leggendo i giornali seri e "salendo in treno comperano indifferentemente una rivista di destra o di sinistra purché ci sia un sedere in copertina". Vista da questa prospettiva la vittoria del 1994, come tutte quelle successive, non sarebbe un incidente di percorso, ma l'amaro sbocco di processi di degenerazione del tessuto civile dell'Italia iniziati molti anni prima. Uno schema, quello dell'Italia traviata dal consumismo e dai media, apparentemente nuovo ma in realtà già allora vecchio di 30 anni. Era stato infatti Pasolini, molti anni fa, a denunciare - ma senza disprezzo, e con ben altra umanità - la "scomparsa delle lucciole", immagine con cui soleva descrivere la dissoluzione dell'umile Italia fin dai primi anni Sessanta, con l'estinzione delle culture popolari sotto l'incalzare del benessere e delle migrazioni interne. Insomma, voglio dire che è mezzo secolo che "alla sinistra non piacciono gli italiani", per riprendere il titolo del saggio con cui, fin dal 1994, lo storico Giovanni Belardelli (sulla rivista il Mulino) fissò la sindrome della cultura di sinistra, incapace di darsi una ragione politica dei propri insuccessi, e perciò incline a dipingere l'Italia come un Paese abitato da una maggioranza di opportunisti, di malfattori, o di ignavi.".

Innanzitutto, ringrazio Filippo. E' un bravo ragazzo e merita ogni rispetto. Tra l'altro colgo l'occasione per fargli gli auguri di buon compleanno. Ha solo venticinque anni ma ha una grande cultura e, da quello che ho potuto vedere, ha passione per molti argomenti, spesso sensibili.
Ora, parlo dell'articolo.
Faccio ciò da uomo di destra e cattolico, quale sono, e da persona che conosce abbastanza bene certe situazioni.
Effettivamente, c'è una "sindrome della sinistra".
Molto spesso, coloro che fanno parte della sinistra bollano noi di centro-destra come "ignoranti", "ignavi", "idioti" e quant'altro.
C'è un vero e proprio "razzismo culturale".
Lo so bene io.
Ad esempio, io ho una mia attività culturale. Ad esempio, compongo e pubblico poesie e partecipo a riunioni di associazioni culturali (come il cenacolo dei poeti mantovani "Al Fogolèr"). Quindi, la mia attività è riconosciuta.
Non sarò l'uomo più colto del mondo ma qualcosa ho fatto.
Eppure, qui a Roncoferraro, ove la sinistra è forte, non riesco a fare nulla, mentre si favoriscono altre attività.
Per carità di Dio non voglio fare accuse di nessun tipo ma voglio solo fare una constatazione dei fatti.
Di sicuro, il fatto che io sia di destra mi penalizza e non poco.
Inoltre, la cosa si è estesa anche nei rapporti umani.
Addirittura, c'è chi durante la Messa non mi stringe la mano quando il prete dice:
"Scambiatevi un segno di pace".
Il mio è solamente un caso.
La verità è che a sinistra c'è chi si ritiene moralmente superiore agli altri e puro.
Fa parte della sua cultura settaria.
La sinistra fa spesso disquisizioni antropologiche, ritenendo che la sua parte politica sia la migliore e quella che esprime i valori.
Purtroppo, questa "cultura" fu legittimata dal fatto che dopo la II Guerra Mondiale e l'avvento della Repubblica non ci fosse stata una "riconciliazione nazionale" .
Infatti, la sinistra inizò ad avere l'egemonia nel mondo della cultura e da qui nacquero i problemi che tutti noi conosciamo.
Da situazioni del genere nasce l'ignoranza e dall'ignoranza non viene nulla di buono.
Cordiali saluti.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.