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mercoledì 2 settembre 2020

Malidittu Garibaldi


Talianu essiri vosi...
comu si dissi mastru Giuseppi...
ma fu iddu unu francisi...
et accussì si 'nnìu pì Marsala...
et purtau iddu tantu duluri...
comu sò li surdati ficinu 'n Brunti...
cà malidittu vinnu da lu Signuri!


Italiano:

MALEDETTO GARIBALDI

Italiano essere volle...
come si disse mastro Giuseppe...
ma fu egli un francese...
e così andò per Marsala...
e portò egli tanto dolore...
come suoi i soldati fecero in Bronte...
che maledetto venne dal Signore!

Imitando Teofilo Folengo, noto poeta mantovano (1491-1544) che scrisse le poesie in linguaggio antico trapunto di parole mantovane, io ho scritto questi versi usando il dialetto siciliano.
Ho ritenuto questa la migliore "risposta" ai "garibaldini" della mia zona. Voglio proprio essere polemico.
Ora, qui a Roncoferraro (Mantova) si celebrano tanto Giuseppe Garibaldi ed i suoi Mille.
Roncoferraro è la terra natale di Giuseppe Nuvolari, luogotenente di Garibaldi.
Forse, però, a qualcuno sfugge qualche piccolo particolare.
Garibaldi nacque a Nizza il 4 luglio 1807.
In quel periodo Nizza faceva parte della Francia, poiché in quegli anni essa fu annessa da Napoleone.
Garibaldi fu registrato come cittadino francese con il nome di Joseph Marie Garibaldi.
Inoltre, egli odiava il clero e la Chiesa per un fatto personale.
Suo padre volle indirizzarlo verso gli studi di legge (per diventare avvocato) o verso gli studi religiosi.
Egli, però, volle fare il marinaio.
Scappò ma un prete riferì della sua fuga alla famiglia.
Arrivato sulle alture di Monaco, Garibaldi fu fermato e ricondotto a casa.
Dunque, egli agiva per i suoi rancori personali.
Il fatto più grave, però, risale al 10 agosto 1860, anche se una serie di episodi gravi iniziò il 29 luglio e finì nel sangue il 10 agosto nel sangue.
Garibaldi era arrivato in Sicilia. e lì aveva iniziato la sua campagna.
Fu nominato "Dittatore della Sicilia".
Tuttavia, il 10 agosto 1860, scoppiò a Bronte (Catania) un'insurrezione popolare.
Garibaldi e le sue truppe reagirono con violenza.
In quell'occasione, ebbe un ruolo da protagonista (in negativo) il compagno d'arme di Garibaldi, Nino Bixio (1821-1873) che fece fucilare della gente che ebbe la colpa di non essere schierata con quella persona che venne battezzata come "Eroe dei due mondi".
Oltretutto, per avere il controllo della Sicilia, Garibaldi si accordò anche con la mafia, che all'epoca era presente e radicata solo nella zona occidentale dell'isola, ove erano maggiori le forze anti-borboniche.
Questo sarebbe un eroe?
Come disse un grande bibliofilo, Marcello Dell'Utri, la storia va studiata senza pregiudizi.
Solo così ci si può fare un'opinione.
Cordiali saluti.


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