Su "Panorama", vi è un articolo di Mario Giordano che è intitolato "Un lavoro diversamente agile".
Lo smart working, il lavoro da casa, è una forma di lavoro certamente valida.
Basti pensare a quello che è accaduto con l'emergenza Coronavirus e molti hanno potuto lavorare da casa, come se fossero stati in ufficio.
Quindi, la pratica dello smart working deve essere valorizzata.
Certo, vi è anche un risvolto negativo.
Infatti, il risvolto riguarda il pubblico ufficio.
I pubblici uffici, lenti, inefficienti e popolati da persone che passano il tempo più di fronte alle macchinette del caffè che non nei loro uffici, sono noti.
Oltre a ciò, vi è anche l'assenteismo.
Un caso noto è stato quello di qualche anno fa a Sanremo.
Ora, il rischio dello smart working è proprio l'incoraggiamento all'assenteismo.
Questo è un grosso problema.
Infatti, chi controlla che quell'impiegato o quell'impiegata faccia il suo lavoro e che lo faccia bene?
Finché si tratta di un'impresa privata, lo smart working è utile.
Le imprese privata hanno tengono ai loro bilanci e perciò stanno attente.
Però, la cosa è diversa con il pubblico impiego.
Sul pubblico impiego, non c'è controllo.
Questo è un problema, dato che i pubblici impiegati sono pagati da noi.
Dunque, è bene stare attenti.
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