Il "Caffè della politica e della cultura": il terrorismo di Obama

Su Facebook, il mio carissimo amico e socio Morris Sonnino pubblica le foto dei cappuccini e dei maritozzi.

Io pubblico la foto del caffè, per creare questa nuova rubrica intitolata "Il Caffè della politica e della cultura".
Ringrazio Morris dello spunto. Se lo incontrassi, gli offrirei un caffè.

In fatto di caffè, batterei Morris.

Una volta, ne bevvi una ventina in una giornata. 

Ora, visto che ho creato questa rubrica, aggiungiamole qualche contenuto.

Prendo spunto da un articolo dell'amica Chantal Fantuzzi su "Ticino Live", articolo che è intitolato "
I virulenti attacchi di Obama a Trump, la speranza di vincere e la paura di perdere (ancora)".

Nella storia americana, non si è mai visto un ex-presidente interventista come Barack Hussein Obama.

Obama sta attaccando in modo veramente becero (e spropositato) il presidente in carica Donald Trump.

Egli ricorre alla mostrificazione del presidente, presentandolo come un nemico pubblico.

Quando si ricorre a questo tipo di espedienti, non si ha la certezza di vincere.

Obama sa che Joe Biden è debole.

Egli, infatti, appoggia un candidato debole che può manipolare a suo piacimento.

Infatti, il meccanismo è molto semplice: in caso di vittoria di Biden, quest'ultimo sarebbe il presidente di diritto ma di fatto comanderebbe Obama.

Obama vuole tornare al governo ma si può ricandidare per un terzo mandato.

Così, mette avanti il suo ex-vice Biden.

Oramai, la pratica è vecchia.

Così, Obama attacca Trump.

Obama mette la faccia.

Il problema, per lui, è che questa sua sovraesposizione mediatica potrebbe essere controproducente per il suo candidato Biden.

Obama sta creando un clima di scontro e in questo momento gli Americani non hanno bisogno di ciò.

Obama sa che se Biden vincesse la vittoria sarebbe sua.