Vi ricordate le lacrime della ministra delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova, la quale voleva a tutti i costi la sanatoria per i migranti irregolari, i quali (a suo dire) erano sfruttati dai "caporali" dell'agricoltura?
Ebbene, la sanatoria in questione non serve a nulla.
Lo dicono gli stessi migranti.
Le norme per inquadrare i braccianti irregolari non stanno funzionando.
Sono troppo complicate e facilmente aggirabili dai "caporali" e dagli imprenditori senza scrupoli.
Sono gli stessi immigrati a denunciare ciò.
Questi ultimi vivono nei ghetti della Puglia da decenni e sono essenziali per le coltivazioni, s cominciare da quella dei pomodori.
Gli stessi migranti dicono che per essere assunti sono costretti a pagare.
Uno di loro, un immigrato del Gambia ventottenne di nome Amani, ha raccontato la sua storia e ha affermato che il Governo fa le leggi senza capire le problematiche.
Certo, Amani deve essere qui in Italia da prima dell'8 marzo 2020, giorno nel quale è iniziato il lockdown ma la situazione non cambia, dato che possono chiedere la sanatoria anche i migranti presenti da prima, dal 31 dicembre 2019.
Insomma, questo Governo ha favorito l'immigrazione e non ha risolto il problema del caporalato.
Anzi, i "caporali" continueranno a fare lauti guadagni sulla pelle di altre persone.
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