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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 22 agosto 2020

La psico-polizia dei social network


Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo Roberto Ezio Pozzo che è intitolato "Diffidare della classe politica che vuole “rieducare” le masse e dei “dibattiti” pilotati sui social".
Ne riporto questo stralcio:

"Tra un banco a rotelle ed una mascherina griffata, tra un flash-mob e la decapitazione di innocue statue, i nostri intellettuali d’azione che affollano la categoria dei “progressisti” sembrano aver capito tutto ciò che noi, derelitti stupidotti non abbiamo proprio assimilato. Nel Paese in cui un importante ministro – che preferirebbe essere chiamato “ministra” – parla della necessità di instaurare una “patnerscippi” (sic) con altri Paesi che affacciano sul Mediterraneo e ben poche sono ormai le novità a farci sobbalzare sulla sedia – per fortuna dei più, ancora priva di rotelle – quando assistiamo alla presentazione delle loro “rivoluzioni culturali”. Il teorema prevalente è il seguente: 1. non riusciamo a gestire decorosamente la situazione generale nel Paese? 2. È colpa degli italiani. 3. cambiamo la testa agli italiani adeguandoli alle nostre soluzioni. Va da sé che, ovunque si parli di rieducare chicchessia, il ruolo decisivo è quello del ri-educatore. Tuttavia è la particella “ri-“ a destare ben più di un dubbio, se non ben più di un timore. Si accontentassero di “educare” ben poco sarebbe, anzi, ben venga l’educazione in ogni sua forma, almeno fintanto ci sia dato scegliere da chi riceverla".

Ora, quello che sta accadendo sui social network è una cosa assurda.
Io sono stato costretto a cambiare nuovamente il link di codesto blog perché mi è stato bloccato su Facebook.
In un Paese normale, vi è libertà di espressione.
Se poi ci fosse qualcosa di penalmente rilevante, ci sarebbe la legge.
Per esempio, se su Facebook minacciassi pubblicamente una persona, io sarei denunciato e la legge farebbe il suo corso.
Ora, come ho scritto prima,  quello che sta accadendo sui social network è assurdo.
Si è arrivati ad una censura vera e propria di ogni cosa non conforme a ciò che è il pensiero unico che si vuole imporre alla massa.
Così, un post può essere rimosso perché ritenuto una "fake news" o (com'è capitato a me) un blog può essere bloccato per presunti contenuti che "violerebbero gli standard della community", senza verificare se ci sono o meno dei contenuti lesivi per qualcuno. 
L'anno scorso, mi è stato anche chiuso il profilo principale per una foto di Benito Mussolini che avevo pubblicato senza avere fatto nemmeno la minima apologia di fascismo. 
Basta che un gruppo di persone segnali un post o un blog o un sito e subito scatta il blocco.
Ora, la Costituzione dice delle cose diverse.
La nostra Costituzione dice che un cittadino è libero di esprimere il suo pensiero, a condizione che non faccia del male ad altri.
Per esempio, le minacce e la diffamazione sono già punite dalla legge.
Invece, sui social network, le cose stanno andando diversamente.
In modo del tutto arbitrario, si rimuovono post, si bloccano le condivisioni di articoli e si disattivano gli account perché arrivano gruppi di persone che segnalano.
Inoltre, la cosa è a "senso unico".
Per esempio, si parla tanto di "hate speech".
Riguardo all'"hate speech",  siamo arrivati all'assurdo.
Per esempio, anche una semplice e legittima critica rivolta ad un politico di sinistra rischia di essere bollata come "hate speech" e di portare a delle conseguenze.
Lo stesso discorso vale anche per la critica all'immigrazione clandestina o per chi si dice contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso o per chi critica i Black Lives Matter.
Invece, chi insulta i politici di destra resta impunito, come resta impunito chi insulta i bianchi o i cristiani.
Appare evidente che non si vogliano combattere le discriminazioni o l'odio ma che si voglia "normalizzare" il pensiero secondo lo standard del "politically correct".
La nostra libertà di parola è sempre più ridotta e un giorno rischieremo di non potere più esprimerci liberamente.
Le parole di George Orwell stanno diventando realtà.



1 commento:

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.