Su "La Nuova Bussola Quotidiana", vi è un articolo di Giuliano Guzzo che riporta la storia straziante di un'anziana canadese che è rimasta isolata a causa del lockdown che ha chiesto l'eutanasia.
La signora in questione si chiama Shirley Turton e ha 78 anni.
Ella risiede nella Provincia canadese della Columbia Britannica.
Ora, ricordo che all'estero non è mai stato imposto un lockdown duro come quello che è stato imposto qui da noi, ad eccezione della Cina.
Una cosa del genere è una sconfitta per tutti e ci deve porre tante domande.
Il fatto che una persona abbia chiesto di morire per essere rimasta sola è sconvolgente e dimostra quanto stia incidendo nella psicologia delle persone il lockdown per il Coronavirus.
Coloro che dicono: "La salute viene prima di tutto! W il lockdown!" dovrebbero riflettere almeno un po'.
La questione della salute non deve riguardare solo la lotta al Coronavirus, il quale ha un indice mortalità minore rispetto ad altri virus, ma anche il benessere psico-fisico delle persone.
Ora, l'uomo è un "animale sociale".
Non può stare solo.
Anche una persona orgogliosamente individualista come me pensa questa cosa.
Per esperienza, io posso dire che la situazione con il lockdown non è stata bella.
Tenete conto del fatto che la maggioranza dei miei parenti non stia a Roncoferraro.
Anche la maggioranza dei miei amici non è di Roncoferraro.
Per me, è stato difficile gestire la cosa.
Meno male che c'era Whatsapp.
Posso immaginare come possa essere stata la situazione per una persona psicologicamente più debole di me e che non sa usare i mezzi tecnologici.
Ora, i sostenitori del lockdown dicono: "Con il lockdown, si salvano le vite delle persone".
Io potrei rispondere in questo modo: "Che senso ha fare in modo che una persona eviti il Coronavirus se poi ella si suicida o chiede l'eutanasia?".
Smettiamola con questa campagna di terrore!
Non è detto che con il Coronavirus si muoia.
La maggioranza dei malati di Coronavirus guarisce.
Il Coronavirus può uccidere più facilmente chi ha già delle patologie gravi ed è in là con gli anni.
Per questo, trovo giusto tenere chiuse al pubblico le case di riposo.
Però, il Coronavirus non è certo l'Ebola.
Prendo punto dalla mia tesina che portai all'esame di Stato per il diploma nel 1999.
Il ceppo del virus Ebola Sudan ha un indice di mortalità pari al 60%.
Il ceppo del virus Ebola Zaire ha un indice di mortalità pari al 77%.
Questi dati (presi dalla mia tesina) saranno riportati anche nel prossimo articolo che invierò a "La Civetta", la rivista dell'Associazione Culturale "Pensiero e Tradizione" di Mantova, per la pubblicazione.
Qualcuno potrà obiettare dicendo: "Il virus Ebola ed il Coronavirus sono diversi".
Io potrei rispondere facendo notare che mi riferiscono solo all'indice di mortalità.
In poche parole, il virus Ebola fa più morti dal Coronavirus.
I numeri non si possono smentire.
Se poi si vuole mettere in mezzo la politica e si vuole fare la campagna pro o contro questo Governo...si va in un altro ambito.
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