accussì cum li Cumneni...
ca 'n Trapezunte forti fu...
l'anima...accussì vera!
Ma di gula...lu sultanu...
cum la morti di spata...vinni...
et lu Cumnenu si fici di Maumettu.
Italiano:
Di Roma...ultima stette...
così con i Comneni...
che in Trebisonda fu...
l'anima...così vera!
Ma di gola...il sultano...
con la morte di spada...venne...
ed il Comneno si fece di Maometto.
Questa mia poesia (scritta in maccheronico-siciliano ed in italiano) parla della storia dell'Impero di Trebisonda.
L'Impero di Trebisonda nacque nel 1204, anno in cui Costantinopoli fu saccheggiata dai crociati e dai veneziani.
Questo provocò la disgregazione dell'Impero Romano d'Oriente, la maggior parte del quale divenne l'Impero Latino d'Oriente, un impero di fatto in mano ai Veneziani, con un imperatore scelto da questi: il conte di Fiandra Baldovino (luglio 1171-1205).
Una parte dei territori anatolici dell'Impero Romano d'Oriente, invece, si divisero tra l'Impero di Nicea e quello di Trebisonda.
L'Impero di Nicea fu fondato da Costantino Lascaris (1170-19 marzo 1205).
Questi fu nipote dell'imperatore di Costantinopoli Alessio III Angelo (1153-1211), il quale usurpò il trono al fratello Isacco II (1156-8 febbraio 1204) e fu cacciato proprio dai crociati, che vennero portati nella capitale dell'Impero Romano d'Oriente dal figlio di questi Alessio (1182-8 febbraio 1204). Questi divenne co-imperatore con il padre con il nome di Alessio IV.
Costantino fu proclamato imperatore dopo che il predecessore Alessio V Ducas (1140-dicembre 1204) fu costretto alla fuga.
Alessio V divenne imperatore dopo avere fatto strangolare Isacco II ed il figlio Alessio IV.
Egli volle cacciare i via i crociati da Costantinopoli.
Questi ultimi, però, avevano stretto un accordo con Alessio IV, il quale avrebbe previsto il reinsediamento sul trono del padre in cambio dei finanziamenti alla IV Crociata e della promessa di riportare la Chiesa d'Oriente in comunione con Roma.
Eliminato Alessio V Duca, Costantino Lascaris fu proclamato imperatore ma non poté restare a Costantinopoli.
Così, fuggì a Niceae fondò l'Impero di Nicea.
Nel 1261, l'imperatore Michele VIII Paleologo (1223-11 dicembre 1282) tornò a Costantinopoli e rifondò l'Impero Romano d'Oriente.
Quanto all'Impero di Trebisonda.
Esso fu fondato da Alessio I Comneno (1182-1° febbraio 1222).
Tra l'XI ed il XII secolo la famiglia dei Comneni espresse degli imperatori anche a Costantinopoli.
Questi furono gli imperatori di Trebisonda*:
Alessio I Comneno (1204-1222): figlio di Manuele Comneno - a sua volta figlio di Andronico I Comneno, imperatore di Bisanzio (1182-1185) e della sua prima moglie di cui è ignoto il nome - e di Rusudan di Georgia, figlia del re Giorgio III. Lasciò il comando dell'esercito dell'impero nelle mani del fratello Davide I Comneno (+1212), che era un grande stratega ed era molto valoroso in battaglia. L'esercito di Davide combatté contro i niceni, comandati da Teodoro I Lascaris, in Bitinia nel 1205, ma fu sconfitto, così fu fermata l'avanzata trapezuntina sulla città di Eraclea Pontina. I trapezuntini non poterono riorganizzarsi per proseguire la guerra, come i due Comneni avrebbero voluto, visto che i selgiuchidi iniziarono ad attaccare i loro confini. Nel 1205 Trebisonda fu assediata, da parte dei selgiuchidi, guidati dal sultano Kay Khusraw I. L'assedio durò fino al 1206, e vide vittoriosi i trapezuntini, che erano comandati direttamente da Alessio.
Scampato il pericolo della caduta della capitale, i trapezuntini poterono nuovamente riorganizzarsi, per continuare la guerra contro i niceni. Davide ricominciò la sua avanzata sulla Bitinia e inviò il giovane generale Sinadeno a occupare la città nicena di Nicomedia (Nicea). Sinadeno non tenendo conto del pericolo che costituiva l'imperatore Teodoro I Lascaris, attraversò un passaggio dove era facile aspettarsi un'imboscata, infatti l'imboscata ci fu, gli uomini di Teodoro si scagliarono contro quelli di Sinadeno, battendoli e prendendo come prigioniero lo stesso Sinadeno.
Con la sconfitta dell'esercito trapezuntino, Davide fu costretto a riconoscere il confine con l'impero di Nicea alla città di Eraclea Pontica, anche se i niceni reclamavano anche il possesso di questa città.
Mentre Davide combatteva contro i niceni, Alessio salpò con la flotta trapezuntina, per approdare in Crimea, dove obbligò la popolazione del luogo, a diventargli tributaria. Cherson, Kerch e il loro entroterra divennero parte dell'impero, come provincia d'oltremare chiamata Perateia ('al di là del mare').
Nel 1214 il sultano d'Iconio Kay Ka'us attaccò e prese Sinope catturando lo stesso imperatore che era accorso in sua difesa (alcuni storici collocano anche la morte del fratello Davide nel corso dell'assedio). Alessio fu rimesso sul trono solo dopo aver prestato giuramento al sultano come vassallo.
Sposò Teodora Axuchina da cui ebbe una figlia di cui non si conosce il nome e due maschi, Giovanni e Manuele. Morì il 1 febbraio del 1222. Gli successe il genero Andronico Gido.
Andronico I Gido (1222-1235), genero di Alessio di cui aveva sposato la figlia. Potrebbe essere lo stesso generale che aveva precedentemente servito nell'esercito niceno. Nel 1224 dovette sostenere l'assedio del sultano d'Iconio Kay Ka'us che fu però catturato e condotto prigioniero a Trebisonda. Andronico siglò con lui un accordo che scioglieva il suo impero dai vincoli di vassallaggio che precedentemente lo legavano al sultanato.
Nel 1230 Jalal-ad-din, sultano di Khwarizm, invase l'Anatolia attaccando il sultanato d'Iconio. Andronico strinse con lui un patto di vassallaggio. Alla sua morte fu sepolto nella chiesa della Panaghia Crysokephalos.
Giovanni I Axuch Comneno (1235-1238), primogenito di Alessio I e Teodora Axuchina, morì dopo una caduta da cavallo nel corso di una partita di tzykanion (una sorta di polo).
Manuele I Comneno (1238-1263), fratello del precedente. Durante il suo regno fu costruita la chiesa di S.Sofia. Si sposò tre volte. Dalla prima moglie, Anna Xylaloe ebbe Andronico; dalla seconda, Rasudan di Georgia, Teodora e dalla terza, Irene Syrikaina, Giorgio e Giovanni.
Andronico II Comneno (1263-1266), primogenito di Manuele I di Trebisonda e della sua prima moglie, Anna Xylaloe, una nobildonna trapezuntina. Il suo regno è ricordato per la perdita per mano dei mongoli della città di Sinope che era stata riconquistata dal padre.
Giorgio di Trebisonda (1266-1280), figlio di Manuele I di Trebisonda e della sua terza moglie, Irene Syrikaina. Perseguì una politica antiaristocratica e appoggiò la fazione antiunionista contro l'imperatore di Bisanzio Michele VIII. Accusato dal khan mongolo Abaqua, di cui era vassallo, di non aver fornito il dovuto supporto nella campagna contro i mamelucchi d'Egitto, fu da questi convocato a Tabriz. Mentre vi si recava fu spodestato dai suoi cortigiani e sostituito dal fratello minore Giovanni.
Giovanni II Comneno (1280-1297), Il suo regno fu caratterizzato dai rapporti con l'Impero di Bisanzio. Nel 1282 sposò a Costantinopoli la terza figlia di Michele VIII, Eudocia Paleologina, ed appoggiò la politica unionista del suocero. Nel 1284, mentre si trovava a Costantinopoli, una rivolta appoggiata dai Georgiani portò per un breve periodo la sorellastra Teodora sul trono prima di essere sconfitta da Giovanni. Venne sepolto nella chiesa della Panaghia Chrysokephalos. Durante il suo regno, i regnanti di Trebisonda cominciarono ad usare il titolo di Grandi Comneni. Dal suo matrimonio nacquero due figli Alessio e Michele che, in periodi diversi, regnarono entrambi su Trebisonda.
Alessio II Comneno (1297-1330): figlio di Giovanni II Comneno ed Eudocia Paleologina, sorella dell'imperatore di Bisanzio Andronico II Paleologo. Salì al trono all'età di 14 anni sotto la tutela dello zio materno Andronico II. Sposò contro il volere di suo zio una principessa iberica (1), Djiadjak Jaqeli, figlia di Bekha II Jaqeli, atabeg di Samtskhe, nel 1300, affrancandosi con questo gesto dalla sua ingombrante tutela.
Nel 1306 entrò in conflitto con la colonia genovese stanziata a Daphnous, un suburbio di Trebisonda, così nel 1316 firmò un trattato con i veneziani in cui riconosceva ad essi gli stessi privilegi garantiti ai genovesi.
A lui si devono le mura marittime (1324) costruite per difendere il porto dalle incursioni dei pirati provenienti dall'emirato di Sinope.
(1) L'Iberia (latino: Iberia; greco antico: Ἰβηρία), anche conosciuta come Iveria, era il nome dato dagli antichi Greci e Romani all'antico regno georgiano di Kartli (IV secolo a.C.-V secolo) corrispondente all'incirca alle parti orientali e meridionali dell'odierna Georgia.
Andronico III Comneno (1330-1332): figlio di Alessio II e Djiadjak, una delle prime cose che fece, quando divenne imperatore, fu quella di fare uccidere i suoi due fratelli più giovani, Giorgio Azachoutlou Comneno e Michele Achpougas Comneno. Suo fratello Basilio Comneno e altri riuscirono a fuggire nell'impero bizantino, a Costantinopoli, dove probabilmente suo zio Michele Comneno, era già residente.
Andronico III morì nel 1332, dopo 20 mesi di regno, e riuscì a passare il trono al figlio illegittimo, Manuele II Comneno, avuto da una nobildonna di nome Syrikaina.
Manuele II Comneno (1332): fu incoronato imperatore all'età di otto anni, dopo la morte del padre Andronico II.
I crimini compiuti dal padre ricaddero sull'incolpevole imperatore-infante, deposto a furor di popolo otto mesi soltanto dopo la sua nomina a favore dello zio Basilio Comneno.
Proprio per la sua età giovane, Manuele venne avviato lo stesso anno della sua deposizione ad una vita monastica, ma l'anno successivo fu assassinato.
Basilio Comneno(1332-1340): figlio di Alessio II e Djiadjak. Richiamato dal suo esilio costantinopolitano dalla fazione filobizantina e incoronato imperatore, dovette subito reprimere la rivolta del partito favorevole al deposto Manuele, capeggiata dal megadux Giovanni.
Nel 1335 sposò Irene Paleologina, figlia illegittima dell'imperatore bizantino Andronico IIIma i rapporti tra i due si deteriorano rapidamente. Prese un'amante dallo stesso nome, Irene di Trebisonda, che apparteneva all'aristocrazia locale e da cui ebbe quattro figli illegittimi Alessio, Giovanni, Teodora e Maria.
Morì nel 1340 probabilmente avvelenato dalla moglie legittima.
Irene Paleologina (1340-1341): alla morte del marito s'impadronì del trono (non è chiaro se nel 1339 Basilio, con l'appoggio del clero locale, fosse riuscito o meno a divorziare da lei e a sposare l'amante Irene di Trebisonda) ma la sua posizione rimaneva molto debole. Perchè fossero meglio controllati mandò i figli illegittimi del marito con la madre a Costantinopoli alla corte del padre Andronico III.
Invaghitasi del Gran Domestico diede scandalo e la corte si divise in tre fazioni:
a. la famiglia degli Amytzantarants che, con i mercenari bizantini forniti da Andronico, parteggiava per l'imperatrice.
b. una fazione fedele alla dinastia Comnena, che comprendeva la guardia palatina ed era capeggiata dal Signore di Tzanich che ne era il comandante.
c. la fazione del mega dux Giovanni l'eunuco di Limnea
Nel luglio del 1340 gli oppositori si asserragliarono nel monastero di Sant'Eugenio nella capitale ma il mega dux decise di intervenire a sostegno dell'imperatrice e li fece bombardare e massacrare dalle sue truppe.
Nel frattempo i turchi attaccarono e riuscirono a dare fuoco a gran parte dei suburbi della città pur senza riuscire a prenderla, la situazione fu ancora più esacerbata dal dilagare di un'epidemia di peste scatenata dai cadaveri di uomini e animali lasciati insepolti.
I nobili scampati al massacro di Sant'Eugenio trovarono in Anna Anachoutlou, figlia di Alessio II, una legittima pretendente. La convinsero a deporre il velo monastico e la incoronarono a Lazica e quindi marciarono sulla capitale praticamente senza incontrare resistenza. Irene fu deposta nel luglio del 1341.
Anna Anachoutlou Comnena (1341-1342): dopo solo tre settimane di regno giunse a Trebisonda, scortato da tre galee e da un corpo scelto di soldati bizantini, Michele Comneno, il secondo figlio di Giovanni II Comneno, che era stato indicato dalla Reggenza di Costantinopoli come marito per la deposta Irene.
Il patriarca Akakios, il comandante della guardia palatina (scholarii) Niceta Scholares e parte della nobiltà lo accolsero apparentemente come legittimo regnante con una cerimonia ufficiale. Questi si ritirò a palazzo in attesa di essere incoronato il giorno successivo. Nella notte i nobili incitarono il popolo alla rivolta paventando l'invasione di nuovi avventurieri bizantini giunti con Michele. All'alba Michele fu catturato e mandato in esilio a Oinaion (Unye), Irene fu caricata a bordo di una nave franca e rispedita a Costantinopoli con i superstiti del seguito di Michele. I nobili di Lazica presero così l'effettivo controllo dello stato.
I capi della fazione filobizantina degli Scholarii, tra cui Niceta Scholares, Gregorio Meitzomates e Costantino Doranites, giunti a Costantinopoli persuasero Giovanni, figlio di Michele, a mettersi alla testa di una rivolta. Furono ingaggiate tre galee genovesi e un corpo di mercenari bizantini. Gli insorti sbarcarono a Trebisonda il 4 settembre del 1342 e dopo aspri combattimenti ebbero ragione delle truppe di Lazica. L'imperatrice fu strangolata e molti suoi sostenitori uccisi e Giovanni III proclamato imperatore e incoronato nella Crysokephalos.
Giovanni III Comneno (1342-1344): si distinse per l'assoluta inettitudine ed il suo indulgere ai vizi. Nel 1344 Niceta e le truppe a lui fedeli marciarono su Limnia e liberarono Michele, in maggio entrarono in Trebisonda e lo proclamarono imperatore. L'imperatore deposto fu mandato dal padre nel monastero di S.Saba e, successivamente, ad Adrianopoli.
Michele I Comneno (1344-1349): appena insediato nominò Niceta Scholares mega dux ma fu costretto a firmare un atto in cui prometteva di rimettere il potere legislativo e l'amministrazione della cosa pubblica nelle mani degli alti gradi della pubblica amministrazione e del Senato (costituzione oligarchica) che erano per lo più occupati dagli Scholarii. Questo suscitò l'indignazione del popolo e della fazione lazica. Nel novembre del 1345 Niceta, lo lo stratopedarca Gregorio Meitzomates ed altri leader della fazione degli Scholarii furono arrestati e Michele restaurò il potere assoluto. Durante il suo regno i Genovesi presero il completo controllo del porto. Michele fu infatti costretto a cedere loro la fortezza di Leontocastro. Fu deposto il 13 dicembre del 1349 dagli Scholarii, nuovamente guidati da Niceta che pochi giorni prima Michele era stato costretto a liberare e reintegrare nella carica di mega dux. Fu rinchiuso nel monastero di S.Saba dove rimase fino al 1351 quando fu mandato a Costantinopoli.
Alessio III Comneno (1349-1390): figlio di Basilio e della sua amante o seconda moglie Irene. Portato a Trebisonda da Costantinopoli dagli Scholarii col beneplacito di Giovanni VI Cantacuzeno, fu incoronato nella chiesa di S.Eugenio all'età di undici anni. Si chiamava in realtà Giovanni ma prese il nome di Alessio in onore sia del fratello maggiore scomparso prematuramente sia di suo nonno Alessio II. Nel 1351 sposò Teodora Cantacuzena, una parente dell'imperatore. Rafforzata la sua posizione con questo matrimonio e con quello della sorella Maria con Fahreddin, Kutlubeg di Ak Koyunlu , si sbarazzò del mega dux Niceta Scholares. Costretto a lasciare Trebisonda nel 1354, il mega dux fu abbandonato dai suoi sostenitori l'anno successivo mentre tentava di marciare sulla città. Alessio prese Kerasous in sua assenza e assediò Kenchrina, l'ultima roccaforte. Niceta ed i nobili della sua fazione furono catturati e portati a Trebisonda, dove questi morì nel 1360. Così terminò la guerra civile iniziata con la morte di Basilio.
Durante il suo lungo regno restaurò la capitale e fece molte donazioni ai monasteri, in particolare a quello di Sumela, e fondò quello di Dionysiou sul Monte Athos.
Sua figlia Eudocia sposò in seconde nozze il serbo Costantino Dragas, Signore di Vardar e Serres. Dalla loro unione nacque Elena Dragas, la madre di Costantino XI, ultimo imperatore di Bisanzio.
Manuele III Comneno (1390-1416): Figlio di Alessio III e Teodora Cantacuzena. Sposa in prime nozze la vedova del fratellastro Andronico, Gulkhan (ribattezzata Eudocia), figlia di David IX di Georgia da cui avrà Alessio. Nel 1395, alla morte di Eudocia, sposerà in seconde nozze Anna Filantropina della famiglia dei Dukas.
Dal 1402 al 1405 fu di fatto vassallo di Tamerlano al cui sforzo bellico contro i Turchi contribuì con venti galee. Gli ultimi anni furono caratterizzati da dissapori con il figlio a cui pure aveva dato il titolo di despota. Il favorito di Manuele era divenuto inviso ai nobili e questi spinsero Alessio a ribellarsi e a chiedere il bando del favorito. Manuele fu assediato nella cittadella e alla fine consentì a rimuovere il favorito.
Alessio IV Comneno (1417-1429). Figlio di Manuele III e di Gulkan (Eudocia). Come suo nonno sposò una Teodora Cantecuzena. Sua figlia Maria divenne la terza moglie di Giovanni VIII Paleologo. Salito al trono alla morte del padre conferì al suo primogenito Giovanni il titolo di despota.
Nel 1426 Giovanni, detto “il bello”, assassinò il protovestiario accusandolo di essere l'amante della madre e rinchiuse i genitori nei loro appartamenti nella cittadella di cui si era impossessato. La nobiltà fedele ad Alessio li liberò e Giovanni fu costretto a riparare in Georgia.
Alessio nominò allora despota il secondogenito Alessandro (*) che sposò Maria Gattilusio, figlia di Dorino, signore di Lesbo.
Nel 1429 Giovanni, che nel frattempo si era spostato a Caffa, armò una galea ed assoldò dei mercenari assieme ai quali sbarcò nei pressi della fortezza di Kordyle (l'attuale Akçakale) dove si asseragliò nel monastero di S.Foca attendendo le mosse dei suoi partigiani nella capitale (la potente famiglia dei Kabasitas).
Alessio, sentendosi sicurò della lealtà della popolazione, lasciò la città alla testa delle truppe e pose il campo ad Archontes. Fu assassinato nella notte nella sua tenda da due emissari di Giovanni.
Giovanni entrò in città senza incontrare resistenza e fece celebrare delle esequie pompose per il padre, il cui corpo fu trasportato al monastero della Theoskepastos e successivamente inumato nella Chrysokephalos.
(*) di lui si perdono praticamente le tracce.
Giovanni IV Comneno (1429-1459): subito dopo la caduta di Costantinopoli (1453), Maometto II intimò a Giovanni IV di pagare un tributo ed impose pesanti pedaggi alle navi trapezuntine e veneziane che attraversavano gli stretti sotto il suo controllo.Giovanni non aderì in pieno alle richieste del sultano e nel 1456 il governatore ottomano di Amasya ricevette l'ordine di attaccarlo. Quando la capitale era sul punto di cadere, Giovanni accettò di pagare un tributo annuale di 2.000 pezzi d'oro. Cercò quindi di rafforzare la sua posizione per mezzo di alleanze matrimoniali dando in sposa una delle sue figlie (Teodora) a Uzun Hasan di Ak Koyunlu ed un'altra (Valenza) a Niccolò Crespo, signore di Syros.
Davide II Comneno (1459-1461). Terzogenito di Alessio IV e Teodora Cantacuzena. Aveva ricevuto in vita dal fratello Giovanni IV il titolo di despota che a Trebisonda indicava l'erede al trono, quindi vi ascese automaticamente (il 22 aprile 1459) alla morte di questi. Sposò in seconde nozze (1) Elena Cantacuzena – una nipote dell'imperatore di Bisanzio Giovanni VI - da cui ebbe diversi figli.
Ai primi di luglio la flotta turca raggiunse Trebisonda e saccheggiò i suoi sobborghi.
Davide, su pressione del suo Tesoriere Giorgio Amiroutzes, si arrese alle truppe di Maometto II il 15 agosto 1461 dopo circa un mese di assedio.
L'imperatore deposto fu portato ad Adrianopoli insieme alla sua famiglia e ricevette i profitti delle proprietà nella valle dello Strimone, pari ad un reddito annuale di circa 300.000 pezzi d'argento. Gli stretti legami familiari e lo scambio continuo di corrispondenza fra Davide e Uzun Hasan, khan cristiano dei turcomanni di Ak Koyunlu (Montone bianco), vennero denunciati al sultano da Giorgio Amiroutzes, e questa accusa fornì una giustificazione sufficiente per fare imprigionare Davide insieme ai suoi figli nel marzo 1463.
Com'è stato riportato in precedenza, l'Impero Romano d'Oriente cadde il 29 maggio 1453.
Il sultano Maometto II (29 marzo 1432-3 maggio 1481) si prese Costantinopoli.
L'impero di Trebisonda rimase in piedi fino al 1461.
L'imperatore di Trebisonda Davide II si arrese al sultano.
Deposto, l'imperatore fu portato ad Adrianopoli con la sua famiglia e ricevette profitti delle proprietà nella valle dello Strimone.
Tuttavia, l'epilogo della sua storia fu tragico.
Denunciato dall'ex tesoriere del suo impero Giorgio Amiroutzes per la corrispondenza con Huzun Hasan il khan cristiano dei turcomanni di Ak Koynulu, Davide ed i figli furono imprigionati nel marzo 1463.
Il 1° novembre 1463, egli, tre dei suoi figli e suo nipote Alessio (figlio dell'imperatore Giovanni IV) furono decapitati. Solo il quarto dei figli, Giorgio, fu risparmiato. Questi si convertì all'Islam.
La cognata Maria Gattilusio entrò nell'harem del sultano e suo figlio ne divenne uno dei suoi paggi favoriti.
La vedova di Davide II, Elena Cantacuzena, fu multata per avere seppellito il marito ed i figli e visse in povertà.
In seguito, il figlio Giorgio poté reincontrare Uzun Hasan e tornò cristiano. Sposò una principessa georgiana.
Così, finì la storia delle ultime vestigia dell'Impero Romano d'Oriente.
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