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domenica 10 febbraio 2019

La Corsica non è francese?

Su "Agenzia Stampa Italia" vi è un articolo intitolato "La Francia rischia di perdere la Corsica in base al Trattato di Versailles del 1768?".
Riporto questo stralcio dell'articolo:

"La Corsica può rendersi legittimamente indipendente dalla Francia secondo il diritto internazionale? Sembrerebbe di sì, almeno secondo una interpretazione data dai nazionalisti corsi al Trattato di Versailles del 1768 di cessione dell'isola alla Francia da parte della Serenisisma Repubblica di Genova che non sarebbe mai stato registrato all'Onu, come anche quello del 24 marzo 1860 del passaggio di Nizza e della Savoia alla Francia.

La questione impazza sui social. A tal proposito, si legge che secondo l'interpretazione data al concetto di “sovranità” francese sull'isola negli articoli 3 e 4 del Trattato di Versailles del 1768, essa sarebbe equivalente non al concetto di “proprietà”, ma, bensì di “possesso” nel diritto civile.

Dunque, la sovranità sulla Corsica acquisita dalla Francia col Trattato di Versailles del 1768, non equivarrebbe alla proprietà dell'isola, poiché la stessa Serenissima Repubblica di Genova che ha ceduto per i debiti contratti la Corsica alla Francia, avrebbe goduto solo del possesso temporaneo della Corsica, perché formalmente la proprietà dell'isola sarebbe rimasta “de iure” allo Stato Pontificio.

Tra l'altro, con l'art. 4, del Trattato di Versailles, la Serenissima Repubblica di Genova si sarebbe riservata il diritto di rientrare in possesso dell'isola non appena fosse stata in grado di pagare i debiti alla Francia.

Quindi, non avendo la “proprietà” dell'isola, ma solo il “possesso” temporaneo della Corsica, la Francia, non ha mai potuto registrare all'Onu il Trattato di Versailles del 1768.

Stessa situazione varrebbe in linea teorica per il territorio di Nizza e per la regione della Savoia che sono stati ceduti dal Regno di Sardegna alla Francia dopo la Seconda Guerra d'Indipendenza, ma in questo caso, si sono tenuti dei plebisciti di annessione, cosa che non è nemmeno avvenuta invece in Corsica., dove l'art 4 del Trattato di Versailles del 1768 ha lasciato la sovranità formale sulla Corsica alla Repubblica di Genova e la “proprietà” dell'isola allo Stato Pontificio, soppresso de iure col Concordato del 1929, che ha addirittura stabilito che le sue pertinenze giuridiche passassero allo Stato Italiano ! ! !

Precisamente, il possesso dell'isola, Genova lo avrebbe ceduto al Re di Francia, come prevedeva l'Assolutismo d'Ancien Regime, dove non c'era distinzione fra il patrimonio reale da quello dello Stato, a cui poi è seguito con l'avvento della Rivoluzione Francese giacobina il decreto di riunione della Corsica alla Francia del 30 novembre 1789 che comunque sia non sarebbe valido, poiché violerebbe l'art. 4 del Trattato di Versailles del 1768.

La Francia, inoltre, avendo invaso la Repubblica di Genova nel 1797, avrebbe leso la sovranità della Serenissima, venendo meno agli accordi presi nel Trattato del 1768, in cui si impegnava a difendere i diritti e a garantire la piena sovranità genovese.

In 250 anni, secondo i nazionalisti corsi, la Corsica e il popolo Corso, avrebbero subito dalla Repubblica Francese una vera e propria francesizzazione forzata a livello etnico – linguistico con la despoliazione di ogni risorsa"
.

Ora, se tutto ciò fosse vero, la Francia deterrebbe la Corsica illegittimamente.
Dunque, dovrebbe ridarci l'isola.
Oltretutto, ricordo anche un altro piccolo particolare.
Fin da quanto la conquistarono, con la battaglia di Pontenuovo del 1768, i Francesi fecero di tutto per imporre la loro cultura e la loro lingua ai Corsi.
Questi ultimi furono (e tuttora sono) afferenti al nostro Paese.
La lingua corsa non fa parte del gruppo delle lingue gallo-romanze, di cui fa parte il francese, ma di quello delle lingue italo-romanze.
Per l'esattezza, il corso è una lingua parente stretta del toscano, con influenze liguri e sarde,  e con alcune inflessioni simili a quelle del siciliano.
I Francesi fecero di tutto per eradicare questo patrimonio culturale.
Essi spostarono fecero diventare capoluogo Ajaccio, una città rivolta verso la Francia, al posto di Bastia, una città rivolta verso l'Italia. 
Napoleone Bonaparte nacque ad Ajaccio.
Al contrario, noi italiani garantiamo i diritti delle minoranze.
Per esempio, le popolazioni tedescofona dell'Alto Adige continua a parlare tedesco e in quella zona vige il bilinguismo, grazie ad un accordo fatto tra Italia ed Austria tra il 1962 ed il 1969.
Non mi pare che questi francesi abbiano fatto altrettanto.
Anzi, mi risulta che certi professori francesi vietino agli studenti corsi di dire a loro: "Bonghjornu".
Questo è assurdo.
Se fossero stati più seri, questi francesi avrebbero stilato un accordo con noi, esattamente come facemmo noi con l'Austria per l'Alto Adige.
Qui c'è in ballo l'identità culturale del popolo corso. 
Forse, prima di dire delle scemenze contro di noi, questi francesi farebbero bene a contare fino a 100.
Sia chiaro, non simpatizzo per l'attuale governo giallo-verde (per ciò che concerne le politiche economiche e certa politica estera, come quella riguardo a Maduro) ma non posso accettare che si insulti il nostro Paese, cosa che ha fatto monsieur Macron.
Il nostro Paese merita rispetto.
Sono italiano e sono orgoglioso di esserlo.
Il Partito Democratico non si è comportato correttamente, avendo messo la bandiera francese ovunque.




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