Ora, la regina di Scozia in questione (nata l'8 dicembre 1542) fu sfortunata ma commise anche degli errori.
Quando si insediò sul trono di Scozia, nel 1562, Maria commise un grave errore nello sposare Henry Darnley (7 dicembre 1545-10 febbraio 1567).
Darnley fu certamente un nobile con diritto di successione al trono scozzese e a quello inglese, per via delle sue ascendenze, ma che politicamente fu inetto.
In secondo luogo, ella si affidò a James Hepburn, conte di Bothwell (1534-10 aprile 1578).
Questi fu un avventuriero che fece morire Darnley con un'esplosione, per poi sposare Maria.
Ora, questo fatto fece cadere su Maria un sospetto riguardo alla morte di Darnley.
Il matrimonio tra lei e Bothwell (pare avvenuto a seguito di uno stupro fattole da questi) provocò la rottura tanto con i sudditi protestanti quanti con quelli cattolici.
Infatti, Maria era cattolica mentre Bothwell era protestante.
I due si sposarono con un rito protestante.
Così, nel 1567, Maria fu deposta e fu messo sul trono il figlio Giacomo, che divenne re con il nome di Giacomo VI (19 giugno 1566-27 marzo 1625).
Il reggente fu lo zio Giacomo Stuart, conte di Moray (1531-1570).
Questi lo educò nel protestantesimo.
Imprigionata nel castello di Loch Leven, Maria fuggì e si rifugiò in Inghilterra, ove regnava la cugina e rivale, la regina Elisabetta I Tudor (7 dicembre 1533-24 marzo 1603).
Dopo averla accolta, quest'ultima la imprigionò.
La regina Elisabetta temeva complotti da parte della rivale, dato che nel nord dell'Inghilterra i cattolici erano ancora forti.
Ora, era chiaro che i consiglieri della regina inglese avessero cercato il pretesto per eliminare Maria.
Già nel 1572, ella rischiò non poco con il complotto Ridolfi, in cui perse la vita il IV duca di Norfolk Thomas Howard (10 marzo 1536-2 giugno 1572) ed aspirava a salire al trono inglese, sposando Maria.
Elisabetta lo scoprì, attraverso lo spionaggio di Francis Walsingham (1532-6 aprile 1590), ma non condannò a morte Maria.
Elisabetta, infatti, non riconobbe mai la deposizione di Maria, considerando la monarchia un diritto divino.
Non andò bene nel 1587, con il complotto Babington.
Il carteggio che Maria ebbe con i cospiratori fu scoperto.
I consiglieri della regina Elisabetta I fecero delle pressioni su quest'ultima per farla condannare.
Elisabetta tentennò ma alla fine firmò.
Così, la regina di Scozia fu condannata a morte per decapitazione.
Ella si presentò al patibolo con una veste con un velo bianca, simbolo del matrimonio,e con una sottoveste rossa, simbolo di martirio, ed iniziò a pregare in latino, soverchiando le preghiere del cappellano anglicano.
Perdonò i suoi persecutori.
Una volta bendata e posizionata la testa sul ceppo pronunciò le parole: "In manus tuas, Domine, commendo spiritum meum" ovvero: "Signore, nelle tue mani affido il mio spirito"
La morte fu orribile.
Poiché il colpo del boia non fu preciso, si dovette procedere al distacco della testa tagliando i tendini.
Poiché il colpo del boia non fu preciso, si dovette procedere al distacco della testa tagliando i tendini.
Poi, le spoglie di Maria subirono l'ostensione.
Inoltre, quando gli esecutori si avvicinarono al corpo senza vita per prendere gli ultimi ornamenti rimasti, prima che venisse imbalsamato, la gonna di Maria incominciò a muoversi e dal di sotto uscì il piccolo cane della regina, che ella era riuscita a nascondere sotto le lunghe vesti.
Maria morì ma nel 1603 suo figlio, il re di Scozia Giacomo VI divenne re d'Inghilterra, con il nome di Giacomo I.
Ancora oggi, la figura di Maria affascina, con la sua fede e le sue passioni, che la portarono anche a sbagliare.
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