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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 4 settembre 2018

La questione delle fake news

Su "Italia chiama Italia" vi è un mio articolo intitolato "Le fake news ci sono sempre state, ma ora c’è il web".
Riporto questo pezzo del mio articolo:


"Oggi c’è chi si scandalizza tanto per le fake news. In realtà, la fake news fa parte della storia. Infatti, la storia umana è piena di fake news, di notizie false che spesso furono usate per fare della propaganda, spesso con eventi tragici. Mi viene in mente come esempio la soppressione dei cavalieri Templari, che avvenne nel 1312. Contro quei cavalieri fu detto e scritto di tutto. Furono accusati di idolatria, poiché secondo i loro detrattori avrebbero sostituito Gesù Cristo con l’idolo Baphomet, e di sodomia. In realtà, la soppressione avvenne per mano di Papa Clemente V, su pressione del re di Francia Filippo IV il Bello, che era ingolosito dai beni dell’ordine.

Mi viene in mente un altro esempio riguardante l’Inghilterra di re Enrico VIII. Nel 1534, re Enrico VIII ruppe con la Chiesa cattolica ed assunse il controllo della Chiesa inglese. Da lui incaricato riguardo alle questioni della Chiesa, il suo ministro Thomas Cromwell, diede il via alla dissoluzione dei monasteri. Cromwell favorì la diffusione di notizie secondo cui i monaci e le monache avrebbero fatto truffe con il culto delle reliquie, avrebbero praticato la stregoneria ed avrebbero fatto sconcezze varie.

In realtà, il re voleva acquisire i beni monastici.

Un altro esempio ancora (molto grave) fu quello il libro dei “Protocolli dei Savi di Sion”. Quel libro fu un falso documentale creato dalla polizia zarista (Okhrana) e fu realizzato all’inizio del XX secolo. In quel libro si accusarono gli ebrei di volere controllare il mondo. Il libro dei “Protocolli dei Savi di Sion” fu una delle più grandi bufale della storia e purtroppo questa “bufala” fece un gran male all’umanità. Basti pensare ai pogrom e al nazismo.

Ancora oggi, quel libro fa male, visto che è ancora in circolazione. Basti pensare all’antisemitismo presente in una larga parte del mondo islamico, in cui si leggono libri come quello dei “Protocolli dei Savi di Sion” ed il “Mein Kampf” di Adolf Hitler
".

Oltre a questi esempi che ho citato nel mio articolo, posso fare altre citazioni.
Ora, la fake news fa parte della storia.
Le fake news sono trasversali, di qualsiasi parte politica.
Il problema delle fake news è particolarmente sentito al giorno d'oggi perché vi è la rete.
Con la rete, chiunque può fare informazione.
Anche una persona comune (come il sottoscritto) può creare un blog e mettere in giro notizie o commentarne altre, facendole leggere ad un pubblico molto vasto in tutto il mondo.
Dato che esistono anche i traduttori, le fake news diventano leggibili da tutti.
Basta mettere una notizia su un tema sensibile.
Questa notizia viene postata sui social network (che fungono da cassa di risonanza) e diventa virale.
Da qui nasce il problema.
Infatti, la rete è uno "spazio" molto largo, in cui vi sono tante notizie e spesso non è facile distinguere una notizia vera da una falsa.
Quindi, serve molta attenzione.
Tra l'altro, quella delle fake news è un'attività redditizia per alcuni.
Infatti, ci sono anche persone che guadagnano mettendo in giro notizie false ad hoc.
Come riporta il sito "Investire Oggi", riporta il modo in cui si guadagna.
Ci sono autori che agiscono da soli e che guadagnano attraverso i banner messi sui loro siti da Google Adsense.
Google Adsense è lo stesso programma che uso pure io su questo blog, anche se io non diffondo certo le fake news. 
Un banner viene posto nel testo dell'articolo con  la fake news e la persona che legge clicca su di esso, facendolo guadagnare.
Ci sono altri autori che (al contrario) sono finanziati da terzi.
In questo caso, la cosa può fare preoccupare perché quando si mettono delle notizie false su temi sensibili ci possono essere dei problemi e chi finanzia coloro che mettono in giro queste cose lo fa per creare problemi.
Tuttavia, vi è anche la questione della gente che legge.
La gente legge senza verificare.
Quindi, bisogna educare le generazioni future ad avere un rapporto più sano con la comunicazione.
Anzi, vado oltre, provando a lanciare l'idea di inserire anche "l'educazione editoriale" tra le materie scolastiche.
Infatti, le parole possono fare molto male, se non usate bene.
Per esempio, penso a chi punta a diffamare il proprio avversario politico in certe campagne elettorali. 
Termino, facendo notare che le fake news sono un problema ma mi sento di scrivere anche che esse non debbono diventare il pretesto per limitare la libertà di espressione delle persone.
Le fake news non debbono diventare un pretesto per chi vuole tappare la bocca a certi avversari ritenuti scomodi.
Limitare la libertà sarebbe la vittoria di chi diffonde le fake news e la sconfitta della nostra civiltà.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".