L'articolo è di Daniele Meloni.
Vi riporto questo pezzo di esso:
"Le divisioni dei Tories sulla Brexit – e i problemi interni al partito laburista – stanno facendo cullare quanto di più improbabile la politica britannica possa mettere sul piatto del marketing elettorale: un partito filo-europeo a vocazione maggioritaria nella terra che si appresta a dire goodbye all’Unione europea.
L’idea è in pista da un po’ di mesi e vede tra i più accesi sostenitori alcuni grandees sia dei Conservatori che del Labour come Kenneth Clarke e Tony Blair, finanziati da quella parte dell’establishment britannico più riluttante a tagliare i ponti con Bruxelles (come il miliardario Simon Franks), sostenuti da buona parte del Foreign Office cosmopolita di Whitehall e pure dall’organo di stampa che si dichiara – non senza pomposità – rappresentante del 48 per cento dell’elettorato britannico (quello che il 23 giugno 2016 votò per il Remain): The New European.
Vero è che la Brexit ha polarizzato il sistema politico britannico, dando vita anche a Westminster a maggioranze trasversali su emendamenti e mozioni che delineano le modalità di uscita del Regno Unito dall’Ue, ma finora, nessuno aveva mai visto uno spazio politico per rompere il duopolio Tories-Labour, prima dello stallo in casa Tories sugli accordi dei Chequers per una soft Brexit e delle polemiche in casa laburista su anti-semitismo e radicalismo – vero o presunto che sia – di Jeremy Corbyn".
A questo punto, nasce anche nel Regno Unito una sorta di "grande coalizione" europeista?
Del resto, sembra proprio un vizio tipicamente europeo quello di creare "grandi coalizioni" tra destra e sinistra, che spesso portano ad un vero e proprio immobilismo.
Questo immobilismo favorisce la tecnocrazia europea.
Speriamo che il Regno Unito sia immune da questo virus.
Quello che si può constatare è che si sta facendo di tutto per bloccare una cosa voluta dalla maggioranza del popolo britannico.
Si sta cercando di forzare la mano per impedire una cosa scelta dal democraticamente.
Per esempio, si vogliono fare passare i sostenitori della Brexit per "ignoranti" e gli altri per "intelligenti".
Si diffondono fantomatici sondaggi secondo cui il popolo britannico ci starebbe ripensando.
Si continua a dire che Londra è contro la Brexit.
Però, faccio notare che Londra è abitata da molti immigrati e da cittadini britannici discendenti da migranti.
Però, pur essendo la capitale, Londra è una città ed una città non ha la stessa situazione di altre zone del Regno Unito.
Inoltre, si continua a ribadire il fatto che la Scozia e l'Irlanda del Nord abbiano votato in maggioranza contro la Brexit.
Però, il voto scozzese e nord irlandese è stato contro l'Inghilterra e non per l'Europa.
Se l'Inghilterra fosse stata contro la Brexit, la Scozia e l'Irlanda del Nord avrebbero votato a favore.
Dunque, non è accettabile che si mettano in giro delle fake news.
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