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giovedì 13 settembre 2018

Il processo ad Orban? È politico!

Ringrazio l'amica e collaboratrice Francesca Padovese dell'articolo di Stefano Magni su "La Nuova Bussola Quotidiana" che è intitolata "Il Parlamento Europeo processa l'Ungheria di Orban".
Riporto questo stralcio dell'articolo:

"Il voto favorevole ha messo in moto l'iter per l'applicazione dell'articolo 7 del Trattato di Lisbona, che prevede una serie di sanzioni per i paesi che non rispettano i valori fondanti dell'Unione. L’articolo consta di due parti, che prevedono procedure diverse, l’articolo 7.1 e il 7.2. Quest’ultima parte prevede le sanzioni più gravi, tra cui anche la sospensione del diritto di voto nelle sedi europee. Si tratta comunque di un’ipotesi remota: per essere applicata, la sanzione deve essere approvata da tutti gli altri 27 membri del Consiglio europeo. L’articolo di cui il Parlamento ha chiesto l’applicazione è il 7.1: in caso di presenza di “grave rischio” di violazione dei valori Ue, è previsto il varo di misure preventive da parte del Consiglio Europeo che devono essere approvate dai 4/5 degli Stati membri. Ora la parola passa dunque al Consiglio Europeo, cioè ai governi.L’Ungheria subirà, probabilmente, le prime sanzioni dell’Ue. Ieri il Parlamento Europeo era chiamato ad esprimersi sul rapporto presentato da Judith Sargentini, europarlamentare olandese dei Verdi: un documento fortemente critico nei confronti del governo di Viktor Orban, accusato di violare le regole democratiche e lo Stato di diritto. Il testo è stato approvato con 448 voti a favore, 197 contrari e 48 astenuti.

Le violazioni contestate sono tante. In primo luogo, sono contestati abusi sui migranti: detenzione obbligatoria di tutti i richiedenti asilo, compresi i minori, per l'intera durata della procedura di asilo. Restrizioni sulla libertà di stampa: le nuove leggi sui media, secondo il rapporto Sargentini, limitano libertà di opinione ed espressione e non garantiscono una stampa priva di censura. Si contestano corruzione e conflitto di interessi: in particolar modo il caso è sorto su 35 contratti per l’illuminazione delle città, stipulati fra il 2016 e il 2017 da una società all’epoca controllata dal genero di Orban. Viene denunciata una scarsa tutela della privacy: leggi troppo permissive sulle intercettazioni renderebbero possibile una sorveglianza telefonica a tappeto (in Italia ne sappiamo qualcosa, comunque)
".

Quello che sta capitando al premier ungherese Viktor Orban è un processo politico.
Orban non sarà sanzionato per dei crimini realmente commessi ma per il semplice fatto di non essere conforme ad un pensiero unico che si vuole imporre in Europa.
Quanto ha fatto il Parlamento europeo è stato molto pericoloso.
Qui c'è in ballo la democrazia in Europa.
La democrazia non è solo il diritto di voto ma è anche la libertà di pensiero e di espressione.
Solo per il fatto di essere contro l'immigrazione clandestina (che questa Unione Europea non vuole fermare) si vuole dare una sanzione ad un Paese.
Infatti, questo attacco non è solo ad Orban ma anche al popolo ungherese, che in maggioranza e democraticamente lo vota.
Oltre a ciò, noi assistiamo ad un paradosso.
Infatti, questa Unione Europea attacca tanto Orban ma (per esempio) non dice nulla riguardo a quello che accade in Svezia, Paese da cui gli ebrei sono costretti a scappare perché minacciati dagli islamisti.
Inoltre, questa Unione Europea tace (vergognosamente) di fronte a quello che fa il dittatore Recep Tayyip Erdogan in Turchia.
Oltre a tutto questo, vi è anche un'altra cosa vergognosa.
Orban è attaccato anche riguardo alle violazioni della privacy.
Però, quando ad attaccare la privacy sono stati i magistrati politicizzati qui in Italia, questa Unione Europea ha taciuto.
Quello che è accaduto al presidente Berlusconi ci deve ricordare qualcosa. 
Quanto sta accadendo ad Orban ci deve fare svegliare.
Oggi, è stato attaccata l'Ungheria e domani potrebbe essere attaccato il nostro Paese.
Svegliamoci!

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Liberiamo l'Europa dall'ideologia "Green"

Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.