Di questa analisi prendo questo stralcio:
"Resta da capire cosa vogliano fare adesso Forza Italia e Fratelli d’Italia, che si sono trovati nella non piacevole situazione di partecipare a una corsa elettorale per il 4 marzo con una coalizione poi destinata a dividersi, e non mi pare abbiano ancora trovato una bussola, una strada, un percorso.
Sono ovviamente situazioni molto diverse. Forza Italia, creatura elettoralmente legata solo alla forza personale di Silvio Berlusconi, vive una difficoltà esistenziale che solo la storia – non la cronaca – può spiegare: da sempre, il lungo tramonto delle grandi personalità porta necessariamente a delle fasi di smarrimento, di vuoto, se non c’è un meccanismo istituzionale “anglosassone” che aiuti a creare nuovi “carismi” e nuove “autorevolezze”. Fratelli d’Italia è invece una formazione giovane, guidata da una leader che ha una notevole presenza mediatica: eppure, schiacciandosi in un recinto di destra molto tradizionale e fatalmente non largo, non plurale, non è stata in grado di proporre un’offerta politica attrattiva per molti elettori, e l’erosione da parte della Lega sembra continuare a ritmi sostenuti, anche dal 4 marzo a oggi.
A questo punto, nelle loro diversità, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono dinanzi a un bivio. Serviranno a poco espedienti tattici, operazioni elettorali difensive alle europee, e meno che mai mini-aggregazioni finalizzate all’elezione di 3-4 portatori di preferenze.
Sarebbe invece – a me pare – il momento di una scelta strategica. O un’opposizione netta al governo, scegliendo dei punti fermi e delle interlocuzioni sociali – oggi estremamente minoritarie, ma pur sempre consistenti – che fatalmente porterebbero questo pezzo di centrodestra a convergere con pezzi di Pd e di centrosinistra, in un logica “macroniana” e pro-Ue. O, come a me parrebbe molto più ragionevole, il tentativo di organizzare un completamento, un’integrazione (in senso liberale, atlantista, pro mercato, non eurolirico) dell’offerta politica leghista, accettando la leadership di Salvini, ma provando a fornire anche un’opzione culturale diversa. ".
Sono d'accordo con queste parole di Capezzone.
Se Forza Italia e Fratelli d'Itali facessero un'opposizione dura al governo attuale, questi due partiti rischierebbero di trovarsi nell'orbita del Partito Democratico, o meglio della parte di quel partito che fa riferimento a Matteo Renzi, con tutto il carrozzone rappresentato da Alternativa Popolare, Centristi per l'Europa, Più Europa di Emma Bonino ecc.
Se una cosa del genere accadesse, almeno l'80% degli elettori di quei due partiti (me compreso) voterebbe la Lega.
Se Forza Italia e Fratelli d'Italia scegliessero di mantenere il dialogo con la Lega, rafforzerebbero Matteo Salvini nell'ambito del governo (limitando e spaccando il Movimento 5 Stelle) e creerebbero le basi per un vero centrodestra che sia liberale, non statalista, atlantista, pro-mercato, critico verso questa Unione Europea e con un amor di patria.
I due partiti in questione si trovano ad un bivio.
Non possono restare nel limbo (che li condanna a non essere né carne né pesce) ma debbono schierarsi per forza.
O scelgono la linea "alla Macron" (facendo opposizione dura al governo e schierandosi di fatto con il Partito Democratico) o scelgono il dialogo con Salvini (che nell'ambito del centrodestra ha preso più voti) per fare una coalizione alternativa alla sinistra e al Movimento 5 Stelle.
Non possono restare nel limbo (che li condanna a non essere né carne né pesce) ma debbono schierarsi per forza.
O scelgono la linea "alla Macron" (facendo opposizione dura al governo e schierandosi di fatto con il Partito Democratico) o scelgono il dialogo con Salvini (che nell'ambito del centrodestra ha preso più voti) per fare una coalizione alternativa alla sinistra e al Movimento 5 Stelle.
Quando penso al centrodestra penso, per esempio, a partiti di grandi tradizione, come il Grand Old Party USA o la Coalizione australiana, che mette insieme elementi "centristi" come il compianto senatore John McCain (negli USA) e Malcolm Turnbull (in Australia) ed anime più "dure", come quella del presidente Donald Trump (negli USA) e Tony Abbott (in Australia).
Queste formazioni politiche sono una perfetta sintesi tra conservatorismo e liberalismo.
Oltre a ciò, se ci fosse un centrodestra così qui in Italia, si sarebbe una nuova casa all'elettorato cattolico, che ad oggi non è rappresentato da nessuno.
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