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sabato 15 settembre 2018

Il nuovo totalitarismo europeo

Su il sito del Circolo "Plinio Correa de Oliveira" vi è un articolo intitolato "L’Unione Europea alla luce della dottrina cattolica".
Riporto questo stralcio dell'articolo:



"In principio, la Chiesa non solo accetta ma, anzi, favorisce di cuore la formazione di sovrastrutture internazionali, premesso che abbiano un fine lecito. Di per sé, l’idea di aggruppare politicamente i popoli europei è degna di lode. Le circostanze del momento, poi, sembrano incoraggiare questo corso d’azione. Di fronte a un nemico esterno comune, alle prese con una crisi economica internazionale, è giusto e raccomandabile che tutte le nazioni europee libere convergano per combattere e vincere insieme.


Un verso, però, è approvare in principio un’idea. Un altro verso è approvarla senza riserve, qualunque siano le sue applicazioni pratiche.



Viviamo in un’epoca di brutale statalismo. Tutto si centralizza, si pianifica, si artificializza, si tirannizza. Se la Federazione europea prenderà questa strada, essa devierà dai saggi precetti enunciati da Papa Pio XII nella sua allocuzione del 6 aprile 1951, ai dirigenti del Movimento universale per una Federazione mondiale.

Innanzitutto, dobbiamo affermare che la Chiesa è contraria alla scomparsa delle nazioni. All’interno di un organismo sovranazionale, ogni nazione può e deve rimanere come una struttura viva, definita, con i suoi confini, il suo territorio, il suo governo, la sua lingua, i suoi costumi, le sue leggi, il suo carattere.


La Germania è una nazione, un’altra è la Francia o l’Italia. Se qualcuno volesse fondere in un crogiolo gioielli di altissimo valore per trasformarli in un enorme lingotto d’oro, inespressivo, squadrato, volgare, di certo non agirebbe secondo la visione di Dio. Dio ha creato un ordine naturale in cui ogni nazione deve essere una realtà indistruttibile.
Se la Federazione europea prenderà il cammino del centralismo, farà più male che bene. La Federazione dovrebbe essere la protettrice delle identità nazionali, non il mostro che le divora. Le autorità federali esistono per agevolare l’azione dei governi nazionali in alcune questioni di interesse sovranazionale, mai per cancellarli. La Federazione non può mai essere finalizzata alla soppressione delle caratteristiche nazionali di anima e di cultura, ma piuttosto, per quanto possibile, dovrebbe sorreggerle e irrobustirle. Proprio come nel Sacro Romano Impero, in cui ogni nazione poteva svilupparsi, nell’orbita degli interessi legittimi e comuni del cristianesimo, secondo la sua peculiare natura, le sue capacità, le sue condizioni, la sua storia e via dicendo"
.

Questa Unione Europea di oggi rischia di essere molto pericolosa perché punta a proprio a distruggere non solo i valori nazionali dei singoli Stati ma anche quelli che per secoli furono condivisi tra questi ultimi.
Penso, ad esempio, alla tradizione giudaico-cristiana.
Essa punta distruggere l'identità dei popoli europei, anche favorendo di fatto un'immigrazione smodata. 
Oltre a ciò, deve essere detto che questa Unione Europea non è nemmeno liberale ma (al contrario) è sempre più statalista. 
Il caso del premier ungherese Viktor Orban lo dimostra.
A rendere ancora più pericoloso il tutto è il fatto che lo statalismo sia portato avanti da organi che non sono eletti democraticamente.
Insomma, questa Unione Europea non è né il Sacro Romano Impero di Carlo Magno, che si fondò su un ideale comune tra le varie nazioni che lo componevano, né una copia degli Stati Uniti d'America, che sono democratici, oltre ad avere anch'essi un'idea vera di fondo.
Al contrario, essa mette insieme il socialismo e la tecnocrazia e questo è molto pericoloso.
Il fatto che la vita di ognuno di noi debba essere per controllata da un potere che non è stato scelto democraticamente e che ragiona solo in base a certi numeri deve farci inquietare, come deve farci inquietare anche il fatto che essa favorisca un'immigrazione senza regole, che oltre a minacciare la nostra identità culturale rischia anche di creare gravi tensioni sociali. 

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".