Mappa dell'Inferno dantesco, Sandro Botticelli, 1480-1495 |
I preti (che hanno celebrato la funzione) hanno fatto il discorso di commiato per il defunto e hanno detto che egli avrà il suo posto in Paradiso.
Ora, il discorso che sto per fare non vale affatto per Maestrelli (che era una persona perbene e che non merita certo la dannazione) ma è in generale.
Nelle varie messe a cui ho presenziato, ho notato che sempre meno preti parlano dell'Inferno e del diavolo.
Eppure, queste cose esistono.
Sento dire sempre più spesso che "Dio perdona i peccati di tutti noi e che ci ha chiamati alla salvezza".
Questo è vero.
Tuttavia, se la cosa fosse così semplice, non servirebbe certo andarsi a confessare, come non servirebbe recitare l'atto di dolore durante la messa e (addirittura) andare a messa.
Non servirebbe neppure comportarsi bene.
Pure il Battesimo sarebbe inutile.
Qui sta il punto.
A me è stato insegnato che Dio perdona i peccati e che ci ha chiamati alla salvezza.
Però, anche noi uomini dobbiamo impegnarci, chiedendo perdono a Dio e compiendo opere buone e degne di quella salvezza a cui Egli ci ha chiamati.
Ora, l'uomo ha il libero arbitrio.
Egli può scegliere di compiere opere buone, come quelle malvagie.
Nel secondo caso, Dio può perdonare l'uomo ma questi deve cambiare vita.
Riguardo all'esistenza dell'Inferno, mi viene da pensare a ciò che vide la suora mistica inglese Elizabeth Barton (1506-20 aprile 1534) che fu la prima martire del periodo di re Enrico VIII.
Ella affermò di avere visto l'Inferno, con il posto che sarebbe stato riservato al monarca se si fosse risposato e se avesse staccato la Chiesa inglese da Roma.
Quindi, parlare dell'Inferno deve servire da monito riguardo alla condotta umana.
Non parlarne rischia solo di rendere vano ciò che la nostra fede dice.
Forse, nella Chiesa c'è chi non vuole parlare più dell'Inferno per rendere la religione più "amabile" agli occhi di un certo pubblico.
In realtà, questo rischia solo di rendere la fede inutile agli occhi delle persone.
Ora, il discorso che sto per fare non vale affatto per Maestrelli (che era una persona perbene e che non merita certo la dannazione) ma è in generale.
Nelle varie messe a cui ho presenziato, ho notato che sempre meno preti parlano dell'Inferno e del diavolo.
Eppure, queste cose esistono.
Sento dire sempre più spesso che "Dio perdona i peccati di tutti noi e che ci ha chiamati alla salvezza".
Questo è vero.
Tuttavia, se la cosa fosse così semplice, non servirebbe certo andarsi a confessare, come non servirebbe recitare l'atto di dolore durante la messa e (addirittura) andare a messa.
Non servirebbe neppure comportarsi bene.
Pure il Battesimo sarebbe inutile.
Qui sta il punto.
A me è stato insegnato che Dio perdona i peccati e che ci ha chiamati alla salvezza.
Però, anche noi uomini dobbiamo impegnarci, chiedendo perdono a Dio e compiendo opere buone e degne di quella salvezza a cui Egli ci ha chiamati.
Ora, l'uomo ha il libero arbitrio.
Egli può scegliere di compiere opere buone, come quelle malvagie.
Nel secondo caso, Dio può perdonare l'uomo ma questi deve cambiare vita.
Riguardo all'esistenza dell'Inferno, mi viene da pensare a ciò che vide la suora mistica inglese Elizabeth Barton (1506-20 aprile 1534) che fu la prima martire del periodo di re Enrico VIII.
Ella affermò di avere visto l'Inferno, con il posto che sarebbe stato riservato al monarca se si fosse risposato e se avesse staccato la Chiesa inglese da Roma.
Quindi, parlare dell'Inferno deve servire da monito riguardo alla condotta umana.
Non parlarne rischia solo di rendere vano ciò che la nostra fede dice.
Forse, nella Chiesa c'è chi non vuole parlare più dell'Inferno per rendere la religione più "amabile" agli occhi di un certo pubblico.
In realtà, questo rischia solo di rendere la fede inutile agli occhi delle persone.
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