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mercoledì 19 settembre 2018

San Gennaro, una fede di carne e di sangue

Il sangue di San Gennaro si è liquefatto.
Dunque, l'auspicio è buono.
Intanto, vi invito a leggere l'articolo di Aurelio Porfiri su "La Nuova Bussola Quotidiana" che è intitolato "San Gennaro, carne e sangue di una fede concreta".
Ringrazio l'amica e collaboratrice Francesca Padovese che me l'ha segnalato.
Riporto questo stralcio dell'articolo:

"Il Cattolicesimo è carne e sangue. Diffidate sempre di coloro che riducono il Cattolicesimo ad un vago spiritualismo, accodandosi a credenze varie che fioriscono ad oriente. Il Cattolicesimo non odia la materia, ma la subordina. Il Cattolicesimo non odia il sesso, ma lo subordina. Subordinare vuol dire mettere sotto un ordine superiore, che è quello divino".

Sono d'accordo.
Ricordo che il Cattolicesimo si fonda su un Dio che si fece uomo, che fu partorito, che si fece mettere in croce e morì, prima di risorgere dopo tre giorni.
Nel Cattolicesimo c'è una "carnalità".
Dunque, manifestazioni esteriori, come il culto di San Gennaro a Napoli, piuttosto che quello di Santa Rosalia a Palermo o di Sant'Agata a Catania, si confanno alla tradizione cristiana.
Nel Cattolicesimo, la carne non è disprezzata ma è subordinata allo spirito.
Subordinandola alla spirito, la carne si valorizza perché essa è tempio dello spirito.
Un'anima in grazia di Dio riqualifica anche la carne.
San Gennaro è ancora oggi un esempio di ciò.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.