Ho preso da Youtube questo video che mostra una scena del film "Novecento", un film di Bernardo Bertolucci girato nel 1976.
Questa scena fu girata in un luogo a me molto noto: il santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie, che si trova qui in Provincia di Mantova, a Curtatone.
Conosco molto bene quella chiesa, vivendo in Provincia di Mantova e frequentandola.
Nel cast furono presenti anche attori come Robert De Niro, Gerard Depardieu, Donald Sutherland e Stefania Sandrelli.
Il film fu ambientato nell'epoca del fascismo.
La scena in questione mostra i proprietari terrieri ed i notabili che si riunirono in chiesa per aderire al fascismo.
Ora, uso questa scena per commentare l'articolo sul blog "The Italian Tory" che è intitolato "Nella crisi della destra la paura della libertà".
Riporto questo stralcio dell'articolo:
"“Il governo più di destra della storia!”, quante volte abbiamo sentito i guru della sponda sinistra tirare fuori questa ignorante affermazione. Ignorante ma comprensibile, perché in Italia non siamo abituati ad avere una destra economica, di conseguenza i concetti di destra e sinistra possono essere confusi e capita che partiti come i 5s che propongono il reddito di cittadinanza e la Lega che candida il marxista Bagnai possano essere considerati di destra. La destra italiana invece oggi non esiste, abbiamo al governo una sinistra nazionalista, questo sì, ma chi tenta di stare dall’altra parte, quella della libertà, attraversa una grande crisi. Ci aveva provato Fdi con Giorgia Meloni a riunire la destra, e si era sulla buona strada quando si tentavano alleanze con l’unico partito completamente estraneo alla sinistra per valori ed economia, Direzione Italia, una felice parentesi chiusa troppo presto. Logiche di partito e mentalità di quarant’anni fa, modi di pensare che sembrano appartenere a qualche vecchio missino dei sobborghi romani anni ’70, hanno impedito quella che sarebbe stata la scelta più logica, quella di una unione dei conservatori. E da lì una discesa in picchiata, non si sente più parlare del Pli (con il quale c’era una bozza di alleanza), si entra acriticamente in un centrodestra maggioritario ma confusionario e si rimane sospesi nel vuoto tra maggioranza e opposizione, per farsi mangiare dall’una e dall’altra. Ecco spiegate perché certe uscite sulle nazionalizzazioni, certi richiami agli anni del boom che vogliono dare l’impressione (sbagliata) alla gente che si possano ripetere quei periodi adottando di nuovo le stesse politiche, come se non fossero proprio quelle la causa del disastro economico e debitorio di oggi. Parlare di nazionalizzazioni oggi vuol dire tornare agli anni ’60 più o meno, e fa parte di una retorica patriottarda (e assolutamente non patriottica) e codarda. La destra italiana ad oggi non esiste, va ripensata, perché non ha il coraggio di parlare di libertà. Non ha il coraggio di dire, come farebbe una qualsiasi altra destra occidentale e di governo, che le autostrade devono rimanere private, che non si possono regalare stipendi di nullafacenza alle persone, che le pensioni a manica larga oggi porteranno noi giovani un domani a stringerla ancora di più di quanto oggi viene chiesto (e nessuno difende la Fornero, che va riformata)".
Nel cast furono presenti anche attori come Robert De Niro, Gerard Depardieu, Donald Sutherland e Stefania Sandrelli.
Il film fu ambientato nell'epoca del fascismo.
La scena in questione mostra i proprietari terrieri ed i notabili che si riunirono in chiesa per aderire al fascismo.
Ora, uso questa scena per commentare l'articolo sul blog "The Italian Tory" che è intitolato "Nella crisi della destra la paura della libertà".
Riporto questo stralcio dell'articolo:
"“Il governo più di destra della storia!”, quante volte abbiamo sentito i guru della sponda sinistra tirare fuori questa ignorante affermazione. Ignorante ma comprensibile, perché in Italia non siamo abituati ad avere una destra economica, di conseguenza i concetti di destra e sinistra possono essere confusi e capita che partiti come i 5s che propongono il reddito di cittadinanza e la Lega che candida il marxista Bagnai possano essere considerati di destra. La destra italiana invece oggi non esiste, abbiamo al governo una sinistra nazionalista, questo sì, ma chi tenta di stare dall’altra parte, quella della libertà, attraversa una grande crisi. Ci aveva provato Fdi con Giorgia Meloni a riunire la destra, e si era sulla buona strada quando si tentavano alleanze con l’unico partito completamente estraneo alla sinistra per valori ed economia, Direzione Italia, una felice parentesi chiusa troppo presto. Logiche di partito e mentalità di quarant’anni fa, modi di pensare che sembrano appartenere a qualche vecchio missino dei sobborghi romani anni ’70, hanno impedito quella che sarebbe stata la scelta più logica, quella di una unione dei conservatori. E da lì una discesa in picchiata, non si sente più parlare del Pli (con il quale c’era una bozza di alleanza), si entra acriticamente in un centrodestra maggioritario ma confusionario e si rimane sospesi nel vuoto tra maggioranza e opposizione, per farsi mangiare dall’una e dall’altra. Ecco spiegate perché certe uscite sulle nazionalizzazioni, certi richiami agli anni del boom che vogliono dare l’impressione (sbagliata) alla gente che si possano ripetere quei periodi adottando di nuovo le stesse politiche, come se non fossero proprio quelle la causa del disastro economico e debitorio di oggi. Parlare di nazionalizzazioni oggi vuol dire tornare agli anni ’60 più o meno, e fa parte di una retorica patriottarda (e assolutamente non patriottica) e codarda. La destra italiana ad oggi non esiste, va ripensata, perché non ha il coraggio di parlare di libertà. Non ha il coraggio di dire, come farebbe una qualsiasi altra destra occidentale e di governo, che le autostrade devono rimanere private, che non si possono regalare stipendi di nullafacenza alle persone, che le pensioni a manica larga oggi porteranno noi giovani un domani a stringerla ancora di più di quanto oggi viene chiesto (e nessuno difende la Fornero, che va riformata)".
Qui in Italia non c'è mai stata una vera cultura conservatrice liberale.
Oggi, noi abbiamo a che fare con Forza Italia che è percepita come troppo schiacciata sulle posizioni di questo establishment europeo tanto inviso agli italiani e come troppo spostata verso il centro, una Lega che avrebbe anche delle buone iniziative ma che governa con il Movimento 5 Stelle (uno dei partiti più statalisti ed assistenzialisti in circolazione) anche per colpa del sistema proporzionale e con Fratelli d'Italia, che sono un partito piccolo e che parlano di "destra sociale".
Non è un caso se ho citato la scena del film "Novecento" che parla dell'adesione al fascismo.
Non trovando un'alternativa conservatrice-liberale ai comunisti, che verso la fine degli anni '20 minacciarono l'ordine pubblico, i notabili e tutti coloro che rappresentavano la destra nella società italiana si appoggiarono al fascismo e a Benito Mussolini, una persona fuoriuscita dal Partito Socialista.
Purtroppo, la storia si ripete.
Per risolvere questo impasse, bisogna che uno dei partiti che ho citato cambi testa e scelga la via del conservatorismo-liberale, per potere dare ad una maggioranza silenziosa che c'è.
Forse, c'è davvero questa paura della libertà di cui parla l'articolo?
Se fosse così, l'Italia meriterebbe il fallimento.
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