su internet si legge di tutto.
Si leggono anche cose che se lette senza un'informazione accurata possono diventare veramente pericolose.
Ora, la questione dei vaccini è molto semplice: essi non fanno male.
Il vaccino fu creato dal medico inglese Edward Jenner (1749-1823).
Tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, il vaiolo ebbe in Europa un incremento con una rapidità allarmante. Tra i malati una persona su sei moriva. Solo a Londra morivano circa 3.000 persone l'anno e in tutta l'Inghilterra 40.000. Si ricorreva alla variolizzazione contro il vaiolo, ma nel 1722 si cominciò a riconoscere l'inefficienza e spesso la pericolosità del metodo, mentre si notò che gli allevatori di bovini ed equini non si ammalavano. Nel 1746 fu aperto a Londra un ospedale dedicato ai malati di vaiolo, dove si praticava la variolizzazione.
Nel 1801, Jenner pubblicava "The Origin of the Vaccine Inoculation", in cui spiegava che tra tutte le persone cui somministrava il vaccino vi erano alcune in particolare che erano andate incontro a quello che chiamavano vaiolo bovino, contratto mungendo le mucche da latte, che presentavano un vaiolo differente da quello che colpiva l'uomo (smallpox o Variola Virus, un virus a DNA facente parte della famiglia delle Poxiviridae) ed è così che Jenner iniziò a studiare il cow-pox.
Per prima cosa, Jenner notò che tra questi mungitori, chi veniva vaccinato con lo smallpox presentava i sintomi della malattia, come se non vi fosse stato contagio da parte delle mucche. In seguito ai suoi studi, Jenner nel 1782 poteva già distinguere e riconoscere tre forme di vaiolo: lo smallpox, il più comune, che colpiva gli esseri umani; il cow-pox, che colpiva le mucche da latte e contagiava i mungitori e una terza forma che colpiva i cavalli, il grease, dal quale sembrava potessero derivare per contagio le altre due forme.
Da questi studi deriva l'idea di Jenner che forse l'iniezione del cow-pox poteva sostituire quella dello smallpox.
Da qui nacque il vaccino.
Fondamentalmente, i vaccini di oggi si distinguono in vaccini vivi attenuati, ossia vaccini fatti con gli agenti eziologici delle malattie (come batteri e virus) che però sono stati resi non più virulenti, e in vaccini inattivi, ossia vaccini fatti solo con l'antigene dell'agente eziologico.
In entrambi i casi, i vaccini danno la risposta immunitaria del nostro corpo, attraverso la risposta immunitaria aspecifica (con i macrofagi) che fa identificare l'antigene ai linfociti T-helper, i quali scatenano la risposta immunitaria specifica.
Lo so perché sono diplomato nel settore.
La vaccinazione imita esattamente il processo naturale con cui si combattono le malattie.
Ora, dire (o scrivere) che la vaccinazione è veleno o che è frutto di qualche complotto giudaico- massonico noto solo al cielo per controllare il mondo non è solo una scemenza ma è anche pericoloso.
Ricordo che con la vaccinazione proprio il vaiolo fu debellato e dichiarato eradicato il 9 dicembre 1979.
Con le vaccinazioni si possono tenere sotto controllo malattie che possono creare non pochi problemi.
Certo, si deve fare ancora molto e l'auspicio è che la ricerca scientifica vada avanti, tanto per la vaccinazione quanto per ciò che concerne i tumori, di cui tratterò in seguito.
Non fare vaccinare i propri figli significa esporre loro stessi e chi sta intorno a loro a situazioni potenzialmente molto problematiche.
Non fare vaccinare i propri figli è solo un atto di irresponsabilità, oltreché di ignoranza.
Cordiali saluti.
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