leggete l'articolo del sito "Radicali Liberi" che è intitolato "Conferenza di Parigi emblema della frustrazione di Obama verso Israele".
Dell'articolo, riporto questo stralcio:
"La Conferenza di Parigi sulla pace in Medio Oriente che inizia domani nella capitale francese e che vede la partecipazione di oltre 70 Paesi ma non di Israele, è l’emblema del fallimento di Obama in Medio Oriente e della sua morbosa frustrazione verso Israele.
Il Presidente uscente non è riuscito a fare praticamente nulla di quello che si era prefisso, anzi, a ben guardare ha peggiorato la situazione in ogni campo dove abbia messo le mani. Obama lascia un Medio Oriente in fiamme come non lo era mai stato con una unica isola felice di democrazia, Israele, un’isola che c’è sempre stata ma che ora più che mai viene minacciata dall’avanzare prepotente e violento dell’Islam. E cosa pensano di fare i grandi della Terra riuniti alla Conferenza di Parigi? Cercano di minare proprio quell’unica democrazia che ancora riesce a reggere all’impatto islamista. Quello che si prepara alla Conferenza di Parigi non è una riunione di oltre 70 Paesi che discutano del conflitto arabo-israeliano e ne cerchino una soluzione negoziata ma è una riunione di oltre 70 Paesi che cercano di imporre a Israele una soluzione non negoziata e imposta dall’alto.
E’ da diversi anni che Obama cerca questa soluzione, che cerca cioè di imporre a Israele una soluzione al conflitto con gli arabi senza che Gerusalemme possa dire la sua. Il fatto stesso di ritenere gli insediamenti come unico ostacolo alla pace e non considerare minimamente la violenza araba e il continuo incitamento da parte palestinese come il vero ostacolo alla pace, un concetto ben espresso di recente da John Kerry, la dice lunga sulle intenzioni di Obama e su quello che realmente si vuole raggiungere con la Conferenza di Parigi, una conferenza che probabilmente porterà a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu da scrivere e presentare nei cinque giorni che rimangono alla Presidenza Obama in modo da essere sicuri che gli Stati Uniti non mettano il veto sulla risoluzione sicuramente anti-israeliana che uscirà da questo conclave strombazzato a destra e a sinistra come “la soluzione finale” al conflitto arabo-israeliano".
L'attuale presidente USA Barack Hussein Obama ha dimostrato veramente la sua pochezza.
In nome del suo livore verso Israele e verso la cultura occidentale (che fa di lui il più "anti-americano dei presidenti americani") egli vuole imporre allo Stato ebraico la soluzione dei "due popoli e due Stati", senza tenere conto del fatto che da parte araba (o "palestinese", come dir si voglia) non vi sia un serio riconoscimento di Israele.
Qualcuno dica pure che sono razzista, per avere scritto questo. Io me ne frego!
Purtroppo, questa è la verità. I "palestinesi" non vogliono la pace. I "palestinesi" non vogliono neppure i "due popoli e due Stati".
Essi vogliono l'eliminazione di Israele.
Hamas (che governa la Striscia di Gaza) vuole la distruzione di Israele. Abu Mazen (che governa la West Bank) dice di volere la soluzione dei "due popoli e due Stati" ma non riconosce Israele.
Questo è l'ostacolo al processo di pace in Medio Oriente.
Secondo me, Obama è anche invidioso di Israele.
In Israele regnano quella pace e quella sicurezza che negli USA oggi mancano, proprio per colpa delle politiche di Obama.
Il primo presidente USA di colore avrebbe dovuto portare la pace negli USA e invece ha aumentato le tensioni.
L'invidio è sintomo della presa di coscienza del proprio fallimento.
L'invidio è sintomo della presa di coscienza del proprio fallimento.
Cordiali saluti.
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