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domenica 11 settembre 2016

Non abbiamo imparato nulla!

Cari amici ed amiche,

vi invito a leggere l'articolo scritto da Magdi Cristiano Allam su "Il Giornale" che è intitolato "L'11 settembre infinito: quella lezione non è servita".
L'articolo inizia così:

"Quindici anni dopo il più clamoroso e sanguinoso attentato della Storia, che ha colpito al cuore della superpotenza mondiale abbattendo le due torri gemelle, simbolo dell'impero finanziario, bruciando vive circa 3 mila persone, l'Occidente non ha ancora imparato la lezione più elementare: l'arma vera del terrorismo islamico non sono le bombe, i kalashnikov o le cinture esplosive, ma è il lavaggio di cervello.

Perché quei 19 dirottatori votati al «martirio» islamico non erano armati. L'arma, che ha consentito loro di sequestrare quattro aereo e trasformarle in «bombe umane», era la la loro determinazione a morire per uccidere il maggior numero possibile di «miscredenti» e conquistare il paradiso di Allah.

Così come l'Occidente non ha imparato che il singolo terrorista suicida-omicida è solo la punta dell'iceberg e che per vincere la guerra dobbiamo scardinare l'iceberg, non limitarci a scalfirne la punta arrestando ed espellendo solo se viene colto in flagranza di reato. Non abbiamo ancora capito che quando in mezzo a noi ci sono persone che sono state modificate mentalmente e affettivamente, al punto che con il sorriso sulle labbra ci dicono «così come voi amate la vita, noi amiamo la morte», è ormai troppo tardi, perché sono delle bombe umane pronte a farsi esplodere in ogni momento.

La verità è che abbiamo paura di guardare in faccia alla realtà dell'iceberg, della «fabbrica del terrore», della filiera che partendo dalla predicazione d'odio, di violenza e di morte che avviene nelle moschee o nei siti che propagandano la guerra santa islamica, pratica il lavaggio di cervello, arruola, addestra militarmente, creando il terrorista islamico che sgozza, decapita, massacra e si fa esplodere
.".

Sono perfettamente d'accordo con Magdi Cristiano Allam.
Noi non abbiamo imparato nulla da ciò che accadde a New York l'11 settembre 2001.
Noi ci siamo ritratti nel nostro buonismo, nella nostra ipocrisia e nella nostra pusillanimità.
Il terrorismo non si serve solo delle armi ma anche delle parole e di utili idioti che sono tra noi e che sono pronti a tappare la bocca a chi dice che vi è uno scontro di civiltà, che siamo in guerra e che tra noi ed una certa comunità religiosa, l'Islam,  vi è un problema.
Qui non si tratta di un problema tra persone.
Ci sono singoli musulmani che sono persone perbene.
Qui vi è un problema di uno scontro tra civiltà.
C'è una parte del mondo che odia l'altra.
Quanto accadde l'11 settembre 2001 fu la prima grossa dimostrazione di ciò.
Dire ciò comporta le accuse di "razzismo", "islamofobia" e quant'altro.
Così, "in nome del dialogo", si tolgono i Crocifissi e le Madonne dai luoghi pubblici.
Per "non offendere gli altri" si vuole proibire la lettura di certe opere, come la "Divina Commedia" di Dante Alighieri.
Se una persona si dice pro-Israele, arriva una claque che l'accusa di "nazismo" e "genocidio" e lo insulta.
Magari, un giorno qualcuno si alzerà una mattina per proibire ai preti di fare suonare le campane delle chiese perché "potrebbero offendere la sensibilità di chi non è cristiano".
Questo non è dialogo.
Questo è abiurare i nostri valori.
Ciò è un'arma dei terroristi.
Cordiali saluti.

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